martedì, novembre 09, 2010

TI PRESENTO UN AMICO

C'era una volta Stefano Dionisi, attore che sapeva di promessa quasi 20 anni fa e che oggi sembra diventato quasi una comparsa nell'ultimo film di Carlo Vanzina.
"Ti presento un amico" è l'ultimo capolavoro nel quale la ex promessa ha il nome in locandina ma, per oscuri motivi, il suo personaggio appare nel trailer, solo di schiena. L'importante è che si veda Raoul Bova, il protagonista assoluto, insieme a 4 ragazze che ruotano attorno a lui e delle quali si stanno occupando le tv, i giornali e chiunque decida di parlare di questo film.
Ma lui non esiste. Stefano Dionisi c'è da sempre, ora si è reinventato in una commedia e la cosa per la sua carriera sarebbe più che ottima, se solo qualcuno si ricordasse che c'è.
Oramai se chiedo ad un ventenne se conosce la sua faccia, secondo me lo scambia per il concorrente di un reality.
Ha perso il treno del successo? Ha sputato in qualche piatto importante? Ce lo hanno rubato i francesi? Non si sa, la cosa sicura è che quest'uomo, ex ragazzo ai tempi gloriosi di "Farinelli", vive in una specie di limbo tutto italiano dove gli sono passati avanti tutti, anche Nicolas Vaporidis e Ficarra e Picone.
In "Ti presento un amico" non so che ruolo interpreta, però il suo nome è in locandina e il minimo che mi aspetto è che qualcuno dica che oltre a Raoul Bova c'è anche questo bravo attore che si affaccia per la prima volta alla commedia dopo una carriera inanellata di ruoli drammatici. Mi aspetto che stia al palo Martina Stella (una delle protagoniste) che ha appena imparato a non parlare fiorentino e che la promozione la faccia anche lui, se non altro per questione di anzianità lavorativa.
Purtroppo oggi va tutto alla rovescia e la dimostrazione lampante è il fatto che Belen Rodriguez, dopo la sfolgorante carriera fatta di spot pubblicitari, culi in faccia alla telecamera e cinepanettoni, stia per volare in Texas per recitare nel nuovo film di Pupi Avati.
Se questo è l'andamento attuale, ho paura che per Stefano Dionisi ci sia poca speranza; troppo bravo, troppo serio e troppo attore per avere successo. La Belen è un segnale, è bene iniziare a preoccuparsi.


martedì, novembre 02, 2010

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DEL BUNGA BUNGA

Non ho ancora capito di cosa tratti precisamente il bunga bunga, ma ho come l'impressione che sia qualcosa di poco simpatico perchè fa schifo anche alla Patrizia D'Addario. Però bisogna ammettere che un'indagine approfondita su questa pratica in questi giorni è mancata alla nostra televisione italiana.
Se i contenitori domenicali, ad esempio, invece che straparlare di Avetrana e della povera Sarah, prendessero in considerazione il "caso bunga bunga", secondo voi, farebbero un danno al padrone delle ferriere?
Probabilmente si, ma allora la "testata giornalistica" della quale si riempie la bocca Barbara D'Urso che cos'è, una robetta tanto per dire?
Ruby esiste; il vecchio maialone pure; la cronaca c'è, visto che la tipa è finita in commissariato; la politica anche perchè il premier è il vecchio maialone sopracitato: Dunque ci sarebbe materiale per poter invitare tutti gli opinionisti dismessi e non che ci sono in Italia. Il sindaco leghista, la Boralevi, Meluzzi, la Santanchè, Paola Concia, Rocco Casalino, la Mussolini, e chi più ne ha più ne metta. Eppure tutto tace. Bunga bunga rimarrà una pratica a noi sconosciuta perchè in questo caso non c'è svisceramento e nessuno ha la benchè minima intenzione di sviscerare. Nessun prete parlerà dei problemi di quel vecchio maiale fissato con le ragazzine, perchè lui è come la Caritas e fa solo del bene alle persone. Magari prima fa loro del male ma dopo mette in mano la bustarella con i soldoni e passa tutto, anche lo schifo per aver avuto sopra quel cosino ravvizzito e pitturato.
La tv dovrebe informare, si dice, ma certa tv, o meglio, quasi tutta, scansa le notizie come io scanso le pozzanghere quando piove; tutto fa brodo, ma l'omino brutto e fatto male non sbaglia mai, anche se fa le orge e fra le tante disgraziate che gli passano sotto capita ci sia una ragazzina non ancora maggiorenne che però vive come una 40enne scafata.
Se poi è la nipote finta di Mubarak tanto meglio, lui si fa l'ennesima figura di merda, i giornali provano a sputtanarlo come possono e la sua televione tace e acconsente.
Anche se, come diceva Francesco Nuti, "chi tace, sta zitto", che è molto più semplice.



domenica, ottobre 31, 2010

"SONO VENUTA A VEDERE LA CASA DEI MOSTRI"

