venerdì, maggio 31, 2013

FUMOK O RAGGRUMINA?

Di cose, non dico brutte, ma così così, ne ho viste tante. Per dire, la canzone di Antonacci "Non vivo più senza te", secondo me non è il massimo. Oppure il film "Io sono Sean" non è stato quel gran capolavoro. Però entrambi hanno probabilmente ragione d'esistere, niente di memorabile ma nemmeno totalmente da buttare malamente nel cesto dell'immondizia.
Invece lo spot della sigaretta elettronica Fumok, con la pregevole interpretazione di Emanuele Filiberto è qualcosa che non si può nemmeno definire "brutto", perchè è forse di più.
Da dove iniziare? Dalla faccia del principe? Diciamo che la sua espressività è quello, a livello globale, che si allontana dall'idea di recitazione quasi più della faccia di Francesca Dellera ai tempi d'oro. Non azzecca lo sguardo, il modo di aspirare quell'aggeggio e nemmeno il tono della voce. Lui non dovrebbe recitare, ma non dovrebbe nemmeno parlare, anzi, non dovrebbe stare da nessuna parte, ma questa è un'altra storia. La ragazza che associa il fumo finto al sesso,se è possibile, è ancora peggio di lui. Il testo di tutto ciò è indefinibile, perchè potrebbe tranquillamente essere uno spot del tg di Mario della Micidial Corporation. Un po' come Raggrumina, e i fans di Maccio Capatonda sanno di cosa parlo. 
Anzi, mi spingo oltre. Raggrumina è un capolavoro, Fumok è come se lo avessero scritto e recitato mezz'ora dopo aver finito di lavorare in acciaieria. Ci hanno infilato un po' di malizia, che non guasta mai, la ragazza scelta a caso senza nemmeno stare a guardare se forse in giro ci fosse stato qualcosa di meglio; il primattore forse di ritorno da una riunione di monarchici e quindi libero quella mezz'ora prima di cena, ed ecco confezionato lo spot più brutto della storia.
Ma al principe piace far parte della storia, sempre niente di memorabile, ma l'importante è esserci e lui, bontà sua, da un po' di tempo a questa parte lo abbiamo sempre tra le palle.


giovedì, maggio 30, 2013

FACEBOOK E IL RAGGIO DI SOLE

 C'era una volta un mondo quasi normale, un mondo in cui non c'erano figure da idolatriare, in cui ognuno era il migliore amico di se stesso e in cui nessuno era migliore di nessuno.
 C'era una volta la personalità, quella cosa astratta che dava ad ognuno di noi un'identità precisa, un ruolo utile a noi stessi che non ci faceva uscire la lingua a tappeto a leccare culi di persone con le quali non abbiamo mai nemmeno mangiato una pizza.
C'era una volta un tempo in cui Facebook serviva solo per esprimere opinioni personali e non per compiacere estranei, personaggi pubblici, anche solo di riflesso, che sbagliano e dicono cavolate come tutti noi, persone comuni senza velleità artistiche nè tantomeno parentele famose.
C'erano una volta le opinioni. Quei pensieri personali che assomigliavano sì a quelli di tante altre persone, ma erano proprie, sincere e per questo uniche. Robe tutte nostre che difendevamo con le unghie con i denti tanto ci erano care e preziose. 
C'era una volta la passione sana, qualcosa che ci avvicinava a qualcuno o a qualcosa senza fare però di quel qualcuno o quel qualcosa un vangelo da non contraddire mai, nemmeno di fronte ad un evidente castroneria. 
C'era una volta la persona pensante, lucida, appassionata e concreta. Una figura che un po' si sta perdendo di vista per lasciare spazio ad ideologie politiche e a fanatismi da adolescente che ottenebrano il pensiero personale.
C'era una volta un gregge. Menti mature che si perdono dietro a pseudo guru che regalano parole indiscutibili e condivisibili sempre e comunque, quasi a prescindere. 
C'era una volta, e c'è ancora, Facebook. Con il gregge che adora qualcuno che non conosce ma che non sbaglia mai, che vede il sole come noi non lo vediamo, che sente i profumi come noi non li sentiamo e che conosce la gente come noi non la conosciamo. Ma soprattutto, ha un'opinione che combacia perfettamente con la nostra, una mente dentro la nostra mente che sviscera i nostri pensieri come nemmeno il nostro cervello riesce a fare.
E alla fine nessuno visse felice e contento, tutti si assomigliavano e chi vedeva la luna come noi non riuscivamo a vederla era indiscutibilmente il leader del nostro pensiero personale. 
Una sopravvalutata luce riflessa, convinta, anzi, più che certa, di essere un illuminante raggio di sole.

