venerdì, dicembre 28, 2007

SIMPATICISSIMA

In questo fine anno per me un po' surreale, funestato da sciagure che hanno toccato persone a me care, non voglio perdere il mio dente avvelenato, anche perchè in questo caso mi è stata servita su un piatto d'argento.
Lo sapete chi è la donna a mio avviso più antipatica del pianeta?
Eccola qui fotografata, orgogliosa di quel pancione che tante sfilate le ha procurato, tante interviste a questo o quel rotocalco televisivo e le varie foto posate con lei sorridente e gonfia di amore e trippa.
Oggi tutto questo non c'è più perchè è nato Louis Thomas, ennesimo nome riconoscibilissimo e poco comune, tanto per non essere da meno ai vari Tobias, Chanel e Oceano.
Ma, non è tanto questa gravidanza pubblicizzata più della Coca Cola a rendermi insopportabile la nostra Alena.
Forse mi sbaglio, perchè in realtà io lei la detesto dai tempi del film di Natale con Sconsolata e Ridge "Christmas in love", ma fate caso al video qui sotto.
Si tratta del backstage de "I Cesaroni" e, dopo un bacio sulla guancia da parte di Claudio Amendola lei si asciuga schifata come se avesse ricevuto uno sputacchio da Emilio Fede.
Secondo me è peggio pomiciare con Edoardo Costa e lei lo ha fatto per anni, ma questo suo essere così schifiltosa e pure maleducata, me l'ha resa ancora meno tollerabile.
E non sono gelosa perchè lei è una bella donna, su questo non discuto perchè è innegabile.
Ma quasi quasi mi sta più simpatica la Monica Bellucci e qui si sta parlando di una donna che ha l'umorismo di una corona di spine, non so se mi spiego.



venerdì, dicembre 21, 2007

LA RISATA PANETTONA

Anche quest’anno è arrivato il Natale e con lui i filmetti del periodo, quelli che il pubblico più raffinato guarda, anzi, critica a piè pari e reputa cinematografia per cervelli lobotomizzati. Come a dire che una parte dell’Italia che, prende la macchina, parcheggia, paga probabilmente il parchimetro, si prende il freddo di dicembre, spende un tot di euri e va a vedere l’ultimo di Pieraccioni, è solo una fetta di popolo il cui cervello arriva a malapena a digerire le battute di Ceccherini.
Lo sappiamo tutti, non sono dei capolavori, sono momenti di pura evasione, di risata liberatoria che fa anche bene alla salute, che c’è di male?
Non parlo di De Sica e Boldi, i quali, sia in coppia che separati, a me non sono mai piaciuti, ma che evidentemente a moltissime persone piacciono eccome. Eppure anche lì la risata c’è, c’è quella grassa, quella che scoppia fragorosa dopo la parolaccia di De Sica o la faccia a Cipollino di Boldi.
Ma Pieraccioni, che, se non ho letto male, sta molto dietro a “Natale in Crociera”e mi dispiace anche un po’, rappresenta quel cinema leggero, trullettino, mai volgare e rilassante.
Qualcuno storcerà il naso, forse coloro i quali seguono solo un certo tipo di cinema tormentato, profondo, dove la risata sgorga sincera solo grazie alla battuta intelligentissima e sarcastica di Woody Allen, ad esempio.
Però c’è anche quella di Pieraccioni. Non sarà piena di significato e nemmeno ironica e sagace al punto giusto. Però fa ride
re lo stesso e ugualmente qualcuno riesce anche a divertirsi.
E’ come se nel mondo dei blog, ci fossero solo quelli di denuncia come Beppe Grillo e molti altri, e quelli bischerini come il mio, ad esempio, fossero additati come esempio di stupidità assoluta.
Credo che esista il tempo di ridere, di sorridere, di riflettere e di allentare un po’ la tensione.
Per un Pieraccioni che cerca di farti trascorrere due ore di pacifici sorrisi, c’è qualcun altro che ti porta nella guerra in Iraq e ti racconta il dramma del soldato americano che uccide dei civili iracheni.
Non è che io che ho visto venti volte “
Il principe e il pirata”, sono più deficiente di qualcuno che gode guardando “Viaggio a Kandahar”.
E, in tema di cinepanettoni, vi faccio tanti auguri di Buon Natale e spero che questo fine anno porti a tutti voi tanta gioia e serenità da fare scorta per tutto il 2008.
Ci risentiamo tra qualche giorno, fate i bravi e , se non volete andare al cinema, un bel dvd fa sempre tanto bene. Anche uno di Pieraccioni.

giovedì, dicembre 20, 2007

QUANDO IL DOPPIAGGIO FERISCE

Mi sono domandata un sacco di volte, se il doppiaggio aiuta o uccide il nostro immaginario.
Il più delle volte credo che sia del tutto necessario, perché mi è capitato di sentire le voci originali degli attori e scoprire che quella di
Francesco Pannofino è decisamente più sensuale di quella dell’attore americano che sbiascica anche un po'.
Capita però che uno spot, per quanto bello che sia, perda gran parte del suo fascino grazie a delle voci inadeguate e assolutamente inascoltabili.
Mi riferisco a Nicole Kidman e Rodrigo Santoro nello spot del fascinosissimo profumo, Chanel N.5.
A parte la sceneggiatura un po’ così, qui si parte dal presupposto che la Kidman sia una star a livello planetario. E mi sta anche bene. Ma l’avete sentita in italiano quando dice al tassista: “
vaaaadaaaa…” con quel sospiro che non si capisce bene se è asmatico o di piacere?
Nell’originale, è sempre un po’ ansante, ma sarà che “
driiiiveee...” ha tutto un altro suono o che la sua vera voce sembra più adatta alla sua faccia, oppure sono solo io, fanatica di doppiaggio e doppiatori, che sto un po’ troppo a vedere il capello.
Infatti in questo caso entrambe le voci sono inadatte come lo sarei io vestita da Jessica Rabbit. Anche il fascino del bel Rodrigo, con quel vocione italiano da signore di mezz’eta, col sigaro in mano e il bicchiere di brandy sul tavolo vicino, poco si sposa con quella maschia bellezza da naufrago che noi spettatrici assidue di Lost abbiamo potuto ammirare in tutto il suo splendore.
In questo caso, due voci hanno fatto la differenza, a dispetto di una Nicole Kidman un po’ mummificata ma sempre di gran fascino, e di un giovane attore che anche in “Love Actually”, completamente sconosciuto, ha lasciato in me un gran bel ricordo.
A volte è molto meglio tacere, anzi no, un sottotitolo in più sarebbe stata quasi la perfezione.