Niente paura, la mia sparizione non è dovuta ad un mio pellegrinaggio ad Avetrana in qualità di gitante macabra con ambizioni religiose. Non ho portato un fiore sulla tomba della povera ragazza e non ho nemmeno partecipato ad una spensierata gitarella in via Deledda per farmi fotografare davanti all'ormai famosissimo cancello.
Però c'è chi lo ha fatto. Durante i giorni clou di questa tragedia familiare, ecco arrivare le signore che con la faccia seria e contrita si lasciano intervistare da un giornalista a caso per dire la propria su un caso che sembra ormai più una fiction a puntate, che una storia drammatica e reale. La cosa terribile è che basta dire "anch'io sono una mamma e mi trovo qui per portare un fiore sulla tomba della piccola Sarah" e stazionare davanti casa di "Sabbrina" per dimostrare di essere lì solo per raccogliersi in una preghiera pubblica e visibile, piuttosto che nell'intimità della propria vita.
"Sono venuta a vedere la casa dei mostri" ha detto con aria intelligente una ragazza posizionata dietro le transenne di via Deledda, un po' come quando si passa da Laglio e si va a vedere la villa di George Clooney.
Il dramma nel dramma è anche questo. La pochezza dei media e delle persone che hanno preso questa vicenda come un motivo per organizzare la gitarella domenicale, grazie soprattutto alla curiosità morbosa alla quale ci ha abituato la tv nelle ultime settimane. "Sabbrina" stava diventando merce da reality, il padre era stato marchiato col fuoco, e comunque vada, l'etichetta di "mostro" non se la toglierà nemmeno se per espiare si reinventerà missionario in Rwanda. Tutti sono colpevoli, anche la D'Urso e Sposini lo sono, è colpevole Salvo Sottile, Giletti, Milo Infante e chi si è abbeverato da questa ciotola troppo piccola per dissetare tutti. Sono colpevoli quegli imbecilli che si sono fatti la gita ad Avetrana e che hanno parlato davanti una lucina rossa per testimoniare ai posteri che loro la casa di "Sabbrina" l'hanno vista dal vivo e che magari hanno anche intravisto la figura di sua madre dietro le finestre.
Ormai si dice "il caso di Sarah Scazzi" come se fosse una garanzia d'ascolti. Parlano di lei quasi non fosse mai esistita ma si trattasse solo di un "caso" astratto, senza sostanza e senza mai aver avuto una vita o un'identità precisa. "Sabbrina" ormai nell'immaginario non è più la Ferilli, la vera "Sabbrina" è questa ragazza piena di misteri e contraddizioni che ha conosciuto la popolarità grazie ad una tragedia dalla quale una persona normale non si sarebbe ancora ripresa.
E non è ancora finita, ancora avranno da parlarne, ma forse non vedere più quel cancello sullo sfondo scoraggerà i gitanti del macabro dall'avventurarsi ad Avetrana. Ma finchè Salvo Sottile riuscirà a portare a se 4 spettatori invece che 1, "Sabbrina" e quella povera famiglia straziata dal peggiore degli incubi, avranno ancora tanto da regalare a lui e al telespettatore da gitarella che di questa storia non ne ha mai abbastanza.

mercoledì, settembre 29, 2010

COME TI ROVINO LO SPOT

C'erano una volta gli attori. Sto parlando di quelli veri, anche solo quelli con il talento innato, quel dono che pochi hanno ma che a noi che li guardiamo regala tante piacevolissime emozioni.
Poi ci sono loro, i vari reduci di Grandi Fratelli, che diventano qualsiasi cosa basta che li paghino e che consentano loro di rimanere una mezz'oretta in più sotto i riflettori.
In questo memorabile spot, perlatro per una giusta causa, si suppone che l'interprete principale sia quel George Leonard (punto!) che nell'ultimo GF ha brillato di luce ridicola insieme alla fidanzata Carmela Gualtieri, anche lei fugace comparsa del capolavoro.
Ma, passi lo spot in se e per se, soffermiamoci sulle interpretazioni. Sono credibili un po' come se io interpretassi La Ciociara. Il paragone è eccessivo lo so, ma l'espressività di George, che è il fulcro di tutta la storia, è qualcosa che finirà negli annali delle tragedie italiane.
Mi rendo conto,loro forse costano meno di qualsiasi persona in possesso di qualcosa di simile al talento, ma perchè bruciare una cosa così importante con questi 4 sciagattati così disadatti da fare quasi simpatia? Perchè dare il ruolo dell'investitore proprio a George che si vede benissimo che non potrebbe diventare nemmeno parte del pubblico muto di Uomini e Donne?
E basta con le avventure sentimentali dei reduci, basta con le vacanze dei reduci e basta col dare denaro ai reduci per fare cose che tra l'altro non sanno nemmeno fare. Non è sicuramente il caso di questo spot (nei titoli di testa infatti c'è la dicitura "con l'amichevole partecipazione di"), ma ormai ne abbiamo le tasche piene e non è giusto previlegiare loro a discapito di persone che forse hanno ambizioni reali e magari qualche vera capacità artistica.
E ora prepariamoci alla visione di una cosa che non dimenticheremo. Rimarrà impressa nella nostra memoria come l'espressione finale di George Leonard. Da brividi.


lunedì, settembre 27, 2010

AMANTI LATINI

La notizia è di quelle succulente che non si può non commentare. Forse sono arrivata in ritardo, ma questa relazione tra Lele Mora e Fabrizio Corona è un po' il "piatto ricco mi ci ficco" che qui da me è quasi la perfezione.
Devo dire che un po' 'sta cosa me l'aspettavo. A parte che sono quasi sicura che sotto o sopra Lele siano passati quasi tutti i maschi bonazzi che bazzicano la sua agenzia; ma poi Corona, diciamo la verità, si vede che ha il pelo sullo stomaco e che per soldi venderebbe anche la narice destra ad un estimatore di buchi piccini. E poi, dai, tutto quel maschiacciume che ostenta non sembra neanche reale. Sigarettina fissa mezza storta tra i denti; tatuaggi stile trucido come i bulli comandano. Stereotipi alla Village People che non ingannano più nessuno.
In più, per chi ha visto il film "Videocracy", la sequenza durante la quale è davanti lo specchio che si ciancica il bischerino tipo gomma da masticare per vedere se cresce, è esplicativa: forse erano segnali chiarissimi.
Ormai si fa prima a quantificare i capelli di Afef, che quanti ani maschili intonsi esistono nel mondo dello spettacolo. Non si è più sicuri di nessuno e questo duo improbabile è la riprova che per arrivare da qualche parte faticando zero (oddio, anche lì ci sarebbe da determinare se avere sopra o sotto Mora sia più o meno faticoso di un turno alla catena di montaggio), si può fare questo e quell'altro. Il solo penisero dei due coricati nello stesso letto mi fa uscire le bolle piene di pus, ma in realtà la persona che più ha pagato il prezzo è stata la povera Nina. Oggi la vediamo persa nel culto della minigonna ad oltranza, ma immaginiamoci il suo disgusto quando ha scoperto la tresca dei due ominidi che se la intendevano tranquillamente alle sue spalle.
Altro che Belen, quelle non sono corna, anzi, ma avere Lele che miagola nel letto è qualcosa che la mente umana, anche la più sana, non riuscirà mai a sopportare.
Nemmeno con l'ausilio di un allucinogeno a caso.

