martedì, agosto 06, 2013

UN SOGNO DI CARRIERA

Elisabetta Canalis è il mio idolo. Per me è la versione più simpatica di Belen Rodriguez, stesso talento, stessa bellezza, stessa fortuna. La contraddisitngue, forse, la sua indole maschiacchia, non è sempre  supersexy come la collega, non ha un figliolo da farci vedere, però anche lei, c'è. E non si sa perchè è sempre presente in ogni sito e su ogni giornale come se avesse la carriera più sfolgorante di questo mondo. In realtà non fa mai un tubo, sta vivendo l'estate al mare, ora in Sardegna, poi Capri, poi Ischia, poi Los Angeles, sempre bellissima e in vacanza. Ora si fa vedere in giro con Maccio Capatonda, un falso brutto che per molte donne è un figo sotto mentite spoglie. E lei se lo spupazza in America, sempre senza lavorare, con il fisico tonico di una ventenne palestrata e col viso perennemente libero dal trucco, tanto è bella lo stesso.
Apparentemente la sua vita non fa una piega. Elisabetta è la realizzazione di tutte coloro che non hanno particolari velleità se non una bellezza regalata. Lei non si impone come "qualcosa", lei è lì che si fa vedere dal  mondo. Dopo la fine della relazione con George Clooney il suo vagabondare è diventato quasi una professione. Il lavoro ha scarseggiato, forse qualche campagna pubblicitaria, qualche servizio, un paio di partecipazioni sporadiche a serie tv, ma tutto talmente leggero da essere quasi impercettibile. Ogni tanto una storiella con uomini mai anziani e mai brutti, solo giovani e belli e si capisce che il suo è puro piacere e mai lavoro. Se la gode la Canalis, è passato il treno giusto e lei lo ha acchiappato al volo senza fare tante storie. Ha ancora qualche ambizione americana per la quale non si sbatte più di tanto ma la sua vita è talmente bella che deve essere vissuta, senza guardarsi indietro e senza rincorrere chimere. 
Tanto, per quello che vale, la sua carriera è già un sogno. Non è tangibile e probabilmente non decollerà mai, ma è viva e pulsante come se fosse vera. Basta solo crederci e lei ci ha sempre creduto.

martedì, luglio 30, 2013

TE LE DO IO LE MALDIVE

E poi uno dice che andare al Grande Fratello non serve a niente. Capita che non riesci a far carriera perchè non sei buono neanche per fare il brodo però sei carino e, soprattutto, sei ancora seguito da qualche anima sensibile che forse ha preso a cuore il tuo caso umano. Oppure c'è un virus che serpeggia tra i fans dei personaggi ex famosi che porta loro ad affezionarsi per la vita, anche quando colui che fu noto, è tornato nel cestino del pane raffermo. Quel cestino che vuoti nella pattumiera oppure nel pentolino per fare la pappa col pomodoro.
La storia di Ferdinando Giordano, gieffino dell'11esima edizione, si racchiude in poche righe. 
E'entrato nella Casa, si è fidanzato con una collega, è uscito, qualche ospitata, qualche raduno con i fans, qualche paparazzata con la fidanzata, poi l'addio, storiella con un'altra collega e poi il silenzio.
Velocissimo riassunto della sua carriera.
Ora, mi trovo a leggere che il Giordano si è concesso una vacanza per il suo compleanno, anche con l'aiuto dei suoi fans. Spiego meglio: ci sono state persone che hanno speso i loro soldi per far andare questo tizio in ferie. In pratica, qualcuno, probabilmente molti, non so come abbiano fatto, forse un bonifico, una ricarica Postepay, soldi in una busta, hanno permesso ad un tipo che nemmeno conoscono di andarsene alle Maldive. Così, giusto perchè qualche volta è finito sulla copertina di Visto o ospite a Canale 5. E parliamo di diversi anni fa, quindo in molti dovrebbero esserselo dimenticato, in fondo non è che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama televisivo italiano. Eppure, c'è poco da fare, alle Maldive c'è andato alla faccia nostra, alla faccia mia che fra un po' non so nemmeno dove siano queste benedette Maldive.
Che dire di più? Questa è triste cronaca di un fanatismo da rivedere, magari  le persone che hanno contribuito a mandarlo in vacanza se incontrano un mendicante per la strada gli sputano in un occhio. Vai a lavorare, gli diranno. Ferdinando Giordano lo mandano dall'altra parte del mondo perchè se lo merita. Perchè ha partecipato al Grande Fratello. Perchè è bellino. Perchè il mondo sta andando all'incontrario.

martedì, luglio 16, 2013

SIAMO TUTTE MISS ITALIA

Ora è arrivato il momento di demonizzare Miss Italia, via, a questo punto della storia del nostro paese la sua cancellazione dal palinsesto Rai ha reso la Presidente della Camera, Laura Boldrini, una donna felice. 
Ora, mi viene da ridere a pensare che una manifestazione come questa possa essere demonizzata come se fosse stata da sempre una sorta di pubblico bunga bunga, con donne nude che sfilano alla spasmodica ricerca di quello che definire un posto al sole non rende l'idea. Da lì sono uscite veline, letterine, coloradine, attrici, modelle, annunciatrici rai, mogli di piloti, ma se si guarda bene l'ufficio di collocamento made in mamma Rai, la Bianchetti, la Gregoraci, la Daniele, la Landi personcine sicuramente meritevoli sotto sotto e non sopra sopra, hanno e hanno avuto i loro bei programmini addirittura con conduzione in solitario. E senza mettersi in costume. In pubblico, s'intende.
Miss Italia esiste da sempre e che cos'è? una vetrina nella quale 100 o poco meno ragazze sfilano per rappresentare la più bella del nostro paese, una cosa mai volgare, noiosa a livelli stratosferici, ma da qui a parlare di mercificazione ce ne va e ce ne corre.
 Elisabetta Gregoraci, mi viene da pensare, di colpo è diventata conduttrice di Made in Sud: poca simpatia, uno scandalo passato del quale nessuno pare ricordarsi più e un matrimonio con Flavio Briatore. Meriti? nessuno. Capacità? nessuna. Eppure è lì a fare la presentatrice al posto di qualcun'altra sicuramente più preparata di lei.
E tutta questa puzza sotto il naso, Laura Boldrini, la riservi per l'ambiente nel quale lavora, per la signora Daniela Santanchè, ad esempio, che con quella maglietta con scritto "siamo tutte puttane" ha sul serio ridotto la figura femminile ad una compiacente mignottona serva del capo. 
Ma in quel caso, forse qualcuno ha avuto sue notizie?