martedì, dicembre 18, 2007

UNA DI NOI

Questa non è una notizia proprio freschissima, però, credetemi, sarebbe dovuta finire in prima pagina su tutti i quotidiani e inviata tramite sms ad ogni cliente di telefonia mobile.
Avete presente il Codacons? Bene, cercate di fare mente locale e di riflettere su cosa rappresenta questa associazione e quali sono le sue finalità.
Fatto?
Ecco, ora pensate ad un calendario. Ma non uno qualsiasi, ma quello proprio del Codacons, che dovrebbe stare dalla parte dei consumatori e difenderci da tutte le varie magagne.
Ci vuole un testimonial. Non so se abbiano pensato a lungo su questa cosa, forse hanno scelto una bella donna per rallegrare i molteplici uomini che si rivolgono a loro, mentre le donne si attaccano al tram e rosicano a denti stretti.
Ma in questo caso, dopo aver scelto l'essere meno rappresentativo di tutto il panorama..panorama..non so di che panorama faccia parte questa signora che fa simpatia alle donne quanto ai maschi piace Raul Bova, mi sa tanto che i signori del Codacons hanno perso gran parte della loro credibilità.
Ma dico io, come si fa a scegliere Elisabetta Gregoraci come personaggio da calendario di una associazione a tutela dei consumatori, associazione votata un po' più a sinistra che altro, piuttosto che un'operaia, o un'impiegata, o una commessa, o una colf, o una postina, o una massaia?
La cosa simpaticissima, e qui sta il guizzo geniale di Gianni Ippoliti (ideatore dello scempio) e tutta la banda dei cervelloni, è che tutti i mesi dell'anno si fermano alla terza settimana. Avete capito bene, questo calendario non serve assolutamente a niente se non a dimostrare che la Gregoraci è una di noi. Anche se ha fatto viaggetti sulle auto blu, se vive con un milionario dai milioni di dubbia provenienza e se sta in tv, pare, grazie ad una raccomandazione da parte di un tappino di damigiana che si occupa più di soubrettine e attricette che di qualsiasi altra cosa.
Ma vedere questa Gregoraci, che sghignazza piena di denti, con in mano un cartello con la scritta"affittasi", e pensarla spaparanzata sullo yacht di quel trombone del fidanzato di mezza età, ditemi voi se è una cosa sopportabile.
E soprattutto se non è una sfacciata incitazione all'espatrio.




domenica, dicembre 16, 2007

I TRONI INCANTATI

E alla fine, tutta quella mobilitazione per la chiusura della fiction "Incantesimo", ha dato i suoi frutti. Nessuno aveva dei dubbi, però le intercettazioni di Berlusconi e Saccà, hanno reso noto che Vallettopoli è stato solo uno sfizio di Woodcock e nulla di più.
Camilla Ferranti, ragazzetta sconosciuta a molti ma non alle esperte di trono defilippiano come me, è stata arruolata di diritto nel cast della fiction di Rai 1. Sicuramente a discapito di un'attrice vera e più talentuosa, ma se i due vecchietti paciosi decidono di dare qualche innocente spintarella, c'è poco da fare, hanno ragione loro.
E, sempre secondo il mio modesto parere, tutti quei drammi sulle tante famiglie che sarebbero rimaste senza lavoro, tutti i tecnici che avrebbero perso la busta paga e via discorrendo, nel caso in cui avessero sospeso la fiction, a questo punto mi suonano più false della mia cintura di Louis Vuitton.
Non ho visto tutto questo sdegno dopo quello che è successo alla ThyssenKrupp, ma lì probabilmente non c'era il centro di smistamento femminile che invece c'è ad "Incantesimo".
Dove avrebbero potuto infilare la Camilla senza dare nell'occhio, se non in un prodotto per famiglie su cui vigila, con tutta la sua maschia tracotanza, Fabrizio Del Noce?
E sempre a proposito di ex troniste, ricordate il post su Silvia di Treviso, colei che poi sarebbe diventata una escort?
Bene,molti di voi non se la ricordavano, così mi sono data da fare e ho cercato una sua foto. Pensate che ai tempi del trono era bionda ed aveva i capelli corti e ricci.
Sto cercando di caricare anche il video della sua storia su YouTube, così vedrete con i vostri occhi lo squallore della sua vita e del suo personalissimo percorso.




venerdì, dicembre 14, 2007

LE AMICHE


In questo periodo sto molto riscoprendo quanto le amicizie siano fondamentali e nel momento in cui mi sono trovata a sviscerare questo concetto così complesso, mi è capitato tra le mani un giornale con le foto di alcune donne che nella vita di tutti giorni, se le conoscessi, le eviterei come la peste bubbonica.
Una si chiama Vanessa ed è spagnola. Dietro quella faccetta semolosa e quel sorriso bianco e folgorante, si cela colei che ha
soffiato il marito alla futura cognata.
Non è proprio una bella cosa. Io non mi riprenderei mai più, anche perché è il tipico tradimento bastardo che non ti aspetti. Erano amiche e uscivano spesso insieme, perdipiù, in coppia, come si può? Ma la Vanessa, sotto quell’aria simpatica e scanzonata, nasconde un’anima da chioccolina, come si dice dalle mie parti, quindi, da donna, piuttosto che avere per amica una tipa del genere, mi chiudo in una torre per il resto della mia vita
in completa solitudine.
L’altra, si chiama Michelle. Come la precedente, ha fatto del sorriso la sua arma di forza, e, come la precedente, dietro quella dentatura troppo bella per essere vera, nasconde un’anima complessa.
Dunque: fidanzata, diventa molto amica della quasi suocera, la quale a sua volta, è fidanzata con un giovanotto molto più giovane. Il quartetto è stato molto affiatato per un periodo, la sua amicizia con la suocera era sulla bocca di tutti, due anime in un nocciolo, dicevano in molti. Ma alla fine, sempre con la dentatura a vista, la cara Michelle ha mollato il fidanzato e si è
messa con l’uomo della suocera. Così, come se avesse deciso di mangiare un piatto di lasagne al sugo e quindi sorridere alla vita.
L’ultima, ma forse avrei dovuto metterla in cima alla classifica, è Cristina.E’ sposata e pure cornuta, ma avete presente quando proprio una persona ti procura l’orticaria e nemmeno il talco mentolato riece a lenire un po’ il prurito? Niente, non provo solidarietà e nemmeno partecipazione per le sue disavventure col marito che
l’ha tradita in passato anche con la Simona, anzi, se è possibile faccio il tifo per l’altra. Chiunque sia, non bado ai dettagli.
E dunque, se le prime due fossero mie amiche, sarebbero state raggiunte all’istante dall’epiteto di “zoccola”, perché ritengo che lo sia di più una donna che per un uomo calpesta qualsiasi altro tipo di valore, piuttosto che quella che va a letto con 10 maschiacci senza fare assolutamente del male a nessuno.
Zoccola è l’amica che ti frega il marito o il fidanzato, zoccola è colei che te lo soffia in maniera subdola e poi si para dietro la parola “amore”, zoccola è quella che sparisce perché sotto sotto si vergogna come una ladra,
La Vanessa e la Michelle, diciamo la verità, nel nostro mondo di Very Normal Person, sarebbero le zoccole ad honorem, però nel mondo dei vips sono simpaticissime.
Come dice Crozza, io non ci vedo la relazione..