lunedì, settembre 20, 2010

TANTO E' TUTTO FINTO


"Tanto è tutto finto" è la frase classica che ripeto a me stessa tutte le volte che un film o un telefilm mi fanno soffocare in un mare di lacrime.
Proprio ieri ho rivisto in dvd l'episodio de "Le sorelle McLeod" nel quale una delle protagoniste principali, Claire, muore in un incidente stradale.
Lì per lì ho fatto mia la solita frase di cui sopra; successivamente ho sentito un groppo in gola che se non lo lasciavo sfogare probabilmente mi avrebbe ucciso; dopodichè ho aperto i rubinetti e per una buona mezz'ora abbondante non ce n'è stata per nessuno. Praticamente non mi sono più fermata.
Eppure la consapevolezza che è finzione è fortissima, credo che tutti noi sappiamo perfettamente che nessuno muore davvero e che sicuramente mezzo secondo dopo, "Claire", nello specifico, si sarà fatta una risata e forse una ricca bevuta alla faccia nostra.
Nonostante tutto però, facciamo nostro il dolore altrui e ci immedesimiamo a tal punto in quello che stiamo vedendo/vivendo, sembra reale come le nostre lacrime. Prendiamo il film "Titanic", ad esempio: l'ho visto 3000 volte e 4000 ho pianto come una citrulla neanche Jack fosse un mio parente prossimo. Non ci si abitua mai al dolore/piacere dei films che ci appassionano, salvo evitare accuratamente certe pellicole che si appiccicano addosso con tutti i pensieri che ne conseguono. Malttie terminali tipo "Philadelphia", "Il posto dell'anima", "Voglia di tenerezza" e tutti quelli con strazi, agonie e ospedali vari.

In quel caso, "tanto è tutto finto" è vero per metà. La finzione ci sta tutta, ma quando ero più giovane erano tematiche che non mi sfioravano minimamente, oggi invece un po' mi toccano e mi terrorizzano più del dovuto.
E' anche vero però che un bel pianto liberatorio come quello che ho fatto ieri per Claire, a volte è uno sfogo sacrosanto.
Mettiamo in conto che ero da sola, sul mio scomodissmo divano, immersa nelle praterie australiane a piangere la mia eroina preferita: forse ci sarà stato anche qualcosa di meglio da fare, mi sa, ma ieri quello passava il convento era quello e fra un singhiozzo e l'altro me lo sono goduto tutto pensando che, alla fine e per fortuna, "tanto è tutto finto".






martedì, settembre 14, 2010

IL DIO IN TERRA


Ormai non la bevo più. Da vecchia volpona dei reality, la storia di Mauro Marin, vincitore dell'ultimo Grande Fratello, e i suoi problemi mentali con me non attacca.
Sarà sicuramente vero, ex tossico, il giovane si è trovato ricoverato con la camicia di forza e sedato da bombe che avrebbero rinciucchito anche un cavallo. Vabbè, e durante quel periodo terribile arriva la convocazione al Gf: gli autori, tutti consapevoli dei suoi disturbi psichiatrici, non si perdono d'animo e lo scelgono senza nemmeno avere un quarto di dubbio. Più pazzo è, meglio interagisce con i coinquilini, anzi, se ci scappa uno psicodramma forse è anche meglio perchè gli ascolti si impennano di sicuro.
Come sempre la televisione si bea di nefandezze di questo genere, dopo Paolo Mari, il concorrente più bello nella storia del Gf che sbroccò minacciando di "cacare in giardino" (VIDEO), ecco che è arrivato il sospirato bis.
Mauro Marin, nel suo libro di recente uscita, racconta il suo periodo buio, durante il quale la sedazione e gli infermieri che lo bloccavano al letto, erano quasi la consuetidine.
Però lui invocava qualcuno, a gran voce chiamava il nome del suo "dio in terra" (parole sue), colui che avrebbe potuto salvarlo dalla bestia che si era impadronita di lui. Possiamo non crederci, ma questo "dio in terra" per Marin è Silvio Berlusconi.
E' a questo punto che ho capito che la tv crea dei mostri sempre più pericolosi. Le dichiarazioni di quest'uomo sono deliranti e non è colpa della droga o degli psicofarmaci. L'osanna a quel cosino orrendo è sintomatica, inizialmente avevo capito che questo ragazzo non stava bene, ma dopo aver saputo la storia del dio in terra mi sono persuasa che sul serio in Italia quello che ci sta succedendo forse ce lo meritiamo.
Abbiamo fatto vincere Mauro Marin, con fans club e gruppi di sostegno che neanche per il compianto Pietro Taricone ai tempi d'oro; tutti a dire quanto è simpatico, quanto è buffo quando in realtà era un razzista, maschilista e violento.
Ora la venerazione per quel tappino malefico è la conferma che il delirio non è tutto da attribuire ai problemi mentali: se così fosse l'Italia sarebbe piena di soggetti costretti in camicie di forza, invece sono tutti a piede libero e pronti prendere la penna in mano alle prossime votazioni.
E a quel punto staremo a vedere se per altri sani di mente il dio in terra è ancora qualcuno da adorare o da seppellire insieme al ricordo di Mauro Marin che vince il Grande Fratello.






