mercoledì, giugno 21, 2017

COM'E' DIFFICILE FARSI UN SELFIE #BELLADENTRO

Siamo invase dai selfie di chiunque, compresi i nostri, ma forse le più magre e le più belle non sanno cosa si cela a volte dietro una foto in apparenza scattata così, giusto per ammazzare quei dieci minuti di tempo libero. Innanzitutto partiamo dal presupposto che, puoi anche avere l’ultima versione dell’Iphone, ma se non sei  un filo magra e un pelino fotogenica, su Instagram è meglio che lasci perdere. Quindi, noi persone normali e non propriamente da passerella, dobbiamo adottare degli escamotage, a volte anche un po’ penosi lo riconosco, ma necessari per tenere in vita un account che altrimenti sarebbe pieno di foto dei tuoi cani o di personaggi famosi bellocci che ti avvicinano pericolosamente all’ultima delle bimbeminkia.
Il segreto di Pulcinella è la famosa asta da selfie, rigorosamente cinese così si spendono 4 euro e male che vada non ne risente né l’orgoglio né il portafoglio. Lì dobbiamo assicurarsi la giusta pendenza, dall’alto verso il basso sfila la figura e  allontana i rotolini a vista oltre che non prendere proprio la faccia da vicino visto che nessuna di noi è Belen Rodriguez che si ritocca anche le orecchie con Photoshop.
I selfie come quelli della Marcuzzi, primo piano senza trucco per noi sono una complicanza dalla quale ci teniamo consapevolmente lontane. A parte quando ci brillocchiamo tutte di filtri che più che esseri umani sembriamo cloni di Barbara D’Urso baciata dal faro. Non siamo credibili e nemmeno normali, la compianta Silvana Pampanini nelle ultime apparizioni fotografiche era praticamente così, meglio evitare. Non per altro, aveva 90 anni e noi qualche decennio meno, solo per questo.
Quindi, prima di postare su Instagram, ci sfiniamo col ritaglio. La foto mia (senza ritegno ne vergogna ma questo è un blog verità) è stata accuratamente ridotta per evitare l’effetto “braccia lottatore di sumo” che, vuoi per la posizione senza asta di supporto, vuoi perché forse non sono proprio un gambo di sedano, era prepotentemente messo in evidenza. La faccia seria e apparentemente pensosa è stata studiata per evitare fossette, pieghette, allargamenti facciali nonostante il mirabilante “volto affilato” spuntato sullo smartphone. La didascalia sarebbe potuta essere molto profonda, magari corredata da una citazione culturalmente elevata e forse qualcuno l’avrebbe anche bevuta.
Poi ti imbatti nei selfie di Elisabetta Canalis, Ambra, della mia preferita, Alessia Marcuzzi e ti sembrano così naturali. Sì, forse qualche filtrino innocuo, ma con quelle bellezze indiscutibili non c’è storia. Anche appena sveglie sono belle, senza trucco sono belle, al mare sono belle, ci tengono a farci sapere che con loro la natura ha lavorato bene e con noi invece si è riposata un’oretta.
Vabbè, fiinchè però Instagram ci da una mano e i nostri cellulari ci permettono di affilare, mascherare e coprire, diciamo che ci possiamo ancora stare. Naturalmente per me di naturale ci sono solo io prima dei filtri e dei tagli (che qui onestamente mi sono scordata di usare ma confesso che la stanza era in penombra), però perlomeno indipendentemente dai vari accorgimenti, se ci incontriamo per strada, siamo sempre noi, A mezzobusto siamo diverse rispetto all’intero? Macchè, i nostri selfie ci migliorano ben poco, forse è una nostra idea che il filtrino Sierra ci abbellisca rispetto al temibile Normal. Quello è roba per la Marcuzzi, l’hashtag  #nofilter lasciamolo ai fumatori. Noi siamo più donne da #belladentro, anzi, ormai questo è diventato il mio nuovo mantra.

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