lunedì, dicembre 10, 2007

LA COPULA FEDIFRAGA

Non ci si può fidare di nessuno, mai e poi mai.
Vi ricordate questo post nel quale parlavo dell’amore smielato di Michael Bublè nei confronti di Emily Blunt e dicevo che ci aveva rotto i corbezzoli a forza di portasela sempre dappertutto e dichiararle amore etrno ogni 3x2?
Dicono, e badate bene, lo dice una tizia che può avere la medesima attendibilità di Mastella che dichiara di essere completamente votato a sinistra, che il nostro Michael ha rapporti con lei da circa 10 anni e l’ultimo incontro risalirebbe all’agosto di quest’anno.
Diciamo la verità, tutta quella melassa era oggettivamente un po’ diabetica e di conseguenza deleteria anche per la salute.
Eppure, vi dirò, da lui non me lo sarei aspettato. Sarà che canta quelle canzoncine così rassicuranti e dolci che non ti verrebbe mai in mente che uno come lui possa arrivare a copulare.
Al limite il sesso si, ma solo se accompagnato dall’amore, chi se lo aspettava di vederlo nudo, addormentato in un letto e la tizia che ci svela che quel letto è proprio il suo e lui è reduce da una notte sfrenata di ribaltamento dei materassi?
Stai a vedere che ci si potrà fidare più di Marilyn Manson che di Michael Bublè e il vecchio detto "l'abito non fa il monaco" continuerà imperituro ad avere il suo bel perchè.

domenica, dicembre 09, 2007

POLITICAMENTE SCORRETTE

Lo ridico subito: io non sono una mamma, perché il treno è passato e, per cause indipendenti dalla mia volontà, l’ho perso. Ora, la mia bimbina è la Zoe, quindi, il mio senso di maternità sta sfogando come può nei confronti della mia biondina pelosona.
Ed è proprio per questo motivo che ho iniziato a stabilire una nemmeno tanto sottile affinità con tutte le “mamme canine” che incontro durante le passeggiate o che vivono la mia stessa situazione.
Di conseguenza, spesso il vocìo dei bambini che solitamente mi rallegra, capita che mi faccia uscire gli occhi dalle orbite. Come ad esempio, stamattina al centro commerciale dove sono andata a fare la spesa e nel quale c’era questo mondo e quell’altro. In sottofondo, tutta la disco anni 70 che ascoltata mentre scegli l’olio per condire l’insalata, ha il solo potere di farti odiare i pantaloni a zampa d’elefante e anche Tony Manero.
E i bambini ch
e ti si parano davanti ai carrelli, che ti scorrazzano intorno mentre la signora ti spintona per agguantare il wurstel della Wuber prima di te, ti fanno sentire la versione femminile di Erode e senza nemmeno provare un minimo di vergogna.
O mentre sei al comprare i regali di Natale in un negozio pieno di gente e la bambina si pianta a giocherellare con un oggetto del quale probabilmente le frega meno di zero e tu sei costretta ad aspettare muta, perché sua mamma deve prima finire di farsi i cavoli suoi per poterla richiamare un minimo all’ordine.
Oppure nel parco della mia città, dove vado tutti i giorni nel primissimo pomeriggio e sono solita lasciare libera la Zoe, perché tanto, penso io, fa freddo e i bambini sono sicuramente tutti a scuola.
Invece no, anche con - 21, c’è sempre la mammina ro
mena indomita, che porta la creatura assiderata a scorrazzare nel prato, e il mio cane, innamorato dell’infanzia, fa il diavolo a quattro per poter giocare con lei.
In quel momento io e la Sandra imprechiamo come due vecchi camionisti incazzati e politicamente scorrettissimi, ma non abbiate paura, siamo sempre le solite personcine buone che qualcuno di voi conosce da un po'.

E' solo che ognuno ha i figli che c'ha, la nostra ha 4 zampe e non ci chiede nemmeno la Barbie per Natale, pensate un po' che fortuna..

giovedì, dicembre 06, 2007

CHILOMETRI DI PELLICOLA

Francamente non riesco a farmene una
ragione.
Ma non per qualcosa di personale nei loro confronti, ci mancherebbe altro, ma proprio perché oggi basta veramente poco per essere protagonisti di una biografia o addirittura di un film su”la vita di”.
Parlo, innanzitutto, di Marco Baldini, il socio di Fiorello a “Viva Radio 2”, che ha scritto un libro sulla sua esperienza di giocatore d’azzardo dal quale è stato immediatamente tratto un film. Ma proprio un film vero, con l’autore interpretato da Elio Germano, naturalmente, attore super gettonato nonché stella del momento.
Con tutto il rispetto, ritengo che leggere e sue vicissitudini personali su carta, sarebbe stato più che sufficiente. Che poi vogliano anche invitarci a vederle, come se si trattasse della vita segreta di un personaggio di livello mondiale, mi sembra un po’ azzardato ed esoso.
Ma ora funziona così e ci meravigliamo del successo dei tronisti che imperversano un po’ dovunque. Nel loro caso c’è la bellezza e successivo nulla, come nel caso di Marco Baldini, oltre la simpatia e presumo una certa dimestichezza con l’italiano, cos’altro ci può essere di così interessante?
Se proprio vogliamo star lì a fare il capello in 4, anche Pupo ha vissuto l’esperienza negativa del gioco d’azzardo e, se non sbaglio, anche lui ha scritto un libro. Ha perso tutto, ha patito la povertà, è caduto e si è rialzato, ma forse lui si chiama Pupo ed è un po‘ più bassino della media. E poi non lavora con Fiorello, altro dettaglio non insignificante.
Oggi ci vuole poco a regalare al pubblico un’autobiografia.
Perfino i Negramaro, nati, perlomeno a livello nazionale, circa 3 anni fa, si sono meritati un documentario sulla loro carriera.
Neanche fossero i Beatles o i Rolling Stones, dai, sono usciti da Sanremo pochissimi anni fa, hanno successo, questo è indubbio, ma cosa mai si celerà dietro tutto ciò di così importante da giustificare una produzione tanto ambiziosa?