lunedì, settembre 13, 2010

TELEVISIONE DA ROTTAMARE

Chi mai visto la trasmissione "Velone"? Io stasera per la prima volta e sono rimasta sconvolta.
Mi sono trovata davanti una aspirante showgirl della terza età di quasi 70 anni che dopo aver ballato tipo forsennata il classico stacchetto da bancone, ha raccontato che il giorno del matrimonio, più precisamente durante il pranzo, ha tradito il marito con uno degli invitati. Ha detto che lui, il ganzo, le piaceva e allora sono andati in bagno e tutto il resto. A questo punto c'è stato il taglio che ha interrotto questo interessantissimo spaccato di vita e il faccione di Enzo Iacchetti ha messo fine allo scempio da centro anziani versione hardcore.
Come è INgiusto che sia la signora è stata mandata in finale dalla giuria senza alcun dubbio al riguardo. Non è stata simpatica, nè ironica e nè tantomeno brava, ma ha fatto una dichiarazione mignottesca in linea con il trend del momento, quindi la promozione per lei ci stava come il cacio sui maccheroni.
Barbara Salma Palombelli, presidente di giuria, ha inoltre dichiarato che Velone porta il sorriso, e in un momento così, nel quale la situazione politica ci fa abbastanza piangere, non c'è niente di meglio di un programma come questo. Eh beh certo, assistere allo sputtanamento di una masnada di anziane vogliose di diventare come Belen Rodriguez fa morire dal ridere. Infatti sul suo viso colmo di mestizia sembrava proprio di leggere una insana gioia tutta da decifrare.
Una tragedia. Velone è il programma più tragico al quale abbia mai assistito. E lo dico con cognizione di causa avendo visto praticamente di tutto; questo però è la fiera della terza età che si odia e che non fa nemmeno sorridere.
Non sono comiche, le signore di Velone sono drammaticissime al limite del pianto, se non altro per il fatto che sculettare in cerca di un posto in penombra a 75 anni è qualcosa che non sta nè in cielo nè in terra.
Eppure questa è la tv che si sono impuntati di offrirci. A qualcuno di sicuro piace, la cosa che è fuor di dubbio è che non c'è allegria nel vedere una vecchietta di 88 anni conciata come una ballerina di varietà, che sgambetta alla meno peggio su un palco sotto gli occhi curiosi di una manciata di spettatori assetati di miserie altrui.
E lì di miserie ce ne sono tante, peccato che siano mascherate da gioiosi spaccati di vita che immalinconiscono e mi fanno pensare che certe volte la televisione è brutta, ma proprio brutta brutta.


sabato, settembre 11, 2010

I NUOVI MASCHI

Ormai i pubblicitari ci hanno preso gusto. Più lo spot è discutibile e più loro son contenti perchè i probabili fruitori del prodotto perlomeno ne parlano.
Però non so se fosse questo l'intento quando hanno partorito quella roba penosa che è la pubblicità della Tuborg Light.
Ora, io non ho una vastissima esperienza in campo maschile, però a tutti quelli che ho conosciuto non ho mai pensato di proporre una birretta leggera per non farli ingrassare. Tutti, con la pancia o con gli addominali, amano bere la birra vera, il vino rosso, i cocktail e chi più ha alcool ce lo metta pure.
E non perchè i maschi siano alcolizzati per definizione, solo vedere quei due sciagurati dello spot che reggono il frigorifero pieno di Tuborg con un filo, perchè è leggero come un palloncino, mi fa una pena infinita. Ma come? siamo noi donne a dover combattere con i chili di troppo; noi che fingiamo di rifiutare il vino perchè ci fa ingrassare quando in realtà ne berremmo un fiasco da sole.
I maschi non devono star lì a scegliere la birra leggera per non farsi venire la pancia, è intollerabile. La birra è birra e deve essere come si deve, specialmente se a berla è un maschiaccio che non si depila e non va dal parrucchiere a farsi le sopracciglia ad ali di gabbiano.
Ma oggi siamo tutti troppo presi dal culto dell'estetica e quelli della Tuborg hanno capito che ormai non c'è più differenza tra uomini e donne. La birra light un tempo sarebbe stata esclusivamente per noi, leggerina che non lascia segni e non si attacca sulla trippa. Oggi anche loro anelano la tartaruga e il frigorifero che prende il volo è un sogno che si avvera anche per certi nuovi uomini che si sforzano di assomigliarci, spesso riuscendoci alla perfezione.



martedì, settembre 07, 2010

IL CULO DA ROVESCIO

Okay, può capitare di avere "il culo da rovescio", come si dice dalle mie parti. Vuoi un po' di nervoso perchè c'è da pagare la bolletta del telefono e i soldi sono finiti; vuoi perchè l'azienda è in crisi nera e il tuo posto di lavoro traballa come le testine dei cagnolini di pelouche nelle macchine degli anni 80; vuoi perchè la tua vita fa schifo e la prospettiva di un'altra lunga giornata ti manda al manicomio.
A me succede più di una volta, però cerco di farmela passare perchè penso che c'è chi sta peggio e nel mio piccolo mi ritengo anche fortunata (e qui mi metto a ridere, ma è così).
Isabella Ferrari invece non se la fa passare, anzi, con un paparazzo appostato a Sabaudia (e non a Torre del Lago o San Vincenzo), sfodera il ditino medio che non ammette repliche.
O meglio, qualche replica ci starebbe bene, anche perchè, visto che hai voluto diventare famosa ecco che ti becchi il fotografo e stai pure zitta. Non incarni l'ultima diva in circolazione, anzi, forse nemmeno la penultima e tutte quelle arie da tormentata casomai le lasci a casa e ti comporti da persona normale, quale sei.
Comprendo, ma neanche tanto, che qualche volta si ha bisogno di privacy: ma allora non si va a Sabaudia, ma si opta per un lido meno frequentato dai famosi tipo Marina di Vecchiano, così non si corre il rischio di essere fotografate mentre si passeggia sulla spiaggia parlando al cellulare.
Dura la vita dei vips, altro che i nostri problemi terreni con i quali conviviamo quotidianamente senza mostrare diti medi anche quando sarebbe l'unica cosa da fare.
Forse noi siamo educati e lei no. O forse le paturnie di Isabella Ferrari non sono paragonabili alle nostre e visto che lei è una diva, ci mancherebbe altro.