lunedì, luglio 08, 2013

BARCOLLA MA NON MOLLA

Ana Laura Ribas vorrebbe fare le serate. Io vorrei fare l'attrice. Le due cose non sono poi così diverse se pensiamo che entrambe non sappiamo fare praticamente niente. Lei canticchia, presenticchia e litiga. Anzi, ha litigato per tutto il tempo in cui ha soggiornato, molti anni fa, sull'Isola dei Famosi e quello le veniva sinceramente bene.
Per il resto, di che si lamenta? Vorrebbe fare le serate come Roberto Saviano: per parlare di che cosa? di come è divertente andare a fare l'opinionista dalla D'Urso? o di come era simpatico Lele Mora ai tempi d'oro?
Credo che ormai il tempo della Ribas sia finito, ma non per altro, diciamo che quello che sapeva fare lo ha dimostrato ampiamente e ora sarebbe anche arrivata l'ora di arrendersi all'evidenza. Non si può saper fare tutto nella vita, io non so fare l'attrice lei non è capace di gestire un palco. E non è una brutta cosa, figuriamoci, non è obbligatorio vivere senza lavorare e pretendere palcoscenici come un Saviano qualsiasi. Forse dovrebbe rendersi conta che è giunto il momento di aprire un negozio, un bar, farsi assumere da una agenzia come receptionist, o segretaria, o assistente, ma niente che abbia a che fare con lo spettacolo. Sveglia alle otto, doccia, trucco, parrucco e via a lavorare come tutti noi poverini che non conosciamo l'ebbrezza della villa in Sardegna affollata di tronisti.
Ana Laura, la fortuna che ha avuto Belen è una fortuna per poche: zero talento, fiumi di soldi e popolarità ai massimi storici. Niente, rassegnati, rassegnamoci, è toccato a lei e ora ce la ritroviamo anche nella tazza del caffellatte la mattina. 
Non ti resta che lavorare, forza, i primi tempi fa male ma poi ci si fa l'abitudine, il venerdì, se Dio vuole, arriva tutte le settimane.

sabato, giugno 22, 2013

QUEL PALCO VICINO AL CIMITERO

Anna Oxa negli ultimi anni è un po' cambiata. Chi la riconosce più nella strappona anni 80 con i capelli ossigenati e la sinuosità di una pantera ammaliante. Oggi è ancora una bella donna, ma ha perso lo charme di allora, ormai è una brontolona alla quale non va mai bene niente, vittima del sistema, vittima di Sanremo, e alla luce degli ultimi fatti, anche leggermente in fissa. 
L'ultima sua gesta è stata annullare un concerto al Gay Pride di Padova per colpa delle energie negative che emanerebbe un cimitero, sito a pochi metri dal palco sul quale avrebbe dovuto esibirsi.
La cosa in se fa abbastanza ridere, anche perchè una persona che rinuncia ad un lavoro per una qualsivoglia "energia", fa sì indispettire coloro che l'hanno scritturata, ma in buona parte fa anche sogghignare con mesta commiserazione.
Gli organizzatori del Pride però l'hanno presa terribilmente sul serio e si sono appellati alla solita storia che "proprio noi comunità gay che l'abbiamo sostenuta e amata, siamo rimasti amareggiati da questa decisione..che ci sembra un mero capriccio e una mancanza di rispetto per la nostra comunità.."
Partendo dal principio che, secondo me, Anna Oxa avrebbe tenuto lo stesso atteggiamento anche se avesse dovuto cantare per i bambini poveri dell'Africa nerissima, perchè mettere sempre davanti la storia della "comunità". Allora quando i Cugini di Campagna annullarono il concerto per il quale io avevo il posto in prima fila (?), cosa avrei dovuto fare, incazzarmi perchè noi comunità etero ci eravamo rimasti male? 
Qui non si tratta di arrabbiarsi in quanto omosessuali o eterosessuali, la questione è che la Oxa si è comportata un po' da invasata, indipendentemente dal fatto che dovesse cantare per uomini, donne, cani o cavalli. E poi, basta con questa storia di "noi" e "voi", se non si supera questo scoglio non si va da nessuna parte.
I gay la sostengono, è vero, ma cosa vuol dire poi "sostenere la Oxa"? Io sostengo Miguel Bosè, quindi? 
Non è che posso pretendere, in quanto fan, che il mio artista del cuore non sbrocchi e se lo fa lo prenda come un affronto personale. Per lei la questione del palco vicino al cimitero era insormontabile e cosa ci possiamo fare? Niente, peggio per lei e buon per noi che ci siamo levati di torno una chiavica in fissa di siffatte proporzioni.