Per me tutto questo è onestamente esagerato, dopotutto sono persone ancora in vita, giovani e, sopratutto questi ultimi, hanno un percorso artistico talmente breve che raccontare gli esordi è come parlare di quello che hanno mangiato l'altro ieri.
Ma forse nel film ci dicono anche questo, tanto per farcelo sapere.

lunedì, dicembre 03, 2007

LA TERZA ETA' CI AMA


E con questo post , cari lettori abituali o di passaggio, sono sicura di tirarmi definitivamente la zappa sui piedi, nonché di perdere per sempre la credibilità ai vostri occhi.
Vogliamo parlare di Paolo Limiti?
Lo so, per moltissimi di voi è solo un signore di mezza età che promuove Nilla Pizzi e Giorgio Consolini, o al massimo Manuela Villa e Giovanna, però dovete riconoscere quale pozzo di sapienza hollywoodiana sia quest’uomo qui.
Innanzitutto, io per la mia famiglia sono il Paolo Limiti della situazione, perché sono informatissima sulle cose in assoluto più inutili della vita. Ad esempio, so chi è Tommaso Buti o come si chiama l’ex marito di Enrica Bonaccorti. Robe che non servono a niente, lo riconosco, ma che mi fanno assomigliare leggermente a quell’enciclopedia vivente che è l’ometto di cui sopra.
Intendiamoci, lui sa veramente tutto. Conosce un sacco aneddoti sui vecchi attori americani e come racconta le cose lui, nemmeno Carlo Lucarelli in Blu Notte.
Mi rendo conto che il suo genere televisivo è un po’ da terza età, infatti quando imperversava nei pomeriggi di molti anni fa, io mi rifiutavo categoricamente di seguirlo, salvo restare incantata quando iniziava a parlare della Hollywood che fu, in maniera garbata e circostanziata.
E qui voi penserete che ormai ho già mezzo piede nella fossa se rimpiango il buon Paolo Limiti, eppure, lo riconosco, è prop
rio così.
Mi dispiace che un personaggio come lui, sia costretto a rimanere fuori dalla porta per far spazio a quel cammellone di Luca Giurato o a quel rincitrullito di Michele Cucuzza, il quale, tra l’altro, ha la personalità televisiva di una zanzara spiaccicata sul muro.
Nonostante gli ascolti e nonostante la simpatia che riscuoteva tra le signore non più giovanissime, il direttore di Rai 1 non ha più voluto confermarlo nel palinsesto.
Dicono per una più che sottile forma di antipatia che nutre nei suoi confronti, non si sa bene se questa sia la verità, ma di sicuro c’è che il volto di Paolo Limiti è quasi completamente scomparso dalla faccia della Rai.
Siccome io sono una donnina che spazia un po’ tutti i generi di qualsiasi cosa, ho voluto ricordare questa figura televisiva così sottovalutata, ma così portatrice sana di una tv rilassante, parlata, cantata e mai urlata.
Inoltre, so di farvi cosa (s)gradita, invitandovi a guardare il video della sigla di una delle ultime trasmissioni di Paolo Limiti, per darvi anche modo di pensare che ormai sono definitivamente andata e che per me la dentiera sarà il passo successivo.


domenica, dicembre 02, 2007

METTI UNA SERA A CENA

A volte il pettegolezzo è sempre uguale a se stesso e un po' ci viene a noia, siamo sinceri. Anche a me che ci sguazzo come un maiale nel fango, sapere che Francesco Coco è ancora innamorato di Manuela Arcuri, non è che mi stuzzichi poi tutta quella curiosità. Ma vi dirò di più, nemmeno mi tira fuori quella vena romantica che riesce a farmi uscire solo il film "Love Actually".
Sono due strafighi che si sono amati e che ce lo hanno detto continuativamente per dei mesi. Alla fine anche la più impicciona vip come potrei essere io, li avrebbe volentieri serviti in tavola con una mela in bocca, con tutto il rispetto.
Ma venire a sapere che quel gran pezzo di Francesco Coco ha deciso di diventare un acculturato signore delle notti milanesi, credetemi se vi dico che mi lascia alquanto perplessa.
Seratina all'opera con Alessandro Cecchi Paone e successiva cenetta a casa di quest'ultimo. Io non penso male perchè sono una personcina di larghe vedute, però mi viene da supporre che Coco abbia deciso di dare una reale svolta alla sua vita.
Tanto per cominciare, niente Hollywood e annesso privè, ma un palchetto alla Scala in compagnia di un divulgatore scientifico che nemmeno ci immaginiamo quante cose gli potrebbe insegnare.
E dopo, altro che discoteca, una simpaticissima cenetta a due, annaffiata da un vinello che non è certo come quelli della Dico che bevo io, e quattro chiacchiere sul divano come due buonissimi amici di vecchia data.
Però poi sotto casa ad aspettare Coco c'è la sua mamma.
Ed io è solo a questo punto che non ci vedo chiaro.