lunedì, settembre 06, 2010

INTRAPPOLATA NELLA RETE

La rete offre un sacco di cose interessanti e un sacco di ottimi spunti di riflessione. Grazie al blog e a Facebook (ma soprattutto al blog) ho avuto modo di "conoscere" tante persone con le quali ho instaurato un rapporto virtuale più che ottimo.
Poi c'è YouTube che è la mia televisione personale. Lì mi sbizzarrisco nella ricerca di passato presente e futuro e proprio su questa tv personalizzabile si creano fenomeni e traveggole che spesso ti sconvolgono e ti lasciano abbastanza perplessa.
Proprio oggi mi è capitato di vedere un video che sta facendo il giro della rete. Vero o falso non si capisce bene, la cosa sicura è che è girato benissimo e il terrore è percepibile e reale.
La cosa spaventosa di queste "cose" che diventano pubbliche è che la realtà è mischiata con la finzione e la ragazza che finisce sotto la macchina non è chiaro se sia morta o adesso è dietro un monitor che se la ride alla faccia del mondo.
Con internet hai facile accesso allla morte e te la vedi lì, in dimensioni ridotte e ti domandi se stai guardando un film o anche quella è realtà.
Siti di cadaveri, corpi sbriciolati, decessi in presa diretta , tutto questo fa parte del pacchetto "internet" che prima o poi ti si para davanti anche se fai di tutto per evitarlo.
Ora c'è da capire se questo video è vero o falso; in ambedue i casi il cinismo la fa da padrone perchè filmare una morte in diretta, avere soprattutto la forza di farlo, mi sa troppo di progetto scritto a tavolino.
Qualsiasi cosa sia, è stato centrato l'obiettivo. Tutti ne parlano, me compresa, e anche se a parole lo definisco "sciacallaggio" in piena regola, mi trovo ad essere anch'io dalla parte degli sciacalli, postando la testimonianza e parlandone su questo blog.
Niente da fare, sono il navigatore tipo della rete, pronto a (quasi) tutto per soddisfare la curiosità più bieca.
Mi fa schifo ma un'occhiata ce la devo dare, niente scuse, ho inizato con Gemmadelsud e chissà fin dove sarò capace di arrivare..




giovedì, settembre 02, 2010

L'URTO DI VOMITO

Quando lo vedo alla tv mi viene da vomitare, giuro e non sto esagerando. Di lui mi fa schifo tutto, anche il modo che ha di toccarsi i capelli, quel rito che ormai è diventato quasi un suo marchio di fabbrica che ormai non riesco più a tollerare.
Si diverte a prendere in giro la povera gente che lo osanna in quanto "uomo intelligente" e conseguentemente a ciò può permettersi di farsi 3000 donne (o fingere di farlo) e non suscitare orrore, ma invida.
E' una specie di servitore dell'omino pelato e durante le sue ospitate fisse da Brabara D'Urso le domeniche invernali, non perde occasione per difendere l'operato del governo con veemenza e la solita arroganza.
Si circonda di ragazze stupide o affamate di popolarità, per lui sono solo corpi nei quali poggiare quel poco che la natura gli ha donato, in più ha la passione dello sfoggio: sono come dei cagnolini di razza in mano ai ricchi e cretini. E' inutile portasele dietro se ne nessuno le guarda, quindi che siano belle, o perlomeno zozze, così fa anche più impressione.
In quanto donna, diffido molto delle mie simili che si accompagnano con lui. Non parlo di aspetto fisico, il guaio è proprio il suo modo di essere e di porsi al prossimo, così viscido e maschilista che fa ribrezzo.
Credo di non essermi mai espressa in questi termini per nessun'altro, ma costui è uno degli esseri (sempre dopo il cosino pelato e tappo) per il quale provo una sorta di rifiuto fisico e umano.
Sindaco, critico d'arte, opinionista, una sequela di ruoli che altro non fanno che sminuirsi a vicenda. Però suppongo che a lui interessi far cassa e visto che ne sta facendo anche troppa e che ha la querela facile, nonostante sappia con certezza che non leggerà mai il mio blog, ritengo preferibile non fare il suo nome per insultarlo ad oltranza.
Gli avvocati costano e il tizio è abbastanza permaloso, meglio non rischiare visto che di debiti ne ho già abbastanza dei miei.


lunedì, agosto 30, 2010

IO STO CON MONTAGNANI


Non se ne può più di sentire Lino Banfi che esalta i suoi filmetti anni 80 quando pochi anni fa se avesse potuto cancellarli dalla sua vita lo avrebbe fatto. Se ben si ricorda, ai tempi del primo Nonno Libero, la sua ambizione era quella di far dimenticare quella comicità così casereccia e grossolana che gli aveva portato tanta fortuna. Diceva di voler fare altro e così è stato fino a qualche anno fa.
Poi è arrivato Quentin Tarantino che , pare, si sia inchinato davanti a lui dopo aver visto un suo massaggio ruspante a Barbara Bouchet in un film dei tanti della serie.
Ma chi si ricorda di Renzo Montagnani? Lui era uno dei principi della commedia anni 80, un attore capace e versatile che non viene mai rammentato e nemmeno un tantino incensato. Ha fatto parte della categoria dei comici della commedia scollacciata e lo ha fatto in maniera egregia. Ci ha portato allegria e buonumore come e più di Lino banfi che a me personalmente ha sempre fatto ridere meno di niente. Montagnani non ha fatto in tempo a rinnegare il suo lavoro perchè ci ha lasciato molti anni fa quando era ancora giovane, ma mi piacerebbe che si smettesse di glorificare Banfi e la Bouchet, solo perchè Tarantino ha scoperto l'acqua calda.
Renzo Montagnani è stato un pilastro della commedia anni 80, ha recitato in non so quanti film ed avrebbe avuto il medesimo percorso di Lino Banfi se la morte non lo avesse portato via prematuramente.
In Italia abbiamo la memoria corta e si è visto ampiamente con Tognazzi; dopo un po', come si dice, "chi muore giace e chi vive si da pace", quindi largo ai vivi e a quelli che si auto promuovono fino allo sfinimento, come Banfi che per finire sui giornali direbbe qualsiasi cosa.
Renzo Montagnani tace per forza di cose, ma mi piacerebbe che si ricordasse anche lui in quanto icona di un certo cinema degli anni 80.
L'unica cosa è parlarne a Quentin Tarantino, a questo punto solo lui può riportare in auge un attore che l'Italia ha dimenticato come se non fosse mai esistito.



