domenica, agosto 31, 2008

"PERCHE' NON ERO NEI PARAGGI QUAND' ERA ASSATANATO?" disse un giorno Sara Sidle

Sempre la solita storia, ormai non si capisce come facciano ancora a scriverlo sui giornali: anche David Duchovny è in riabilitazione per dipendenza da sesso.
Ma da quando in qua esiste ‘sta cosa? Dopo che ne ha "patito" Michael Douglas in concomitanza con l’uscita di "Basic Instinct", ecco che a scadenza varia, qualcuno scopre di soffrire di questa stravagande sindrome.
Io personalmente non è che ci creda moltissimo, anche perché, avete mai sentito un dipendente dell’Esselunga, o un impiegato della Cassa di Risparmio, curato per la medesima robaccia?
Macchè, i comuni mortali se sono sopraffatti da impulsi irresistibili, o si arrangiano per conto proprio, o pagano qualcuno a caso che si ad ogni angolo di via, oppure si attaccano al tram e sopportano in silenzio.
Una mia amica, molti anni fa, sosteneva che dopo un po’ che non faceva sesso aveva dei dolori al basso ventre, però a nessuno di noi è mai venuto in mente di ricoverarla da qualche parte, e forse abbiamo fatto male.
Non so se Duchovny è entrato troppo nella parte di Hank di "
Californication", fattostà, che, guarda caso, tutto torna e tutto coincide.
Sarà anche vero, il poveretto probabilmente non sapeva più come fare ad arginare lo svettare continuo del suo amichetto là sotto, ma la cosa mi sembra proprio degna di Hollywood e dei suoi uffici stampa.
Una furbata, ecco come la vedo io, una furbata che rende David/Hank quasi una cosa sola. Così, quando guarderemo "Californication", riusciremo poco a scindere il personaggio dall’attore e noi donne lo troveremo ancora più fustaccio sporcaccione di quanto faremmo se non si fosse, diciamo così, “ammalato” di sesso.
Comunque, diamogli il beneficio del dubbio, forse sarà vero, forse no, la cosa certa è che è una cosa tutta americana.
Ce lo vedete qui in Italia il
Commissario Montalbano che si fa curare perché non riesce a tenerlo nei pantaloni?

venerdì, agosto 29, 2008

IN PRINCIPIO ERA UN CALCIATORE

Rieccolo.
Credevamo di esserci liberati di lui e invece è tornato per deliziarci con delle esilaranti novità.
Sta facendo l’agente immobiliare ma
il cinema lo sta chiamando e lui ha tutta l’intenzione di cedere a queste irresistibili lusinghe.
Non stiamo parlando di un tronista, no no, ma di Francesco Coco.
Del calcio non ne fa menzione, ora sta seguendo i consigli di Simona Ventura e vuole studiare dizione e recitazione all'Actors Studio di New York, che ormai sembra diventato un centro d'accoglienza per artisti, o presunti tali, un po' derelitti. Perché ad una scuola italiana gli sembrava brutto, d’altra parte lui vuole avere tutte le carte in regola per sfondare a Hollywood, dove, pare, avrebbe ricevuto delle proposte interessanti.
Non me ne capacito.
A parte il fatto che mi piacerebbe guardare in faccia il fenomeno che sceglierebbe Coco anche solo per una sit-com.
Bello è bello, su questo non discuto, ma a che titolo verrebbe ingaggiato per un qualsivoglia lavoro in campo artistico?
Mai dire mai, lo spettacolo di oggi non è che stia tanto a guardare il pelo nell’uovo, però Coco mi sembra un personaggio che non tira più, ormai il suo tempo lo ha fatto.
Ma lui ci crede e la Simona gli da man forte, non riesco a capire se per affetto vero o solo per il gusto di vederlo sprofondare nel fango.
Ai posteri l’ardua sentenza, lui dichiara che “nel cuore ha lo spettacolo", come se dovesse partecipare ad Amici e stesse per fare l’esame di sbarramento.
Per anni però ha fatto il calciatore, non si capisce se, se ne è dimenticato o se queste rivelazioni gliele ha consigliate la Ventura durante una serata bizzarra in un localino milanese di quelli che frequentano loro.
Ma forse il pallone è roba vecchia, ora nella testa di Coco c’è Hollywood, altro che lo Stadio Meazza.

mercoledì, agosto 27, 2008

SARA' MEGLIO CONTROLLARE SOTTO IL LETTO..