venerdì, novembre 30, 2007

NEL COGNOME DEL PADRE

Come preannunciato, forse già alla terza puntata, l'Isola dei Famosi è stata vinta da Manuela Villa. Voce potente, simpatia di un callo al pollicione e temperamento di un gladiatore.
Tutto molto bello, anche molto giusto se vogliamo, visto che non poteva certo essere incoronata l'altra finalista, Debora Caprioglio, la quale ha passato i più di 70 giorni a scrutare l'orizzonte ed ad ascoltare, senza muovere un sopracciglio, le nefandezze che uscivano dalle bocche digiune degli altri naufraghi.
E mentre in Honduras la futura vincitrice combatteva con la pesca miracolosa sull'Ultima Spiaggia, in Italia fioccavano memoriali sulla sua vita senza il padre, quel Claudio Villa che mai l'ha riconosciuta e, tristemente direi, manco se l'è filata più di tanto.
Ma, come spesso succede, un padre è sempre un padre e la ragazza ha voluto tentare la carta dello spettacolo, appropriandosi almeno del cognome del padre, dicendo "almeno questo non me lo toglie nessuno".
E questo è vero. Lo ha ripetuto anche in studio dalla Ventura, quando Alda D'Eusanio le ha suggerito di usare invece il cognome della madre, che è la persona che l'ha cresciuta, l'ha amata e non l'ha certo abbandonata come il Reuccio.
Manuelona si è un po'indispettita, quasi come se qualcuno volesse toglierle qualcosa che è appartenuto al padre, quel cognome che nasce dalle radici di Claudio, l'anagrafe che non mente, il sangue del suo sangue.
E in effetti sono fioccati gli applausi commossi di un pubblico ruffiano, tutti a parteggiare per questa donna che si è impadronita del nome che le spetta di diritto, solo ed esclusivamente per amore di quell'uomo che non l'ha mai voluta come avrebbe dovuto.
Però, e qui c'è un però, forse qualcuno si è dimenticato di dire che Villa è un cognome totalmente inventato.
Se parliamo di legami familiari e di amore filiale, forse sarebbe stato meglio usare il cognome vero, quello che Claudio aveva scritto sulla carta d'identità, ovverossia, Pica.
Diciamo piuttosto che usare quel Villa tanto famoso, non è tanto per impadronirsi di una radice mai dimenticata e poco conosciuta, bensì per cercare di farsi conoscere nell'ambiente dello spettacolo, dove una semplice Manuela Pica avrebbe avuto la vita un po' più difficile.
E se lo avesse ammesso forse mi sarebbe stata anche più simpatica..

giovedì, novembre 29, 2007

UNO SU MILLE

Ringrazio tutti del supporto morale, siete stati adorabili, e vi dico che tutto si è risolto al meglio. Il babbo non ha nulla di grave e la vita è tornata a sorridermi.
Quindi, sorridente e di nuovo operativa, voglio parlarvi di Amici, la trasmissione della Maria che recentemente sta attraversando un periodo un po' burrascoso. Burrasca che vedono solo gli abbonati Sky, io, per esempio, l'ho saputo da altre vie e vi racconto brevemente il fatto.
Durante una lezione di recitazione con Fioretta Mari, Sebastiano e Cassandra fanno una di quelle prove incomprensibili che, da ignorante, non ho mai capito a cosa possono servire in un futuro di attore. Fattostà, che la ragazza ad un certo punto, pungolata dall'insegnante che la incita a sfogarsi e a ribellarsi, grida qualcosa al malcapitato Sebastiano del tipo: "perchè io e te amiamo la stessa persona?".
In sala scende il gelo. Lei piange, lui piange, la Mari cerca di riportare il riportabile alla normalità ma poco dopo in sala relax avviene una specie di chiarimento tra i due. Frasi smozzicate e la quasi certezza che nella Scuola un gay, è uscito, per causa di forza maggiore, allo scoperto.
So pochissimo di questa cosa, se non che oggi Sebastiano, con una sfida molto, ma molto, sospetta, ha perso ed ora è fuori dalla scuola.
La cosa mi sembra incomprensibile, anche perchè da quando in qua ad Amici si nascondono i gusti sessuali sotto il tappeto, se Luca Zanforlin e Garrison, sono dichiaratamente omosessuali?
A questo punto sarebbe stato meglio invece assecondare un coming out, anche se forzato, almeno per non contribuire a ghettizzare le proprie preferenze sessuali quasi fossero vergogne da nascondere agli occhi del mondo.
Ma come? ci meravigliamo dell'omofobia dilagante e puntiamo il dito, se un ragazzino, forse, e dico forse, si innamora del biondino più carino della classe, e lo buttiamo fuori dalla scuola come fosse un depravato della peggior specie? E perdipiù con l'orripilante alibi della sfida!
Di questa cosa non ne parlano, almeno su Canale 5, e almeno fino al prossimo gay che verrà fuori con o senza vergogna, tutto rimarrà felice e lieve in quel clima di scuolina di angioletti forse un po' litigiosi ma puri come gigli, che la rete tenta disperatamente di darci a bere.
Come no, e noi qui che ci crediamo, completamente rincoglioniti al ritmo di "Uno su mille", come se a cantarla fosse il piccolo coro dell'Antoniano e non dei ventenni con gli ormoni impazziti e la sessualità variabile.
Ho trovato il blog Spetteguless che riporta ampiamente il tutto, con tanto di video. Dateci un'occhiata, se vi va.

lunedì, novembre 26, 2007

CAUSA DI FORZA MAGGIORE

Chiedo venia a tutti voi amici bloggers che mi leggete, ma questo fine settimana è stato all’insegna del panico e il mio fisico e la mia mente ancora non hanno digerito la questione. Ragion per cui preferisco assentarmi per qualche giorno, sincerarmi che tutto vada come deve andare e poi tornare pimpante e pettegola come mi piace essere da queste parti.
Vi lascio immaginare cosa può significare ritirare le analisi di vostro padre il sabato mattina alle 11; constatare che uno dei valori più importanti è completamente fuori controllo; non trovare il tuo medico e nemmeno l’altro, quello che un tempo era di famiglia e ora è diventato privato; controllare in rete e leggere che è quasi l’anticamera della fine; piangere tutto il pomeriggio, supportate dalle nostra grande amica Betty che ci è stata vicina come una sorella; arrivare a domenica e scoprire in Piccolè un’altra preziosissima amica; trascorrere la giornata a rimuginare con l’ansia a livelli stratosferici, mentre tuo padre non immagina alcunché, sicurissimo di essere in salute come un ventenne di sana e robusta costituzione; dormire 4 ore e trovarsi stamattina alle 7,30 ad aspettare il dottore con tua madre (perchè il diretto interessato, probabilmente al fine di esorcizzare un paura latente, si è impuntato di non voler essere presente) e avere un malessere fisico che non avevi mai provato; parlare col medico che ti tranquillizza perché, secondo lui, quel brutto male che tutti noi avevamo ipotizzato, non c’è. Si tratta di tutt'altro e urge una ecografia che immediatamente prenotiamo per giovedì pomeriggio.
Capirete bene che una tensione simile ci ha letteralmente ammazzate, anche perché non eravamo proprio reduci da una settimana di vacanza al Club Med. Così, io e la Sandra, abbiamo fatto un fioretto, naturalmente senza essere andate in chiesa e senza aver acceso nemmeno uno straccio di cero: se il dottore non avesse riscontrato al babbo nessun brutto male, (ecografia, corna facendo, permettendo) non ci saremmo mai più lamentate per problemi economici, per Inps e storie simili, anche perché una paura del genere non è assolutamente paragonabile ad un conto bancario in rosso come le mie gote al cospetto di Stefano Dionisi.
Quindi, carissimi amici e lettori di passaggio, ci risentiamo tra un po’, quando l’ecografia avrà dato il suo responso ed io avrò la mente sgombra per dedicarmi al mio e ai vostri blog come solitamente mi piace fare.
Se ci credete, dite una preghierina, altrimenti, se vi va, pensatemi con un po’ d’affetto che fa lo stesso.