giovedì, agosto 26, 2010

SPUTACCHIO ALLO CHAMPAGNE

Continuo a pensare che quando una persona ha toccato quello che ha toccato lei, respirato quello che ha respirato lei, ingoiare un po' di champagne sputato è sicuramente una sciocchezzuola di poco conto.
Noemi ci da sempre tante soddisfazioni. Ora è in Sardegna in compagnia del solito Matteo Guerra, un tizio sconosciuto ai più che se ne ripassa una a settimana. Tutte pseudo-famose, ma tant'è, il giovanotto sembra vivere di queste paparazzate e sembra farlo anche più che dignitosamente.
Ora è il turno della ragazzina amica del Papi e si vede proprio chiaramente come il tutto sia giocato in maniera tale che i paparazzi possano andarci a nozze. Lei dice in giro che il prossimo autunno sarà presenza fissa nello show di Piero Chiambretti su Canale 5; Piero Chiambretti nega decisamente ma la vertià la sapremo a settembre.
Intanto se la spassa a Porto Cervo con questo gigolò per giovani aspiranti qualchecosa della televisione italiana. Si fa sputare lo champagne in bocca e lo fa con gli occhiali da sole perchè se durante questo momento straordinario della sua carriera avesse strizzato gli occhi per il riverbero la foto non sarebbe venuta bene.
E per Noemi il lavoro è tutto e tutto fa brodo, anzi no, sputacchio allo champagne, che fa più glamour.

mercoledì, agosto 25, 2010

UNA DONNA PER AMICA, SECONDO LA TIM

Quale dovrebbe essere il ruolo degli spot pubblicitari? Promuovere un prodotto e invitare il consumatore a farne uso, penso io.
Mettiamo caso che io sia un'utente Tim: in quanto donna, cosa me ne frega della Belen che si sguaina a bordo piscina, con la schiena inarcata quasi a dividersi la spina in due (VIDEO)?
Non che con questa strappona una donna sceglie la Tim perchè pensa di diventare come lei. Però, magari, ci stava bene anche qualcuno che potesse far felici noi ragazze, anche poco famoso, anche sconosciuto, ma basta con le donne ignude e sguainanti!
Un po' di pietà anche per noi, costrette a vedere a ripetizione nostre simili coi fisici scolpiti dallo scalpello del chirurgo che ci dimostrano che mangiare il pane a cena non fa altro che allontanarci paurosamente da loro. Che la Tim ha scelto la Belen e non Geppi Cucciari (che tra l'altro mi piace moltissimo) e nemmeno la sconosciuta con la taglia 46. Che quando si entra in acqua non si deve fare le schifiltose perchè fa freddo e la nostra misera pelle si deve abituare. Che bisogna essere sexy, muoverci con grazia sensuale e uscire dall'acqua sempre e solo con i capelli indietro, pettinati meglio che dal parrucchiere. Che la schiena deve andare all'indietro perchè altrimenti il culo non si vede e una buona parte della nostra personalità va a farsi benedire. Che noi donne non preferiamo un bel maschiaccio che riemerge dalle acque, ci basta Christian De Sica e non Luca Argentero, perchè una bella ragazza alla fine piace sia a noi che agli uomini.
Questo è quello che pensano i signori della Tim, in realtà la Belen, bella per carità, ci ha abbastanza fracassato l'imene.
E' ora di cambiare e di fare spazio al David Gandy di turno, brasiliano, americano, italiano non ci importa.
Toglieteci di mezzo i culi femminili, i nostri bastano e avanzano.


domenica, agosto 22, 2010

LA STORIA DI LORO DUE


Ci risiamo. Barbara D'Urso avrebbe colpito ancora e questa volta il destinatario di tanto fascino dovrebbe essere Enzo Ghinazzi in arte Pupo.
Ha dichiarato che, durante i primi anni 80 visse una love story con la conduttrice dalle mille faccine, tanto che lo ispirò nella scrittura del pezzo "La storia di noi due", che ora Sky sta usando come sottofondo al nuovo spot.
La cosa potrebbe anche essere plausibile, la cosa però che mi fa paura è il fatto che Barbara D'Urso si ama follemente, quindi questa notizia sarà messa in un risalto esagerato una volta rientrata in video, ovvero, tra meno di un mese.
E' successo anche con Vasco Rossi. Stavolta lui ha sempre taciuto ma ci ha pensato lei , dichiarando che ai tempi della solita love story, lui le aveva dedicato una canzone (pare "Brava", ma Barbara questo non lo ha mai dichiarato, pare anzi che non lo sappiano nemmeno i suoi figli), in nome della loro passione.
Me la immagino già, con le unghie pitturate di azzurro Napoli, mentre gesticola tutta compiaciuta e racconta di quanto Pupo fosse innamorato e quanto fossero carini insieme e bla bla bla.
Ora che ci penso però, mi sa che questa cosa non s'ha da fare: infatti, dopo questa sviolinata d'amor vissuto alla Barbarella, Pupo ha però dimostrato che la cotta le è passata praticamente del tutto, aggiungendo: "Ho scritto parole e musica per lei. E questa è la prima volta che lo dico. Quando l'ho scritta la D'Urso era come il Cassano vero, mentre oggi è come il cassano finto (ride n.d.r.) !"
Fate mente locale e pensate alla faccetta della D'Urso: Pupo è finito, con questa battuta si è giocato la Regina della domenica, con ospitate annesse.