giovedì, giugno 20, 2013

GALLETTO VECCHIO FA BUON BRODO

Il lavoro della badante può anche avere qualche flaccido lato positivo. Non c'è da pulire le feci di nessuno, piuttosto si va in barca, si beve champagne, di tanto in tanto un regalino di quelli costosi e, sempre di tanto in tanto qualche fornicata per finta. Si perchè non si può avere tutto dalla vita e la fidanzata ventenne di Roberto Cavalli (classe 1940) ha l'ardito compito di soddisfare tutte le esigenze dell'attempato amante. Anche lavargli il culino con amorevole grazie e pulirgli il pistolino dalla salsedine. Come si fa a negargli simili attenzioni, dico io, una ragazza così giovane e così bella, potrà mai rifiutare siffatte richieste da parte del suo uomo settantenne? Magari se il nonno le chiedesse di porgergli il pappagallo, la giovinetta storcerebbe il naso col conato di vomito, ma allo stilista strafamoso e straricco sono sicura che toglie anche le caccole dal naso.
La copula poi sicuramente sarà il momento topico della vita di questa bellissima ragazza. Sarà sicuramente tutta una serie di movimenti faticosi per lui e faticosissimi per lei. Obiettivamente trovarsi nel letto una ragazza di 20 anni resusciterebbe anche una salma in avanzato stato di decomposizione, ma mi metto nei panni della ventenne che scegli di "fidanzarsi" con qualcuno che potrebbe tranquillamente essere il padre di uno dei suoi genitori. Il cencino molle del settantenne, la pelle flaccida come è giusto che sia, il sedere che cade, le gambe magre e penzoloni, le puppine flosce, tutto che scende verso il basso, inesorabilmente e inevitabilmente.
Okay, il denaro ha il peso primario, ma trovarsi nel letto qualcosa del genere e pensare che si potrebbe anche optare per qualcos'altro, senza ombra di dubbio, è spaventoso. 

Quindi, care signore badanti che per 700 euro accudite anziani signori che vi fanno solo pulire pipì e cacca senza portarvi nemmeno  fare un giro di mezz'ora sul pedalò, guardate bene questa astuta ventenne che ha scelto la vostra professione da un altro punto di vista.
Ecco, guardate bene e continuate a fare quello che state facendo. Perchè trovarselo sopra tutto ignudo non vale nè il flute di champagne nè 10 abiti da sera della maison. E se fosse stato il Cavalli della salumeria Cavalli, ho il vago sentore che alla ragazzina il solo pensiero di sfiorarlo la avrebbe fatta scappare da tutt'altra parte. 
Altro che lavargli il culo. 



lunedì, giugno 17, 2013

LA FILOSOFIA DEL MASCHIO

E' di oggi la notizia dello sdegno di Chiara Iezzi (del duo Paola e Chiara) a proposito di alcuni accostamenti della sua persona al mondo gay. In poche parole, le dicono che è lesbica.
Stanca di tali insinuazioni, la ragazza ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un veemente post in cui, senza alcun giro parole, dichiara di non essere assolutamente una "leccapassere", anzi, che la cosa le fa decisamente schifo. Dopo questa insolente dichiarazione le sono arrivati strali un po' da tutti, in primis da Selvaggia Lucarelli che le ha dedicato tutto un discorso in cui gliene dice 4 come è nel suo solito stile graffiante.
Ora, io che non sono nessuno, men che meno una blogger famosa, mi sento lo stesso di dire la mia: dunque,  non mi ritengo mai e poi mai omofoba e suppongo che nemmeno Chiara lo sia dal momento che da sempre è un po' una delle icone gay per eccellenza. Capisco il suo sfogo dal momento che da giovane qualcuno lo aveva insinuato anche di me perchè avevo tante amiche e pochi fidanzati fissi. Perchè mi vestivo strampalata e portavo i capelli colorati. Vai a sapere poi qual era il motivo vero.
Nel mio caso mi sono presa le chiacchiere che qualcuno metteva in giro zitta zitta, sai com'è, all'epoca o li prendevi ad 1 a 1 e li menavi o ti tenevi il pettegolezzo.
Per lei invece è diverso. Niente di male ad essere lesbica, ma è una natura. Non è simpatico sentirsi dare della lecca.... in tono dispregiativo come penso sia successo a lei. E poi, diciamocela tutta, quella pratica lì anche a me fa un po' senso. Ma per carità, lungi da me il pensiero che una donna non la possa eseguire, ma a me da un leggero voltastomaco. Una cosa del genere, se la dico io non frega niente a nessuno, ma se la dice una che si è esibita in locali gay, che è un icona del mondo gay, che si è fatta foto con la sorella (che poi, con la sorella che ci sarà mai di lesbico, mah!) un po' a diavolona, ecco che parte la rivolta in massa. La cosa che mi fa specie sono gli uomini che scrivono: " " Leccare delle passere non è peccato, oltretutto è pure un bel vedere, ai maschietti piace. Quindi invito la bella bionda a prenderla con filosofia, non c'è motivo di inkazzarsi, farlo può risultare discriminante nei confronti di chi è effettivamente gay o bisex. PEACE & LOVE.  ( da un commento sul sito di Leggo)
Bene, rivoltiamo la faccenda e mettiamoci questo esempio di tolleranza al posto di Chiara. Se avessero detto a LUI che ha una particolare predisposizione per, e lo dico con parole mie, "parlare al microfono", l'avrebbe presa con filosofia o si sarebbe, e lo dico con parole sue, "inkazzato" come una bestia?