venerdì, novembre 23, 2007

AMY WINEHOUSE

Mi viene da pensare che se una persona decide di intraprendere la carriera di attore, di cantante, di avvocato o di imprenditore, il desiderio primario della medesima sia solo quello di affermarsi nel settore prescelto. Suppongo ci sia la voglia di dare sempre il meglio e di dimostrare al mondo intero, o ai clienti, o a chi vi pare, di essere all'altezza di realizzare nella maniera migliore tutte le aspettative che gravano su di se.
Non è questo il caso di Amy Winehouse, ex promessa e ora conferma traballante della musica internazionale.
Ditemi voi se il vizio deve essere così predominante anche a costo di mettere a rischio la carriera. Spiegatemi per quale motivo una ragazza con le potenzialità di Amy deve presentarsi al pubblico strafatta peggio dei personaggi di Trainspotting e rintronata come se avesse un campanaccio nelle orecchie. Capisco Paris Hilton, senza talento e solo con l'appendice della carta di credito platino, che magari soffre un po' di noia e di complessi di inferiorità e che si spipazza una righina di cocaina per affrontare meglio una vita vuota, colma solo di feste e shopping (sai che vita deprimente..).
Ma Amy, Amy no. Ha talento e perdipiù solo 23 anni. Una carriera che potrebbe portarla chissà dove, se non fosse che sono più le volte che traballa sul palco che quelle che riesce a camminare dritta. Oltre a fare dei movimenti un po' strani che potete vedere qui.
Qualcuno mi illustrerà lo spauracchio della droga che non deve mai, e dico mai, essere minimizzato. Ed è vero, considerate che il ragazzo di una mia amica se n'è andato proprio per questo motivo quando aveva solo 21 anni, quindi pensate un po' se minimizzo il problema.
Però vedere questa Amy ridotta in uno stato da far pietà, mi fa pensare quanto la vita sia ingiusta e quanto poca considerazione si può avere per un traguardo simile raggiunto in età così giovane.
Questa volta non provo tenerezza e nemmeno comprensione per lei, forse perchè una fortuna del genere va sempre rispettata e accolta in maniera completamente diversa da come sta facendo questa disgraziata.
La chiamo disgraziata anche se non è proprio il termine più appropriato. Mi fa una rabbia tanta vedere 'sta sciacquetta che si perde chissà dove, quando una quantità abnorme di persone farebbe carte false per arrivare dov'è arrivata lei.
E non credo nemmeno più alle motivazioni personali "che noi non possiamo conoscere", i disagi esistenziali di una star che non riesce ad affrontare le pressioni di un successo planetario.
Basta, che palle, saranno a conoscenza queste superstar infelici che c'è anche chi sta molto peggio?















martedì, novembre 20, 2007

QUESTIONE DI VOCE





Sono quasi sicura che molti penseranno di me che sono una che di musica non ci capisce nulla e che al massimo può ascoltare Gianni Bella che canta “Non si può morire dentro”. Su questo sono d’accordo, anche perché nella mia compilation da ascoltare in religiosa solitudine, Gianni Bella fa parte della rosa dei miei preferiti. Ma a parte queste inutili considerazioni, vorrei cercare di capire qualcosa su una voce che oggi sta spopolando, presumo, in tutto il mondo: Shakira. Un gran bel pezzo di figliola, molto sexy, con la danza del ventre nel dna, oserei dire, ma vogliamo parlare di come canta? Okay, mi rendo conto che oggi non è indispensabile avere il timbro di voce di Whitney Houston per diventare famosi, ma qualcuno può affermare con cognizione di causa che Shakira ha un modo di cantare piacevole? Io non sono un’intenditrice, ci tengo a ribadirlo per evitare che i fans incazzosi mi vengano a bacchettare come è successo con Alessandro Preziosi, ma sul serio questa ragazza quando sforza la voce in quel modo, la si può definire “brava”? E questa cosa la penso sin dal suo primo disco, ma lì per lì ho pensato che fosse un nuovo metodo di giocare con la voce e che la sua in realtà fosse del tutto diversa. Poi, quando mi sono accorta che “Si tu no vulves”, cantata con quel bel pezzo di tronco di Miguel Bosè, stava scalando le classifiche, soprattutto (e qui ci metterei la mano sul fuoco) per la sua irresistibile presenza, ho cominciato a riflettere. Niente da dire sull’arrangiamento del pezzo, nient’altro da dire sulla voce di lui che è sempre quella della prima versione (vi rimando al video), ma lei…Gorgheggia e cambia modo di cantare ad ogni strofa; sembra che non arrivi alle note e allora emette quella voce che sembra quella di Mimmo in “Bianco Rosso e Verdone”. Ditemi cosa ne pensate e non massacratemi per Gianni Bella che ascolto solo lontano da orecchie indiscrete. Però dovete convenire con me che come canta in falsetto lui, solo Nick dei Cugini di Campagna!