lunedì, maggio 27, 2013

UNA STORIA TRISTE

Non stiamo parlando di un genio e nemmeno di una mente eccelsa, in realtà sono soltanto Nando Colelli e Sara Tommasi, due personaggi in cerca di gloria. Non la troveranno neanche col porno, secondo me, perchè ho come l'impressione che a entrambi manchi quel quid che li differenzia dagli ammassi di pelle depilata che si rotola sui set del genere. Lui non ha le misure di Rocco, lei non ha il fascino di Moana, lui ha l'atteggiamento di un pesce surgelato, lei sembra costantemente sotto effetto di lsd. Nonostante queste evidenti e gravissime carenze, eccoli sbucare dai meandri dell'hard fatto in casa, convinti di poter intraprendere una qualsiasi carriera che porti loro in qualsiasi direzione che non sia quella di un cosiddetto "lavoro normale". Nando dopo un recente Grande Fratello, a parte l'ubriacatura iniziale, era tornato nel prevedibile dimenticatoio ma senza mai scordare che la popolarità val bene qualche figura grama. E come dimenticare il provino con un attrice porno che gli procurarono Le Iene qualche anno fa. Avete presente l'alza bandiera? Ecco, dimenticatelo. Oggi però la bandiera si è alzata e con una partner che probabilmente avrebbe bisogno più di un 'interdizione che di una telecamera puntata addosso, ma questo è il prezzo per raggiungere il successo. 
Fanno pena questi due ragazzi, pena per la pochezza della loro vita e per la deriva di un'esistenza che sicuramente li porterà a naufragare, povere vittime delle loro stesse esistenze. Non sono niente, non sanno fare niente e si ostinano a percorrere le strade più facili per raggiungere la popolarità come se mostrare quanto poco valgono al resto del mondo, significasse imprimere nella storia il loro discutibile talento. In quanto esseri umani hanno perso ogni qualsiasi forma di dignità, ma la sola cosa che li fa assomigliare al loro ideale di fama è la necessita di far vivere il personaggio a discapito della persona. Anche se  chi sono diventati oggi veramente Nando e Sara, probabilmente  non lo sanno più nemmeno loro. 


venerdì, maggio 24, 2013

IN PIEDI SUL PREDELLINO

C'erano una volta i tronisti. Quelli stile Costantino e Daniele sono roba vecchia, muscoli e Lele Mora al seguito, non esistono più. Quelli nuovi sono ragazzi normali, belli ma accessibili, niente discoteche Hollywood e Billionaire, ma soprattutto niente agente dietro la schiena. E per "dietro la schiena", potrei intendere molte cose.
Ma la nuova creatura made in Mariadefilippi, si chiama Antonio. E' un sessantenne che partecipa al cosiddetto "Trono Over", ovvero, uomini e donne adulti che decidono di conoscersi in tv e instaurano rapporti più o meno sinceri, dentro e fuori la trasmissione. Costui rappresenta il peggio del peggio dell'italica specie maschile. Non sto qui ad elencare le sue molteplici figure di merda perchè so di portare a chi mi legge una buona dose di tedio, mi limito soltanto a sottolineare come la tv renda le persone stupide e  prive di dignità. Pur di restare incollati a quello studio televisivo, che, evidentemente causa alle persone più effetti collaterali di una pompa dell'acqua piena di cocaina infilata su per il naso, tutti, o perlomeno il suddetto Antonio, riesce ad esprimere la sua mascolinità assomigliando sempre di più ad un etero che si finge etero ma che in realtà non lo è. Gli è stata data l'opportunita di conoscere donne su donne, tutte molto carine e altre davvero belle, ma niente. Non scatta nulla per cui preferisco troncare qui la nostra relazione. Ma come, ieri sera mi hai detto che ti piacevo tanto e oggi in trasmissione mi dici così? Lo so, ma ci ho pensato stanotte e non me la sento. Questo è il succo in sintesi di 2 anni di presenza fissa e fastidiosa di Antonio in trasmissione. Stiamo parlando di un sessantenne, non dello sbarbato di vent'anni, qui si tratta di maturità ritardata, di andropausa marcita, ecco, qui si parla della vera essenza del mancato tronista prima maniera. 
Quindi, non mi si venga a dire che la gioventù che rappresenta Maria De Filippi è brutta e cattiva, più brutti e cattivi sono questi anziani che non si arrendono al fatto di aver perso il treno in gioventù e lo rincorrono arrancando, proseguendo il viaggio in piedi sul predellino. 