sabato, giugno 15, 2013

MALINCOGIOIA

Quando ti prende la malinconia, è un casino. 
Inizi a sentirti sola, abbandonata, vulnerabile e basta una parola detta in una certa maniera a farti venire, inesorabili, i lucciconi agli occhi. Non ce la fai a scuoterti in nessun modo, anzi, più provi a ricacciare indietro la tristezza e più questa ti si attacca addosso come i pelucchi dell'angora fabbricata in Cina. Affronti le tue realtà come se fossero questioni di vita o di morte, i problemi di lavoro appaiono montagne altissime da scalare, gli amici che non frequenti ti mancano ma non ce la faresti a sostenere con loro nemmeno 3 minuti di conversazione, e allora? Colpa mia, pensi, sono una pena di femmina. Ad un certo punto ti guardi dentro. E cosa vedi? vedi quello che eri e che da qualche parte è ancora lì che cerca di uscire. Vedi un'altra te, o forse la sola te che un po' ti piace ma che è rimasta intrappolata dai tuoi errori e dalla malasuerte che probabilmente in buona parte ti tiri da sola.
Allora scrolli le spalle, guardi la tua amica vera e sincera (nello specifico, mia sorella) e ti accorgi che sola non sei manco per niente. Che riesci ancora a ridere di una sua imitazione come se davanti a te ci fosse Totò. Che ti basta scegliere un video su Youtube e tutto riprende le dimensioni naturali. Che Facebook ti ha regalato la saggia Ornella che riesce sempre a dirti le parole che ti aspetti e regalarti canzoni come fosse una tua amica di una vita. Che gli amici che non ci sono, sono quelli dei quali non hai bisogno. Che nonostante tutto vivere è proprio bello, anche se a fine mese ci arrivi mezza stramazzata. Che a volte la solitudine è uno stato d'animo, niente di reale, solo la proiezione del nostro malessere che riesce ad isolarci anche da noi stessi.  
Che la vita ti ha dato tanto e non lo si deve dimenticare, il passato non può tornare ma è lì che ti guarda pronto a ricordarti una felicità che puoi ancora vivere. L'importante è non smettere di crederci, con pazienza e fatica, ma mai mollare la presa. Guai a noi.

sabato, giugno 08, 2013

VIVA L'ITALIA

La compassione. Gran cosa.
Ho notato però che esistono tragedie e morti di serie A e di serie B. Non che abbia scoperto l'acqua calda, ma se si pensa alle varie, chiamiamole così, sciagure, che hanno e stanno sconvolgendo l'Italia si notano delle differenze sostanziali che non possono far altro che lasciarci un margine di riflessione.
Mi viene in mente il carabiniere Giuseppe Giangrande, rimasto gravemente ferito nel mese di marzo davanti a Palazzo Chigi. Per lui si mosse mezza Italia, in prima linea la Rai che organizzò l'anteprima di un episodio de "Il commissario Montalbano" per raccogliere fondi al fine di aiutare la figlia, già orfana di madre. Come dimenticare gli innumerevoli links apparsi su Facebook per non dimenticare questo fatto gravissimo, con sottoscrizioni, appelli, ingiurie contro l'attentatore e profondo rispetto rivolto all'Arma dei carabinieri.
Mesi dopo, altre disgrazie, pensiamo al porto di Genova, pensiamo al bambino lasciato in macchina per 8 ore dal padre, pensiamo alla ragazza trainata da un suv per 4 kilometri senza che la guidatrice si accorgesse di nulla, pensiamo alle donne uccise dai compagni, dagli stalkers, dai maniaci, pensiamo a Sophia, morta a 6 mesi per colpa dello Stato, pensiamo a Stefano Cucchi, a Giuseppe Uva e quanti altri ce ne sarebbero. E i links? le serate della Rai? Gli appelli? 
Le famiglie non avrebbero bisogno di aiuto come la figlia di Giuseppe Giangrande?
E' in questo che l'Italia mi fa un po' schifo, se le cose si fanno per una vittima vanno fatte anche per gli altri. Non è che un Carabiniere ferito vale più di un civile morto. La pietà va distribuita in parti uguali così come la carità cristiana e lo sdegno comune. Giulia Spinello se n'è andata per colpa di una persona che guidava praticamente in coma, ma non ho letto un rigo di pietà nè tantomeno ho trovato i famigerati links (che odio e detesto) su Facebook, con parole di compassione verso questa povera ragazza di poco più di 20 anni.
Muore un soldato, ecco che l'eco mediatico ti assorda quotidianamente. Muore un ragazzo picchiato dalla polizia e tutto tace, Giuseppe non esiste e i suoi cari non hanno bisogno di aiuto e nemmeno di serate organizzate dalla Rai. La polizia non ha sbagliato e se lo ha fatto, basta non dirlo a nessuno.
Che dire, viva l'Italia.