venerdì, agosto 20, 2010

BASTA CHE NON SI SAPPIA IN GIRO

Non so se la notizia corrisponde a verità, ma la foto che vedete qui accanto di Kylie e l'orso di pelouche, è stata bannata da Facebook.
Si suppone sia per quel microfono che sbuca da dietro le parti basse dell'orsacchiotto e non è chiaro se sia stato uno scherzo della popstar o un gesto involontario. Tuttavia mi fa ridere questa censura del nulla, perchè se a me non lo faceva notare l'articolo, io da buona rintronata, nemmeno mi ero accorta del microfono là sotto.
In Italia si censura un po' tutto e se non sono gli enti preposti, ci pensano alcuni soggetti a privarci di immagini così innocenti quanto aperte a varie interpretazioni.
Ci sono foto che in Italia non si dovrebbero vedere che però riusciamo a vedere lo stesso. Foto innocenti che, onde evitare antipatiche insinuazioni, è meglio far sparire dalla faccia dell'Italia (QUI l'articolo).
Il figlio del Nano deve essere tutelato in ogni caso, però se si tratta di sputtanare, facciamo un esempio, Francesco Coco o qualsiasi altro personaggio famoso, chissenefrega e mandiamoli tutti allo sbaraglio.
Il Nano Junior in barca con amici. Forse anche con Domenico Dolce e qualcun'altro. Semmai è il suo babbo che si sdegna, a noi ci importa poco o nulla, anzi, per quel che mi riguarda, tutto è meglio della Toffanin.

mercoledì, agosto 18, 2010

IL CASALINGO IN CAMICIA VERDE

Sono dispiaciuta di trovarmi quasi sempre a scrivere di ragazze giovani e belle, qualcuno potrebbe giustamente pensare che sia una vecchia zitella inacidita e brontolona. Ma non è facile leggere notizie di un certo tipo e non provare una sorta di fastidioso prurito, qualcosa di allergico che fa male, molto male, al genere femminile.
C'è una ragazza, tale Elena Morali, ex concorrente de "La Pupa e il Secchione" che si è fidanzata col figlio di Bossi, Renzo. Fin qui, niente di male.
La ragazza di mestiere fa la Pupa, che poi non è un mestiere ma un dato di fatto e quindi non si capisce cosa possa comportare a livello lavorativo. Ah si, ora farà la "Coloradina" (perdindirindina che fantasia!) a Colorado, lo "Zelig" di Italia 1.
Una sua dichiarazione memorabile è la seguente:
Avete capito la classe della ragazza? Il figlio del ministro Bossi, spintonato a forza dal padre nel rutilante ambiente politico, dovrebbe fare il casalingo a favore della fidanzata Pupa che a parte mostrare due puppe altro non sa fare. Studierà recitazione perchè vuole diventare Fiorello in versione femminile (?????), ma chi lo sa quale sarà il suo destino?
Ma la battuta migliore è questa, e qui chiudo con la convinzione che suo suocero abbia già comprato la batteria da cucina per il giovane Trota e la sua nuova carriera di desperate househusband:
"Le mie tette sono vere! Una volta un autore mi ha chiesto se era rifatto e mi sono imbufalita: sono così perchè mangio tanti dolci ! "


lunedì, agosto 16, 2010

I SOGNI SON DESIDERI

Negli ultimi anni la figura della donna è stata abbastanza sporcata dalle varie NON escort, amiche di esponenti di governo; dalle miriadi di vallettine che pur di arrivare a sculettare in prima serata vendono vulve al miglior offerente e chi più ne ha più ne metta.
La nuova tipologia di ragazza di spettacolo che ho scoperto proprio oggi, esprime desideri così, giusto per far sapere a chi di dovere che la disponibilità per una serata innocente, c'è.
Ma questo sogno nel cassetto, anzi no, tra le pagine patinate di Chi, diretto (guarda caso) da Alfonso Signorini, non è una robetta qualsiasi.
No, Manuela Arcuri, la titolare del desiderio, ha l'aspirazione di andare a cena con Silvio Berlusconi. Ma guarda un po' che strano.
Una bella cavallona come lei che spesso si accompagna a giovani di bell'aspetto, ambisce a sedere al desco con quell'omino che potrebbe essere il suo babbo. Non è che ha detto, che so, Benicio Del Toro o Gerald Butler. No no, proprio quel cosino lì che le arriverà ai fianchi se ci arriva.
Lo stima molto anche perchè è super impegnato: mi domando se la Manuelona ogni tanto da una scorsa ai giornali. Il tempo per la D'Addario lo ha avuto e non solo per lei, l'esserino quando vuole si ritaglia del tempo per le ragazze e lo fa senza dover rendere conto a nessuno. E' il capo dei capi e fa quello che vuole.
E chissà che dopo questo accorato appello non salti fuori un'oretta libera per una cena con l'Arcuri.
Quest'omino qui è nato per esaudire i desideri delle belle ragazze, sennò che ci starebbe a fare sul seggiolone di comando?

mercoledì, agosto 11, 2010

MISERIA E NOBILTA'