giovedì, maggio 23, 2013

LESBO DEFICIENTI

Di questi tempi il lavoro scarseggia per tutti, anche per Alessia Marcuzzi e Asia Argento, evidentemente con un sacco di tempo libero e senza guizzi intelligenti di fantasia da condividere con Facebook. Come altre 23454mila persone, anche loro si sono vendute al cosiddetto "lesbo chic", che poi qualcuno me lo deve spiegare letteralmente. Lesbo è lesbo e si sa. Ma chic? perchè, esistono anche delle lesbiche non chic? E chi lo dice che queste due disperate sono chic? Non sono andata a controllare i commenti ma già me li immagino: "siete fantastiche" "come siete sexy" "bellissime" e chi pù ne ha più ne metta. Ora, la domanda che mi pongo è la seguente: entrambe hanno dei figli non più in età da asilo e che sicuramente navigheranno in rete o avranno degli amichetti che lo fanno. Allora, se io a 11/12 anni avesse visto delle foto così della mia mamma, con la dicitura "lesbo chic" e tutte le boiate scritte di seguito degli ammiratori, suppongo che avrei vissuto un trauma non da poco. Anche perchè, questa non è la scena di un film, è solo la cretineria di due donne con la smania di finire sui siti e sui giornali senza avere niente di intelligente da dire. La cosa che dico sempre e che ho sempre pensato, perdonatemi il pensiero anziano, e che i figli non sono un obbligo. Giovane o meno giovane, vivaddio puoi scegliere, ma dal momento che decidi di averne, la prima cosa da fare è rispettare loro più di te stessa. I ragazzi sanno tutto e vedono più di quanto noi pensiamo, motivo in più per non mettersi a fare le cretine come una bimbaminkia di 16 anni che bacia con la lingua l'amica del cuore per dimostrare di essere trasgressiva. Vabbè che qui il bacio non c'è, ma dubito che i loro bambini vedano così tanto la differenza, proviamo a metterci al loro posto.

UN DOVEROSO SERVIZIO PUBBLICO

Valeria Marini si è sposata. Grande evento mediatico, secondo la Rai, che ha deciso di mandare in onda la diretta del matrimonio come fece a suo tempo con le nozze di Carlo e Diana e, più recentemente, William e Kate. Non riesco bene a comprendere il motivo per il quale questa signora ha così credito nella seriosa RaiTv che ha deciso di abolire l'Isola dei Famosi perchè non in sintonia con la nuova dirigenza. Costei in fondo non ha una vera e propria carriera alle spalle, è riuscita a costruire un personaggio inutile ai fini dello spettacolo ma utilissimo ai fini del business. E questo matrimonio in diretta tv è la conferma che nel nostro paese dei balocchi, conta poco avere capacità artistiche al limite della decenza, quello che conta è ben altro, anche se nel suddetto caso sto ancora qui a domandarmi qual è. Lei ha definito questa operazione un "doveroso servizio pubblico", come se assistere a questa pagliacciata portasse un qualsiasi interesse anche agli italiani più disperati. "Un matrimonio fa sognare", dichiara la signora Marini in Cottone, ma non ho capito di che sogno sta parlando. Di lei non si è mai vista nemmeno mezza foto in atteggiamenti, perlomeno amicali, con colui che poi è diventato suo marito.  E' quasi sembrata una sorta di fiction per rinverdire quella che non oserei definire carriera ma voglia di apparire a tutti i costi. Che poi, devo ammettere che la Valeriona sarebbe una manager perfetta, capricciosa e un po'stile diva del cinema muto,(VIDEO) ma capace di dare lavoro a una manica di persone che pare adorarla ma che secondo me alla prima occasione la infilzerebbe col girarrosto per farla cuocere a fuoco lento. Molto abile nel vendersi mediaticamente e instancabile lavoratrice con le mani degli altri è però poco incline allo spettacolo vero e proprio. Inarrestabile venditrice di se stessa, una specie di genio che è riuscito a crearsi una rispettabilità in Rai che nemmeno Pippo Baudo ce l'ha fatta  a conquistare, nemmeno ai tempi d'oro. Lui, a fine carriera, è trattato alla stregua di una Eleonora Daniele qualsiasi, la Valeria invece, benchè in questi giorni sia stata rinnegata proprio dalla Rai, ha ricevuto il trattamento riservato esclusivamente a principi e principesse. Misteri del servizio pubblico, cambiano le dirigenze e i partiti di riferimento, ma certe cose rimangono inalterate nel tempo. Un po' come i capelli di Berlusconi, tanto per rendere l'idea. 


domenica, maggio 19, 2013

LA BELLA GIOVENTU'