martedì, giugno 04, 2013

LA BOCCA UN PO' UMIDICCIA

Michael Douglas ha scatenato un putiferio. Dopo la sua dichiarazione nella quale dichiara che il suo tumore alla gola con tutta probabilità gli è stato provocato dal troppo sesso orale praticato, ecco un altro anziano che sente l'impellenza di dire la sua.
Siccome era tutto ancora troppo poco interessante, ecco che appare dal fondo di una sala immaginaria, Lando Buzzanca. In passato molti films di successo ma recentemente qualcosina di meno ed eccolo con la dichiarazione ad effetto che, naturalmente, gli sta regalando quei 2 secondi e mezzo di rinverdita popolarità: "Bisogna essere onesti. Leccando la vagina si parla direttamente con l'interessata, è un grande messaggio sexy, ardito e sentimentale che si fa alla donna. E' come dire alla donna: se io vado in paradiso e non ti trovo manco ci entro, diceva Verga nella cavalleria Rusticana". "Il cunnilingus non dà frutti scomodi, non chiede protezione e vive un godimento carnale e spirituale totale, non solo per la donna ma anche per l'uomo".
Niente di sconvolgente, direte voi, se non fosse per il fatto che Buzzanca ha 78 anni e certe cose in bocca ad un possibile nonno o bisnonno non hanno lo stesse effetto che sentirle dire da un 40enne. Non so come spiegare, ma un signore di questa età dovrebbe pensare ad altro, mi piace pensarlo un po' superiore a certe "bassezze", cose del passato, personali e private da non commentare come un ragazzino dopo la prima smanettata nel bagno di casa. 
Ma il pezzo forte è un altro. Se ne avete bisogno mettete gli occhiali perchè l'ultimo passaggio di Lando ha dell'incredibile: "A me di quello che ha detto Douglas - dice Buzzanca - non me ne frega niente, non ho paura, secondo me è una cazzata. Ho 78 anni e continuerò a leccare e praticare, il cunnilingus non me lo devi levare. Altrimenti che faccio?". "Berlusconi? Certo che lo pratica. Ha la bocca adatta, guardatelo bene quando è inquadrato in primo piano. Una volta mi è sembrato di avergli visto la bocca sporca, un po' umidiccia..."
Qui si è raggiunta la vetta del sublime. Un vecchietto che millanta e si vanta e se non millanta fa peggio perchè fa solo venire voglia di dare di stomaco. E ha pure le visioni di quell'altro signore anziano che va in tv con la bocca sudicia che nessuno nota ma che solo lui, il vecchietto numero uno, vede come quello che resta di un incontro carnale trascorso in buona parte a testa bassa.
Allucinazioni da terza età vogliosa, bisogno di far parlare di se in qualche modo e, già che ci siamo, leccata metaforica al capo indiscusso della banda bassotti. Otterrà qualche risultato il buon Lando?


sabato, giugno 01, 2013

MORTO UN PATO SE NE FA UN ALTRO

Non è molto consolatoria questa cosa, però sapere che anche i ricchi piangono, non lo so, mi fa sentire meno sola. Eh si, per i brasiliani non c'è cosa, puoi anche essere la più ricca e la più bonazza del mondo, ma se trovano una conterranea, pure che mangia regolarmente pane e caccole, quella sarà la donna per la vita. E Alexandre Pato, fidanzato in carica di Barbara Berlusconi, pare che abbia proprio optato per la suddetta scelta. Non mi è dato conoscere se realmente la nuova ragazza si ciba di pane e caccole, ma di sicuro non avrà il potere e il denaro della rampolla del nostro simpaticissimo ex premier. Con questa mossa che definirei azzardata, per Pato un eventuale ritorno al Milan è roba da fantascienza, ormai suppongo che la figlia del cavaliere se la sia legata al dito e in questo caso la capisco perfettamente, nonostante il cognome che porta che le farebbe avere torto sempre e  comunque. 
C'è da dire che Pato ha mollato una strada più che sicura per una cosa che non si sa come andrà a finire. La nuova ragazza ha solo 22 anni e di certo non sarà risolta come la Berlusconi; non avrà 2 figli e la sua carriera; non avrà il potere e un cognome così importante a livello direi mondiale.
Però per il giovane calciatore la questione non ha importanza. I brasiliani sono fatti così, ne ho conosciuti diversi e per loro basilare è l'attaccamento alle proprie radici, per loro il detto "moglie e buoi dei paesi tuoi" non è giammai un modo di dire.
Embè, cose che succedono, cara Barbara. Per te ci sarà sì la sofferenza, si sa, quando finisce un amore c'è sempre un lutto da elaborare, non è che dall'oggi al domani c'è il ragazzetto pronto a leccarti le ferite. Però sento che ce la puoi fare, sei bella, straricca, presumo intelligente e con una madre solida che ti potrà sicuramente dare un conforto e un appoggio amorevole. 
L'unica cosa che mi sento di dirti però è una sola: torna ad essere giovane come una volta, togliti quell'aria da top manager dalla chioma rossa e dal tacco a stiletto. Non è che per fare la manager ci si deve anche mascherare da manager, eri carina prima, con i capelli biondi e l'aria da ragazza della porta accanto, poco berlusconiana e molto "normale".
Pensa all'immagine di tua sorella Marina e vai dalla parte opposta. Quando un amore finisce si cambia pelle a volte, ecco, magari fai un salto dal parrucchiere e dai una botta di vita al tuo look da maliarda quarantenne.
Morto un Pato se ne fa un altro, dopotutto sei sempre la figlia del tuo babbo. 

venerdì, maggio 31, 2013

FUMOK O RAGGRUMINA?

Di cose, non dico brutte, ma così così, ne ho viste tante. Per dire, la canzone di Antonacci "Non vivo più senza te", secondo me non è il massimo. Oppure il film "Io sono Sean" non è stato quel gran capolavoro. Però entrambi hanno probabilmente ragione d'esistere, niente di memorabile ma nemmeno totalmente da buttare malamente nel cesto dell'immondizia.
Invece lo spot della sigaretta elettronica Fumok, con la pregevole interpretazione di Emanuele Filiberto è qualcosa che non si può nemmeno definire "brutto", perchè è forse di più.
Da dove iniziare? Dalla faccia del principe? Diciamo che la sua espressività è quello, a livello globale, che si allontana dall'idea di recitazione quasi più della faccia di Francesca Dellera ai tempi d'oro. Non azzecca lo sguardo, il modo di aspirare quell'aggeggio e nemmeno il tono della voce. Lui non dovrebbe recitare, ma non dovrebbe nemmeno parlare, anzi, non dovrebbe stare da nessuna parte, ma questa è un'altra storia. La ragazza che associa il fumo finto al sesso,se è possibile, è ancora peggio di lui. Il testo di tutto ciò è indefinibile, perchè potrebbe tranquillamente essere uno spot del tg di Mario della Micidial Corporation. Un po' come Raggrumina, e i fans di Maccio Capatonda sanno di cosa parlo. 
Anzi, mi spingo oltre. Raggrumina è un capolavoro, Fumok è come se lo avessero scritto e recitato mezz'ora dopo aver finito di lavorare in acciaieria. Ci hanno infilato un po' di malizia, che non guasta mai, la ragazza scelta a caso senza nemmeno stare a guardare se forse in giro ci fosse stato qualcosa di meglio; il primattore forse di ritorno da una riunione di monarchici e quindi libero quella mezz'ora prima di cena, ed ecco confezionato lo spot più brutto della storia.
Ma al principe piace far parte della storia, sempre niente di memorabile, ma l'importante è esserci e lui, bontà sua, da un po' di tempo a questa parte lo abbiamo sempre tra le palle.