domenica, novembre 18, 2007

APPICCICATI SUL DIARIO

L'adolescenza, oltre a far frullare gli ormoni tipo eliche di elicotteri, regala anche quelle passioni fresce e innocue per il cantante o l'attore in voga al momento. Attualmente leggo che inspiegabilemente un certo Zac Efron sta facendo stragi di cuori. Questo tipo me lo sono trovato davanti all'improvviso e altrettanto all'improvviso ho sentito parlare di "High School Musical". Non l'ho mai visto e non so di cosa parla, ma evidentemente la mia età inizia ad avere il suo peso. Tutti i giovani lo conoscono e le ragazze vanno matte per questo ragazzotto con la super frangia che fa impazzire le ragazzine.
Io, se avessi più di una manciata di anni in meno, mi sarei invaghita del cantante dei Tokyo Hotel, come ai miei tempi mi ero invaghita, altro mistero irrisolto, di Boy George. Non chiedetemi cosa mi piaceva di lui, non riesco a capacitarmi di aver avuto pensieri impuri per un tipo con il rossetto più rosso del mio, ma si sa, la giovinezza è bella anche per questo.
E' anche vero che negli anni 80 i gusti erano totalmente fuori controllo, anche perchè altrimenti non si spiega come io e una mia amica eravamo pazze di Truciolo. Lo ricordate? Era il ballerino che ballava con Heather Parisi nella prima edizione di Fantastico. Portava i capelli gialli più della paglia, ma aveva quello sguardo torvo che ci faceva uscire pazze.
Le ragazzine di oggi sicuramente vedranno in Truciolo, come in Boy George una sorta di pazzia collettiva di noi passate di moda, anche perchè allora c'era un po' questa mania dell'omo che proprio omo non era. Il lucidalabbra era il minimo, tutti truccati più di Moira Orfei e forse è proprio per questo che simpatizzo molto per il cantante dei Tokyo Hotel.
E forse ho capito solo adesso perchè sono rimasta single..





giovedì, novembre 15, 2007

MISTER SIMPATIA

Il fatto che stasera mi sia venuto in mente di parlare di Mike Bongiorno, anche a me sembra una cosa un po' strana.
Però ci pensavo oggi proprio durante la visione di quello spot simpaticissimo con Fiorello, nello specifico, quello dove lui ha la parrucca bionda ed è vestito da tamarro.
Dimostrazione lampante che in tv nulla è come sembra. Io trovo Mike finto come la mia borsa nera di Gucci. Perdipiù ora che è pure un po' più che anziano, ha preso quella arroganza tipica delle vecchie glorie che vedono sgretolarsi inesorabilmente il loro mondo dorato.
Il mio babbo che ha 70 anni ma non li dimostra, è costretto a lavorare ancora per tirare avanti ma vorrebbe fortemente poter starsene a casa a godersi un po' di pace; questo biondastro italo-americano che ha superato gli 80, ancora continua impavido a sgomitare per una inquadratura da rubare a Loretta Goggi.
Mi sento di dire che, superata una soglia di anzianità a discrezione di ognuno, si dovrebbe, se si può, ritirarsi a vita privata. E' inutile inventarsi una verve comica che ormai fa acqua da tutte le parti. La consegna del tapiro da parte di quelli di Striscia ha svelato il lato oscuro di Mike, quello che nasconde dietro le papere, gli strafalcioni e le battute da simpaticone che riserva solo per Fiorello.
Mi piacerebbe che quest'ometto andasse in pensione. Non mi sembra un augurio da far cadere inascoltato, secondo me è arrivato il momento di cedere un po' il passo e farla finita di mascherarsi in nome di una comicità che forse possiede più spontanea Mario Tozzi, e credo che come termine di paragone la dica lunga.
E tra l'altro, l'uomo col martellino qui sopra, mi fa anche venire un po' i brividi perchè ci mette davanti a tragedie naturali contro le quali non possiamo farci un bel niente.
Ma per me è sempre più simpatico di Mike..

martedì, novembre 13, 2007

COLPO DI FULMINE

Era da un po' che quel dvd se ne stava lì a guardarmi minaccioso. Lo sapevo che c'era anche lui, però ero quasi decisa a non guardarlo perchè"tanto di sicuro non mi piacerà e poi ne vedo troppi e non ce la farei".
Invece, dopo essermi strafogata di 9 episodi di Lost reperiti sapete bene dove, ho deciso di provare a guardare le prime due puntate di "Dexter", reperite anche queste voi sapete bene dove.
Avete presente il colpo di fulmine? Di più.
Quest'uomo che uccide in preda ad un impulso irrefrenabile, è diventato il mio nuovo eroe. Sarà che, fra l'Inps che incombe, il fatto che il mio babbo ha perso una causa che avrebbe dovuto vincere per forza vista l'appropriazione indebita da parte del suo ex socio, questo novello giustiziere sanguinario mi sembra la soluzione a tutti i miei problemi.
Non so se a voi capita, ma in base ai vari stati d'animo ci scegliamo i nostri piccoli, piccolissimi, eroi. O meglio, diciamo che a volte sono delle vere e proprie vie di fuga e in questo caso,Dexter, incanala la sua voglia di trucidare verso persone che hanno commesso crimini sfuggiti in qualche modo alla giustizia.
Però, siccome io sono un donnino tendenzialmente buono, non voglio che questo post mi faccia assumere le fattezze di una serial killer sotto mentite spoglie. Allora vi regalo la notizia più dolce e tenerona che ho trovato in rete, con la speranza che dopo questa mia confessione di passione omicida, riusciate ancora a venirmi a trovare con il medesimo affetto.
E' nata Matilda, la prima figlia di Katia Pedrotti e Ascanio Pacelli.
Va bene come recupero di sana femminea bontà perduta??


domenica, novembre 11, 2007

UNA DOMENICA NO

Stasera non posso non riflettere sul fatto accaduto oggi e del quale hanno parlato un po' tutti: la morte del povero Gabriele Sandri.
Mi riallaccio alla puntata mozzata di "Quelli che il calcio", dove, nonostante fossero trascorse diverse ore dal momento dell'omicidio, stranamente ancora non erano chiare le dinamiche del fatto. Cosa molto curiosa, dal momento che solitamente già un paio d'ore dopo, in casi analoghi, sappiamo anche cosa aveva mangiato per colazione sia la vittima che il, perdonatemi la parola, il carnefice.
Dalla Ventura si è straparlato per una mezz'ora buona, dicendo che la Polizia era intervenuta per sedare una rissa e che il colpo, eventualmente, era partito per errore. Un poliziotto uccide un ragazzo disarmato, ma è solo una fatalità, uno scherzo del destino. E tutti a dire che non è colpa di nessuno, anzi no, è colpa del calcio e della mancanza di "cultura sportiva", anche se siamo su un autostrada e non c'è nemmeno il guardalinee a segnalare un fuorigioco.
Okay, la cultura sportiva che intendeva la Simona sarà stata tutta un'altra cosa, però, alla luce di quello che ci hanno detto i telegiornali successivamente dopo, io mi sentirei di accusare principalmente il poliziotto che ha sparato in aria, in autostrada e che ha colpito un ragazzo seduto in macchina sul sedile posteriore.
Lo sport è sicuramente colpevole perchè crea degenerazioni, ma vogliamo anche dire che un uomo addestrato dovrebbe, come minimo, fare un attimino più di attenzione? Vogliamo dire che in questo caso le tifoserie c'entrano in modo sicuramente marginale?
I ragazzi si erano azzuffati ma l'allarme era rientrato, tantopiù che se ne stavano beatamente andando. Dunque la "cultura sportiva" mi sembra un po' azzardata, come trovo pericoloso che un poliziotto maneggi un'arma e non abbia la capacità di farlo.
Quello che sta succedendo adesso, i vari vigliacchi in gruppo che danno l'assalto alle caserme, è un'altro aspetto della vicenda che meriterebbe un post a parte.
Ma se un poliziotto sbaglia in maniera così tragica e plateale, invece di attaccarci a scuse patetiche e penose, a ulteriori accertamenti per quanto riguarda la dinamica del fatto,sarebbe più giusto dire che la colpa è stata solo sua. Senza fare appello al tifo, agli ultras e al "calcio malato".
Lui ha sparato senza motivo e una persona ha perso la vita.
Il pallone stavolta è rimasto sul campo.