Avere paura sul divano di casa, guardando la televisione, è un piacere che, specialmente da ragazzi, non ha prezzo. Vuoi mettere una serata con gli amici e il film più splatter della storia dello splatter?
Da ragazzina mi divertivano molto, soprattutto quelle pellicole tipicamente anni 80 con il gruppo di amici che trascorre le vacanze nel capanno sul lago, poi arriva il serial killer con l’accetta e li scotenna tutti uno per uno.
Oggi queste cose non mi piacciono più, la paura vera ha un altro sapore e in questo ultimo periodo l’unico film che un po’ mi ha attorcigliato sul divano e stato “Wolf Creek”, e pochi altri, tutti datati.
Negli anni 70, quando arrivavo forse a 10 anni, in tv passò uno sceneggiato dal titolo “Albert e l’uomo nero”. A quei tempi non c’era tutta questa protezione nei confronti dei bambini, c’erano 2 canali e i miei genitori non mi mandavano a letto dopo Carosello, ma mi lasciavano vedere la tv con loro e mia nonna. Era un momento bellissimo, tutti sul divano a goderci le poche cose che la Rai ci concedeva.
Questo sceneggiato, nel quale non si vedono sgozzamenti e nemmeno coltellacci volanti, ha rappresentato per me la vera paura.
Ero piccola e seguivo la storia di questo bambino, come se al suo posto ci fossi io. Il suo terrore era anche il mio, ma non lo manifestavo apertamente perché mi intrigava e non volevo perdermi nemmeno una puntata.
Rivedendolo oggi, indipendente dalla storia, le solite scene che allora mi paralizzavano appiccicata alla mamma, mi fa
nno quasi lo stesso effetto.
Ecco, il terrore che ti incolla al divano per me è questo. La musica giusta, un bambino nel letto e una figura nera che si aggira per casa: l’incubo di tutti noi che si palesa sul video.
Ed è proprio la colonna sonora la cosa che a me personalmente fa venire i brividi.
“Profondo rosso” è insuperabile, questo è sicuro, ma nel suo piccolo anche “Albert e l’uomo nero” riesce a portarti nella dimensione della paura, diciamo così, sana.
Quella che ti fa andare in bagno rigorosamente in compagnia, e che ti fa accendere tutte le luci anche solo per bere un bicchier d’acqua.
Date un’occhiata al video qui sotto e ditemi se sono io la fifona o se anche per voi la colonna sonora, il bianco e nero e quel tipo che viaggia per casa, non vi fanno venire voglia di guardare sotto il letto prima di andare a dormire.


martedì, agosto 26, 2008

RICCHEZZA = SCHIFEZZA


Ci siamo arrivati. Ora anche la Santanchè vorrebbe darci ad intendere che la ricchezza ha stufato, che il Billionaire dovrebbe chiudere e che Porto Cervo è stato rovinato dai ricchi e cafoni che ne hanno fatto il loro posto di vacanza preferito ed esclusivo.
E più che altro noi ci dovremmo credere. Si, come no, lei sostiene che molte persone non arrivano a fine mese e vedere tutta quell’esibizione di denaro la mente in imbarazzo. Pensate che la sua Aston Martin non la tira più nemmeno fuori dal garage!
Ma veramente queste battute da insolazione qualcuno pensa che ce le possiamo bere senza battere ciglio?
La signora
Santanchè è scesa dallo yacht dei miliardari per cercare di ingraziarsi qualche simpatia in più, hai visto mai che l’operaio della Breda si accorge che la ricchezza è uguale a schifezza ed elegge la simpatica Daniela come sua nuova icona portafortuna?
E a me questa cosa fa solo vomitare. Fa vomitare questa esternazione fasulla come la faccia farlocca di questa donna e mi fa orrore questa presa di distanza da tutto quello che fino a mezz’ora fa era parte importantissima della sua vita di sciùra di destra.
Quasi quasi do ragione a Briatore che dichiara che si tratta solo di una
melandrata.
Eh già, come non ricordare la Giovanna Melandri che si scatena nella villa del Gregoracio in Kenia, salvo negare successivamente di esserci mai stata, nonostante le foto di lei sudaticcia in circolazione.

Siamo messi molto male, ragazzi miei, qui a destra o a sinistra stanno cercando di inchiappettarci bene bene e di farci credere che Cristo è morto dal freddo ed era padrone delle legna, come si dice dalle mie parti.
Non so come ci possiamo salvare, anche se la Santanchè è dalla parte di noi proletari e la Melandri va a ballare a casa di Briatore.
Da qualche parte ho letto che vuole entrare in politica anche Alba Parietti: in Italia siamo ganzissimi, non ci facciamo davvero mancare niente.

lunedì, agosto 25, 2008

E DOPO AMICI CHE SI FA ?