giovedì, maggio 30, 2013

FACEBOOK E IL RAGGIO DI SOLE

 C'era una volta un mondo quasi normale, un mondo in cui non c'erano figure da idolatriare, in cui ognuno era il migliore amico di se stesso e in cui nessuno era migliore di nessuno.
 C'era una volta la personalità, quella cosa astratta che dava ad ognuno di noi un'identità precisa, un ruolo utile a noi stessi che non ci faceva uscire la lingua a tappeto a leccare culi di persone con le quali non abbiamo mai nemmeno mangiato una pizza.
C'era una volta un tempo in cui Facebook serviva solo per esprimere opinioni personali e non per compiacere estranei, personaggi pubblici, anche solo di riflesso, che sbagliano e dicono cavolate come tutti noi, persone comuni senza velleità artistiche nè tantomeno parentele famose.
C'erano una volta le opinioni. Quei pensieri personali che assomigliavano sì a quelli di tante altre persone, ma erano proprie, sincere e per questo uniche. Robe tutte nostre che difendevamo con le unghie con i denti tanto ci erano care e preziose. 
C'era una volta la passione sana, qualcosa che ci avvicinava a qualcuno o a qualcosa senza fare però di quel qualcuno o quel qualcosa un vangelo da non contraddire mai, nemmeno di fronte ad un evidente castroneria. 
C'era una volta la persona pensante, lucida, appassionata e concreta. Una figura che un po' si sta perdendo di vista per lasciare spazio ad ideologie politiche e a fanatismi da adolescente che ottenebrano il pensiero personale.
C'era una volta un gregge. Menti mature che si perdono dietro a pseudo guru che regalano parole indiscutibili e condivisibili sempre e comunque, quasi a prescindere. 
C'era una volta, e c'è ancora, Facebook. Con il gregge che adora qualcuno che non conosce ma che non sbaglia mai, che vede il sole come noi non lo vediamo, che sente i profumi come noi non li sentiamo e che conosce la gente come noi non la conosciamo. Ma soprattutto, ha un'opinione che combacia perfettamente con la nostra, una mente dentro la nostra mente che sviscera i nostri pensieri come nemmeno il nostro cervello riesce a fare.
E alla fine nessuno visse felice e contento, tutti si assomigliavano e chi vedeva la luna come noi non riuscivamo a vederla era indiscutibilmente il leader del nostro pensiero personale. 
Una sopravvalutata luce riflessa, convinta, anzi, più che certa, di essere un illuminante raggio di sole.

lunedì, maggio 27, 2013

UNA STORIA TRISTE

Non stiamo parlando di un genio e nemmeno di una mente eccelsa, in realtà sono soltanto Nando Colelli e Sara Tommasi, due personaggi in cerca di gloria. Non la troveranno neanche col porno, secondo me, perchè ho come l'impressione che a entrambi manchi quel quid che li differenzia dagli ammassi di pelle depilata che si rotola sui set del genere. Lui non ha le misure di Rocco, lei non ha il fascino di Moana, lui ha l'atteggiamento di un pesce surgelato, lei sembra costantemente sotto effetto di lsd. Nonostante queste evidenti e gravissime carenze, eccoli sbucare dai meandri dell'hard fatto in casa, convinti di poter intraprendere una qualsiasi carriera che porti loro in qualsiasi direzione che non sia quella di un cosiddetto "lavoro normale". Nando dopo un recente Grande Fratello, a parte l'ubriacatura iniziale, era tornato nel prevedibile dimenticatoio ma senza mai scordare che la popolarità val bene qualche figura grama. E come dimenticare il provino con un attrice porno che gli procurarono Le Iene qualche anno fa. Avete presente l'alza bandiera? Ecco, dimenticatelo. Oggi però la bandiera si è alzata e con una partner che probabilmente avrebbe bisogno più di un 'interdizione che di una telecamera puntata addosso, ma questo è il prezzo per raggiungere il successo. 
Fanno pena questi due ragazzi, pena per la pochezza della loro vita e per la deriva di un'esistenza che sicuramente li porterà a naufragare, povere vittime delle loro stesse esistenze. Non sono niente, non sanno fare niente e si ostinano a percorrere le strade più facili per raggiungere la popolarità come se mostrare quanto poco valgono al resto del mondo, significasse imprimere nella storia il loro discutibile talento. In quanto esseri umani hanno perso ogni qualsiasi forma di dignità, ma la sola cosa che li fa assomigliare al loro ideale di fama è la necessita di far vivere il personaggio a discapito della persona. Anche se  chi sono diventati oggi veramente Nando e Sara, probabilmente  non lo sanno più nemmeno loro. 