sabato, novembre 10, 2007

CASALE MONFERRATO

Rispondo anch'io all'appello lanciato da Isabel Green, a proposito dell'amianto nella sua città, Casale Monferrato.
Purtroppo questa è una realtà terribile alla quale nessuno ha mai cercato di porre rimedio. Vi spiegherà tutto meglio lei in questo post, tra l'altro molto esplicativo e con tanto di video per rendere più forti le sue parole.
Lo Stato, come sempre, ha cercato di nascondere tutto sotto il tappeto e in questo caso la metafora non è poi così diversa dalla realtà. Nessun organo di informazione ha fatto menzione di questa situazione, nessun giornalista ha denunciato, Mentana e Vespa si divertono di più a sezionare cadaveri, piuttosto che ad informare veramente sulle magagne di questa vecchia Italietta ormai allo stremo.
La nostra sarà solo una goccia nel mare, però l'unione fa la forza, è bene non dimenticarlo mai.


giovedì, novembre 08, 2007

LA TRONISTA CHE NON C'E' MAI STATA

Nell'era dei soldi facili, dei tronisti, degli alberghi della mia città chiusi per sfruttamento della prostituzione, mi imbatto in un vecchio numero di Dipiù, dove trovo l'intervista a un ragazzo il cui nome, lì per lì, non mi ha detto niente. Robert Iaboni è un ragazzo di Amici della precedente edizione. Non ha nemmeno partecipato al serale, se non ricordo male, era un cantante di belle speranze, carino, bravino, ma nulla di più.
Dunque, l'intervistatore, gli fa la fatidica domanda riguardante i i suoi compensi percepiti durante le solite, classiche, strapagate, serate in discoteca.
"Guardi, posso solo dirle che questa estate, esibendomi un paio di sere a settimana per tre mesi, sono riuscito a comprarmi una macchina nuova. Insomma, le serate mi aiutano a vivere agiatamente"
Così, la Sara si è proposta come eventuale tronista. Dice che sarà "La tronista che non c'è mai stata", quella che se ci sarà da mandare al diavolo il corteggiatore petulante, lo farà; quella che è disposta a litigare con la sora Daniela o la Rosy del pubblico, chiamando la prima "trombona" e la seconda con un epiteto che le verrà al momento.
Non sarà la solita tronista con gli occhioni da cerbiatta e col vitino alla Liz Taylor. Sarà una di noi, la ragazza della porta accanto che non avrà peli sulla lingua nemmeno con la Maria De Filippi.
Ma il suo scopo saranno le serate. Quelle durante le quali guadagnerà una palata di soldi solo per dire due cretinate in consolle e firmerà autografi agli sciacquetti che vedranno in lei l'antitesi alla bellona fatalona dal fisico statuario e senza un difetto visibile a occhio nudo, che occupa, da sempre, il trono rosso tanto ambito.
Rendiamoci conto: il Robert di cui sopra si è comprato la macchina in tre mesi, lavorando circa sei sere. Costantino dopo Uomini e Donne si è comprato perfino più di un appartamento. Daniele Interrante, l'uomo meno simpatico del pianeta terra, è diventato ricco così, senza nemmeno aver scelto "la donna della sua vita".
I casi sono due: o il mondo sta andando in direzione opposta a quella alla quale ero abituata io, oppure conviene adattarsi a questi lavori alternativi per i quali è prevista la faccia a culo in quantità industriale.
Oggi come oggi per raggranellare sacchettate di euri, basta aver avuto una spintarella da madre natura, in alternativa, il chirurgo che mette tutte le cose al suo posto e lavorando mezz'ora a sera per tre sere a settimana, si riesce anche a comprare la macchina nuova.
E poi si dice che è importante essere belli dentro...





martedì, novembre 06, 2007

COSA VUOL DIRE NON ESSERE SOTTOPESO

Ne ho già parlato e forse ne parlerò ogni qualvolta tenterò di comprarmi qualcosa.
Ora è il turno di Piazza Italia, presente in vari centri commerciali e ridente patria delle ragazzine sottopeso.
Diciamo la verità: da quando in qua un cappotto taglia XL ha la misura delle spalle esattamente uguale alla dimensione di una stampellina, o gruccina, tipo quella dell'armadio della Barbie?
Esci di lì che sei affranta, complessata del tuo fisico normale, magari con quelo filino di ciccetta in più, ma allora una persona che non pesa 35 chili, secondo gli attuali dettami fashion, dovrebbe infilarsi un camicione premaman per uscire di casa?
Secondo Piazza Italia del Centro Commerciale della mia città, si.
Va bene, il mondo è dei giovani che sono belli, che sono magri, che devono vestirsi bene e te che hai poco più di 40 anni devi deciderti a scegliere il negozio costruito per la tua età. Che so, Modyva, Marina Rinaldi, robe che mi mettono ansia perchè: 1) Sono cari per le mie finanze debolucce 2) Mi fanno sentire sciùra e vorrei aspettare un altro po'.
Dunque? Niente, continuo a cercare,armata di pazienza e voglia di piangere dopo la prova in camerino. Munirmi di fazzolettini di carta e sperare che almeno lo specchio del negozio dica il vero.
Di solito basta quello per farmi strappare i capelli con le pinzette uno per uno.