Non c'è niente da fare, la mezza età, che poi, mi dispiace ammetterlo è anche la mia, non porta solo ernie, sciatiche, periartriti e dolori vari, no no. Capita che ci regali anche delle passioni giovanili, delle vere e proprie "acerbe ossessioni" che un po' ci riportano ai tempi andati, quelli della giovinezza lieta e spensierata. Avendo da diversi anni Facebook, ho capito di non essere sola, ho capito che anche a 40-47-50 anni, si può avere il cantante o l'attore del cuore, colui che quando lo vedi ti riapre la giornata e ti fa sperare in qualcosa di positivo. Non tutto però è pura poesia spirituale, ammetto che i nostri prescelti
 scatenano in noi fans attempate un po' la bestia mai sopita, ma è anche vero che questa bestia ci mantiene vive e vegete. Ho 3 esempi da portare in queste righe: Marco Mengoni, Eros Ramazzotti e Miguel Bosè. Tre generazioni a confronto, tre tipologie di uomo e tre tipologie di accanite. Tutte over 30, e parlo di quelle che conosco, che adorano il cantante come quando avevano 16 anni. Molti di questa cosa sghignazzano e io lo so il motivo per cui lo fanno: perchè un po' ci invidiano. Invidiano la gioventù che non ci abbandonerà mai a dispetto dei problemi della vita, dei guai, delle preoccupazioni e non capiscono quanto può essere divertente aspettare qualcuno con la stessa emozione che provavamo tanti anni fa. E un po' è anche una beata evasione, eccheppalle, sempre a fare le donnine responsabili, quelle che si occupano solo di problemi pratici, che non danno a vedere i dispiaceri, che tirano su di morale gli altri, ebbene si, Miguel, Eros e Marco lo tirano su a noi, embè? Siamo fortunate, perchè basta mettere un cd o un video, e per 5 minuti siamo fuori, pensiamo a noi, a loro e tutto passa in secondo piano. Per cui, care Carmen, Monica, Anna e Valentina (che sarei io), riteniamoci fortunate ad avere ancora la nostra parte ragazzina che non accenna a scomparire. Altre cose scompariranno o sono già scomparse, ma questo no, in barba alla menopausa, ai problemi, alla routine e alla carta d'identità, ci sono cose che non cambieranno mai. Alla faccia di chi, queste cose, non le ha mai provate.


NON ESISTONO PIU'' I DIVI DI UNA VOLTA

Non esistono più i divi di una volta ed ecco perchè Stefano De Martino, di professione "fidanzato di Belen", sta usando tutte le armi in suo possesso per ottenere quel posticino al sole di riflesso che giusto giusto un po' gli spetterebbe. Originariamente era un ballerino, nonchè fidanzato con Emma, però era troppo poco, ma soprattutto c'era da faticare e la cosa gli andava leggermente di traverso. Ora ha capito che in fondo non importa fare nulla di particolare, anzi, se ti metti con la starlette del momento, diciamo, che hai attaccato il cappello. Sei a posto. Quindi, il giovanotto, ha abbandonato Amici dopo la nascita del figlio Santiago, un po' come fanno tutti gli operai di Pomigliano D'Arco: le mogli partoriscono e loro la prima cosa che chiedono è il permesso di paternità. Non sia mai che si perdono la prima cacchina sciolta del pupo e il primo rigurgito di latte. Non sta bene e non è da bravi papà. Stefano è diverso, lui si è abbandonato al destino della compagna, sempre insieme  e sempre con il telefonino puntato addosso. No, non è una minaccia, solo che la coppia si fotografa ovunque e comunque. In palestra, al mare, in casa, a letto, sul water, in tutti i luoghi e in tutti i laghi ci tengono tenere i fans aggiornati sulla loro vita dorata. Ma lui, il De Martino, ha fatto anche di più. Ormai ballare per il Nostro è diventato un po' una rottura di pelotas, allora ecco arrivare le sue foto mezzo ignudo, con le mani a coprire le vergogne ma a dimostrare che, sì, sono un ballerino ma sono soprattutto belloccio e fisicato, altrimenti come raccattavo una figacciona come la Belen? Ma c'è dell'altro: visto che ormai la sua vita è diventata come una vetrina di H & M, mancava giusto la ninna nanna al pupo, cantata dalla mamma più mamma del mondo e dal babbo che corre ignudo per la spiaggia di Formentera. Ragazzi, qui non si frigge con l'acqua, "fai la nanna coscina di pollo", cantatela voi, noi abbiamo la canzonetta argentina cantata come ad un provino di X-Factor, mica cotica. Un'idea geniale, se non altro potrebbe essere la scappatoia per il futuro, quando lui avrà la tartaruga alla rovescia e lei due milligrammi di cellulite che la manderanno in crisi. Magari fra qualche anno a "Italia's got talent", andranno come concorrenti, hai visto mai che si reinventano la carriera?