venerdì, maggio 24, 2013

IN PIEDI SUL PREDELLINO

C'erano una volta i tronisti. Quelli stile Costantino e Daniele sono roba vecchia, muscoli e Lele Mora al seguito, non esistono più. Quelli nuovi sono ragazzi normali, belli ma accessibili, niente discoteche Hollywood e Billionaire, ma soprattutto niente agente dietro la schiena. E per "dietro la schiena", potrei intendere molte cose.
Ma la nuova creatura made in Mariadefilippi, si chiama Antonio. E' un sessantenne che partecipa al cosiddetto "Trono Over", ovvero, uomini e donne adulti che decidono di conoscersi in tv e instaurano rapporti più o meno sinceri, dentro e fuori la trasmissione. Costui rappresenta il peggio del peggio dell'italica specie maschile. Non sto qui ad elencare le sue molteplici figure di merda perchè so di portare a chi mi legge una buona dose di tedio, mi limito soltanto a sottolineare come la tv renda le persone stupide e  prive di dignità. Pur di restare incollati a quello studio televisivo, che, evidentemente causa alle persone più effetti collaterali di una pompa dell'acqua piena di cocaina infilata su per il naso, tutti, o perlomeno il suddetto Antonio, riesce ad esprimere la sua mascolinità assomigliando sempre di più ad un etero che si finge etero ma che in realtà non lo è. Gli è stata data l'opportunita di conoscere donne su donne, tutte molto carine e altre davvero belle, ma niente. Non scatta nulla per cui preferisco troncare qui la nostra relazione. Ma come, ieri sera mi hai detto che ti piacevo tanto e oggi in trasmissione mi dici così? Lo so, ma ci ho pensato stanotte e non me la sento. Questo è il succo in sintesi di 2 anni di presenza fissa e fastidiosa di Antonio in trasmissione. Stiamo parlando di un sessantenne, non dello sbarbato di vent'anni, qui si tratta di maturità ritardata, di andropausa marcita, ecco, qui si parla della vera essenza del mancato tronista prima maniera. 
Quindi, non mi si venga a dire che la gioventù che rappresenta Maria De Filippi è brutta e cattiva, più brutti e cattivi sono questi anziani che non si arrendono al fatto di aver perso il treno in gioventù e lo rincorrono arrancando, proseguendo il viaggio in piedi sul predellino. 

giovedì, maggio 23, 2013

LESBO DEFICIENTI

Di questi tempi il lavoro scarseggia per tutti, anche per Alessia Marcuzzi e Asia Argento, evidentemente con un sacco di tempo libero e senza guizzi intelligenti di fantasia da condividere con Facebook. Come altre 23454mila persone, anche loro si sono vendute al cosiddetto "lesbo chic", che poi qualcuno me lo deve spiegare letteralmente. Lesbo è lesbo e si sa. Ma chic? perchè, esistono anche delle lesbiche non chic? E chi lo dice che queste due disperate sono chic? Non sono andata a controllare i commenti ma già me li immagino: "siete fantastiche" "come siete sexy" "bellissime" e chi pù ne ha più ne metta. Ora, la domanda che mi pongo è la seguente: entrambe hanno dei figli non più in età da asilo e che sicuramente navigheranno in rete o avranno degli amichetti che lo fanno. Allora, se io a 11/12 anni avesse visto delle foto così della mia mamma, con la dicitura "lesbo chic" e tutte le boiate scritte di seguito degli ammiratori, suppongo che avrei vissuto un trauma non da poco. Anche perchè, questa non è la scena di un film, è solo la cretineria di due donne con la smania di finire sui siti e sui giornali senza avere niente di intelligente da dire. La cosa che dico sempre e che ho sempre pensato, perdonatemi il pensiero anziano, e che i figli non sono un obbligo. Giovane o meno giovane, vivaddio puoi scegliere, ma dal momento che decidi di averne, la prima cosa da fare è rispettare loro più di te stessa. I ragazzi sanno tutto e vedono più di quanto noi pensiamo, motivo in più per non mettersi a fare le cretine come una bimbaminkia di 16 anni che bacia con la lingua l'amica del cuore per dimostrare di essere trasgressiva. Vabbè che qui il bacio non c'è, ma dubito che i loro bambini vedano così tanto la differenza, proviamo a metterci al loro posto.

UN DOVEROSO SERVIZIO PUBBLICO

Valeria Marini si è sposata. Grande evento mediatico, secondo la Rai, che ha deciso di mandare in onda la diretta del matrimonio come fece a suo tempo con le nozze di Carlo e Diana e, più recentemente, William e Kate. Non riesco bene a comprendere il motivo per il quale questa signora ha così credito nella seriosa RaiTv che ha deciso di abolire l'Isola dei Famosi perchè non in sintonia con la nuova dirigenza. Costei in fondo non ha una vera e propria carriera alle spalle, è riuscita a costruire un personaggio inutile ai fini dello spettacolo ma utilissimo ai fini del business. E questo matrimonio in diretta tv è la conferma che nel nostro paese dei balocchi, conta poco avere capacità artistiche al limite della decenza, quello che conta è ben altro, anche se nel suddetto caso sto ancora qui a domandarmi qual è. Lei ha definito questa operazione un "doveroso servizio pubblico", come se assistere a questa pagliacciata portasse un qualsiasi interesse anche agli italiani più disperati. "Un matrimonio fa sognare", dichiara la signora Marini in Cottone, ma non ho capito di che sogno sta parlando. Di lei non si è mai vista nemmeno mezza foto in atteggiamenti, perlomeno amicali, con colui che poi è diventato suo marito.  E' quasi sembrata una sorta di fiction per rinverdire quella che non oserei definire carriera ma voglia di apparire a tutti i costi. Che poi, devo ammettere che la Valeriona sarebbe una manager perfetta, capricciosa e un po'stile diva del cinema muto,(VIDEO) ma capace di dare lavoro a una manica di persone che pare adorarla ma che secondo me alla prima occasione la infilzerebbe col girarrosto per farla cuocere a fuoco lento. Molto abile nel vendersi mediaticamente e instancabile lavoratrice con le mani degli altri è però poco incline allo spettacolo vero e proprio. Inarrestabile venditrice di se stessa, una specie di genio che è riuscito a crearsi una rispettabilità in Rai che nemmeno Pippo Baudo ce l'ha fatta  a conquistare, nemmeno ai tempi d'oro. Lui, a fine carriera, è trattato alla stregua di una Eleonora Daniele qualsiasi, la Valeria invece, benchè in questi giorni sia stata rinnegata proprio dalla Rai, ha ricevuto il trattamento riservato esclusivamente a principi e principesse. Misteri del servizio pubblico, cambiano le dirigenze e i partiti di riferimento, ma certe cose rimangono inalterate nel tempo. Un po' come i capelli di Berlusconi, tanto per rendere l'idea. 