La domanda sorge spontanea? “Amici di Maria De Filippi”, a cosa serve?
Lo so, io sono una di quelle persone che ne parlano male e che poi non si perdono nemmeno una puntata del serale e né tantomeno della striscia quotidiana.
Però mi sembra tutto stonato, anche perché dopo un’inverno passato a sentire le solite manfrine sul talento e sul successo, trovarmi davanti le foto di qualche sparuto alunno che si presta al gioco ridicolo delle foto posate rubate, mi fa tanta malinconia.
Vedere Giuseppe Salsetta ritratto in pose assolutamente innaturali, (altre immagini
QUI) per il solo gusto di finire su qualche giornale, o in rete o dove gli pare, rende perfettamente l’idea di quanto quello che vedo per più di sei mesi sia praticamente inutile.
Oppure Giulia, la ballerina con la vocina che ci ha ammorbato per settimane con la storia del ballo e delle cosce troppo grosse, eccola su una barca con Cristina, altra reduce, a fare la starlette (altre immagini
QUI). Le solite mossette, ti spalmo la crema, ti slaccio il costume, ma guardateci che siamo due ballerine di Maria De Filippi e la nostra carriera comincia anche da qui.
Poi c’è Antonino, quello che danzava anche se il padre all’antica lo considerava un mestiere per donne e giù tutte le menate e i pianti ogni 3x2.
Per lui la storia d’amore va di pari passo con la presenza dei paparazzi (altre immagini QUI). Lei è Valentina Mele, ex alunna ed ex ragazzina di Marco Carta, il vincitore di questa edizione.
Nessun accenno ad eventuali lavori, ma solo le immagini di sbaciucchiamenti a favore di fotocamera, tanto per cercare di non tornare immediatamente nell’anonimato.
Dunque tutte le belle parole e i buoni propositi, vanno tristemente a farsi benedire.
Il successo seduce, che poi sia dovuto ad una foto posata sulla spiaggia o a un disco in classifica, a questo punto fa poca differenza.

Credo che il meccanismo televisivo stritoli chiunque, tantopiù dei giovanissimi che vedono per mesi il loro nome ovunque e sono oggetto di interesse mediatico inaspettato e inebriante.
E se quest’anno ci sorbiremo ancora i molteplici consigli dei professori, il cuore, il talento, ecc ecc, ricordiamoci che qualche mese dopo tutto sarà dimenticato e la cosa essenziale sarà che la foto con la gambina messa nel modo giusto, finisca sul settimanale di gossip.
Alla faccia della Celentano e di tutta la banda defilppica.

domenica, agosto 24, 2008

L'ESTATE STA FINENDO E UN ANNO SE NE VA


Dell’estate 2008 ricorderò principalmente il caldo malefico e il sole che mi ha tormentato per due mesi. Fisso, bollente, insopportabile.
Poi ricorderò, con sincera commozione, la prematura scomparsa di un ex tronista, Antonello Zara, uno dei pochi che si era arreso ed aveva ripreso la sua vita di sempre, conservando l’abitudine dell’estate a Porto Cervo, dove purtroppo un
brutto incidente se lo è portato via.
Le mie vacanze sono state come sempre bizzarre, mi sono divertita senza lasciare la mia città. Nessuno snobismo, solo il solito conto in banca che suona la marcia funebre, niente di nuovo.
Per il resto, il gossip è stato tristemente avaro, anche perché il Billionaire è passato do moda e ora i sono trasferiti in massa a Formentera e a Milano Marittima, il gregge si è spostato ma tanto vanno semp
re tutti negli stessi posti, non si sbaglia.
Una delle cose più terribili di questi ultimi mesi però è stato l’utilizzo smodato del termine, “lato B”. Ormai il sedere è diventato come i vecchi e amati 45 giri; qualcuno ha deciso che questa definizione sarebbe stata perfetta per definire il sedere, o l’ano, o il culo, fate voi. Allora perché la patonza o cimperina o quello che vi pare, nessuno la chiama, “lato A”? No, quella non si chiama, anche perché è difficile definirla in maniera diversa da “vagina” e non sembrare dei perfetti cretini.
E, a proposito di vagina, la
Rosalinda Celentano ha deciso di metterci una lapide.
Mentre Francesca Lodo, ex letterina e qualche altra cosa, pare che se la faccia con uno sceicco.
E Berlusconi ha, per l'occasione, ridisegnato la famiglia felice, una delle pantomime più ridicole degli ultimi 70 anni. Anche se la Veronica, o Miriam, assomiglia una statua di sale e lui sembra fare tutto da solo, ma va bene lo stesso (per lui, è ovvio).
E la Beatrice Borromeo sta con Pierre Casiraghi, coppia super glamour e altrettanto antipatica che ha trascorso l’estate in giro per le spiagge d’Europa, alla faccia degli operai che lei frequenta quando fa la proletaria ad Anno Zero.
E Fiore di Cactus ricomincia a frullare, la super pettegola è tornata!