domenica, maggio 19, 2013

LA BELLA GIOVENTU'

Non c'è niente da fare, la mezza età, che poi, mi dispiace ammetterlo è anche la mia, non porta solo ernie, sciatiche, periartriti e dolori vari, no no. Capita che ci regali anche delle passioni giovanili, delle vere e proprie "acerbe ossessioni" che un po' ci riportano ai tempi andati, quelli della giovinezza lieta e spensierata. Avendo da diversi anni Facebook, ho capito di non essere sola, ho capito che anche a 40-47-50 anni, si può avere il cantante o l'attore del cuore, colui che quando lo vedi ti riapre la giornata e ti fa sperare in qualcosa di positivo. Non tutto però è pura poesia spirituale, ammetto che i nostri prescelti
 scatenano in noi fans attempate un po' la bestia mai sopita, ma è anche vero che questa bestia ci mantiene vive e vegete. Ho 3 esempi da portare in queste righe: Marco Mengoni, Eros Ramazzotti e Miguel Bosè. Tre generazioni a confronto, tre tipologie di uomo e tre tipologie di accanite. Tutte over 30, e parlo di quelle che conosco, che adorano il cantante come quando avevano 16 anni. Molti di questa cosa sghignazzano e io lo so il motivo per cui lo fanno: perchè un po' ci invidiano. Invidiano la gioventù che non ci abbandonerà mai a dispetto dei problemi della vita, dei guai, delle preoccupazioni e non capiscono quanto può essere divertente aspettare qualcuno con la stessa emozione che provavamo tanti anni fa. E un po' è anche una beata evasione, eccheppalle, sempre a fare le donnine responsabili, quelle che si occupano solo di problemi pratici, che non danno a vedere i dispiaceri, che tirano su di morale gli altri, ebbene si, Miguel, Eros e Marco lo tirano su a noi, embè? Siamo fortunate, perchè basta mettere un cd o un video, e per 5 minuti siamo fuori, pensiamo a noi, a loro e tutto passa in secondo piano. Per cui, care Carmen, Monica, Anna e Valentina (che sarei io), riteniamoci fortunate ad avere ancora la nostra parte ragazzina che non accenna a scomparire. Altre cose scompariranno o sono già scomparse, ma questo no, in barba alla menopausa, ai problemi, alla routine e alla carta d'identità, ci sono cose che non cambieranno mai. Alla faccia di chi, queste cose, non le ha mai provate.


NON ESISTONO PIU'' I DIVI DI UNA VOLTA

Non esistono più i divi di una volta ed ecco perchè Stefano De Martino, di professione "fidanzato di Belen", sta usando tutte le armi in suo possesso per ottenere quel posticino al sole di riflesso che giusto giusto un po' gli spetterebbe. Originariamente era un ballerino, nonchè fidanzato con Emma, però era troppo poco, ma soprattutto c'era da faticare e la cosa gli andava leggermente di traverso. Ora ha capito che in fondo non importa fare nulla di particolare, anzi, se ti metti con la starlette del momento, diciamo, che hai attaccato il cappello. Sei a posto. Quindi, il giovanotto, ha abbandonato Amici dopo la nascita del figlio Santiago, un po' come fanno tutti gli operai di Pomigliano D'Arco: le mogli partoriscono e loro la prima cosa che chiedono è il permesso di paternità. Non sia mai che si perdono la prima cacchina sciolta del pupo e il primo rigurgito di latte. Non sta bene e non è da bravi papà. Stefano è diverso, lui si è abbandonato al destino della compagna, sempre insieme  e sempre con il telefonino puntato addosso. No, non è una minaccia, solo che la coppia si fotografa ovunque e comunque. In palestra, al mare, in casa, a letto, sul water, in tutti i luoghi e in tutti i laghi ci tengono tenere i fans aggiornati sulla loro vita dorata. Ma lui, il De Martino, ha fatto anche di più. Ormai ballare per il Nostro è diventato un po' una rottura di pelotas, allora ecco arrivare le sue foto mezzo ignudo, con le mani a coprire le vergogne ma a dimostrare che, sì, sono un ballerino ma sono soprattutto belloccio e fisicato, altrimenti come raccattavo una figacciona come la Belen? Ma c'è dell'altro: visto che ormai la sua vita è diventata come una vetrina di H & M, mancava giusto la ninna nanna al pupo, cantata dalla mamma più mamma del mondo e dal babbo che corre ignudo per la spiaggia di Formentera. Ragazzi, qui non si frigge con l'acqua, "fai la nanna coscina di pollo", cantatela voi, noi abbiamo la canzonetta argentina cantata come ad un provino di X-Factor, mica cotica. Un'idea geniale, se non altro potrebbe essere la scappatoia per il futuro, quando lui avrà la tartaruga alla rovescia e lei due milligrammi di cellulite che la manderanno in crisi. Magari fra qualche anno a "Italia's got talent", andranno come concorrenti, hai visto mai che si reinventano la carriera?