Provo sincera compassione per Jimmy Il Fenomeno (WIKIPEDIA), caratterista di molti film degli anni '70 e '80 del quale si era persa traccia tempo. Leggo che attualmente vive in un istituto ed è costretto su una sedia a rotelle. E' ridotto in miseria, come molte altre persone che non hanno avuto le sue opportunità, e chiede a gran voce un aiuto economico dallo stato italiano. Si appella al sussidio Bacchelli, del quale hanno beneficiato Alda Merini, Umberto Bindi, Alida Valli, Tina Lattanzi e altri personaggi che hanno fatto dell'arte la loro professione primaria.
Jimmy Il Fenomeno, almeno a quello che posso ricordare io, non ha mai recitato sul serio. Aveva quella faccia un po' così che lo rendeva automaticamente un caratterista, ma paragonare il proprio lavoro a quello di Alida Valli o Umberto Bindi, mi sembra oltremodo esagerato.
E' in difficltà e lo capisco meglio di chiunque altro, solo mi domando per quale motivo lo stato debba aiutare proprio lui e non un emerito sconosciuto che ha sempre lavorato, pagato le tasse e si ritrova a 78 anni, come lui, a vivere con 120 euro al mese.
Cosa distingue un muratore da Jimmy Il Fenomeno? L'arte? Il talento? Perchè Lino Banfi si fece paladino di Laura Antonelli, anche lei anziana e povera, e non ha fatto lo stesso per il poveretto che si ritrova a dover campare con la minima dopo anni e anni di duro lavoro?
Se stiamo a spaccare il capello in quattro, non è che parliamo di artisti del calibro di Giannini o Mastroianni, Laura Antonelli era un'icona degli anni 70 ma le è sempre sfuggito il film della sua vita. Ha guadagnato molti soldi, altrettanti ne ha sperperati e ora è troppo semplice chiedere aiuto appellandosi alla carriera e al lustro che ha dato al cinema italiano.
Loro hanno avuto molte opportunità, pensiamo a tutti coloro che hanno sudato sette camice per arrivare a fine mese e si ritrovano a più di 70 anni con la pensioncina risicata che basta a malapena per pagarsi l'affitto. Non hanno mai recitato con Celentano, per questo non meritano di avere una dignità economica come quella che chiede Jimmy Il Fenomeno o altri come lui?




domenica, agosto 08, 2010

ANCHE I BABBI PIANGONO

Quando ero piccina il mio sogno era quello di diventare "Raffaella Carra". Non come lei, ma proprio lei in persona. A diciotto anni volevo diventare scrittrice e le mie amiche del cuore di allora si erano messe in testa di fare, una l'attrice l'altra la stilista. Eravamo ben assortite e convinte al massimo delle nostre aspirazioni che poi con gli anni sono andate tutte e tre a farsi benedire.
La figlia dell'attore Laurence Fishburne, Montana, non appena compiuta la maggiore età invece, ha reso realtà quello che fino a poco prima era solo un sogno di adolescente. Fare la ballerina? No, l'attrice porno.
Mi sembra di vederlo il povero Laurence, tutto contento perchè finalmente il lavoro gira bene (ha sostituito Gil Grissom in CSI),in più, la bambina è diventata maggiorenne e si sa che i padri stravedono per le figlie femmine.
Poi la doccia fredda. Una tragedia, pensare la propria figlia intenta ad espletare atti sessuali in pubblico dev'essere una cosa che non si digerisce e non si affronta.
E questo la dice lunga sulle alte ambizioni di questa ragazza che potrebbe avere una mezza porticina aperta nel mondo dello spettacolo più normale.
Non sono mamma, quindi posso solo immaginare il dolore di un genitore nell'apprendere certe aspirazioni di una figlia. L'istinto primario sarebbe quello di chiuderla in soffitta e buttare via la chiave, ma si sa che all'atto pratico si è quasi costretti a subire determinate scelte.
Laurence non vuol parlare dell'argomento e mi sembra il minimo.
Io forse piangerei per sei mesi e chissà cos'altro NON farei.
Una figlia che si accoppia per denaro, sotto i riflettori, che si ignuda come mamma l'ha fatta e fa cose turche con dei torsoli sporcaccioni e con torsole sporcaccione due volte, come si fa a tollerare senza avere un minimo di istinto omicida o suicida?

sabato, agosto 07, 2010

HO IL BODYGUARD QUINDI SONO

C'era una volta Giorgio Panariello, prima dei passati successi Rai, prima della notorietà nazionale e prima di venire a Montecatini a "trovare ispirazione per il prossimo spettacolo". Mi fa ridere questa cosa, oggi uno come lui sceglie di preparare uno show alloggiato in un albergo di categoria lusso, con tanto di Spa; gli pareva brutto restare nella sua casa, dovunque essa sia, che di sicuro avrà tutti i confort possibili e immaginabili e magari anche una bella piscinozza di quelle serie.
Però la fama si misura anche da questo. Oggi Panariello si sposta con alcuni autori di fiducia e una guardia del corpo come se fosse davvero un personaggio a rischio assalto. I suoi fans li avrà di sicuro, ma potrei metterci la mano sul fuoco che nessuna gli salterà addosso con l'intenzione malsana di strappargli un bacio. Nella migliore delle ipotesi, perchè sarei pronta a scommettere che non ci sarà nemmeno il maschiaccio che gli correrà dietro per strappargli una ciocca di peli dal petto.
A quanto dice l'articolo linkato, qui a Montecatini abbiamo ignorato anche Robert De Niro, figurati quanto ce ne frega di Panariello.
Però il bodyguard ci sta, se non altro è la dimostrazione lampante di quanto un artista sia diventato famoso. Poi se serve solo a far vedere che il divo è arrivato, ha poca importanza. Quello che conta è mostrare al popolo che alla fine, dopo tanta gavetta e tante feste di piazza, anche lui è nell'Olimpo dei comici di razza. Ed è buffo leggere che "alloggia da giorni in gran segreto nello storico albergo", neanche si stesse parlando di Barack Obama in incognito.
E' Giorgio Panariello invece, che se lo incontri per la strada magari nemmeno lo riconosci. Ma c'è la guardia del corpo messa apposta a ricordarci che il divo si è palesato, tanto per non farcelo notare.

giovedì, agosto 05, 2010

VOGLIO L'ERBA VOGLIO

Chi di noi, almeno una volta nella vita non ha sognato in grande?
A parte immaginarmi raggiante col "Gratta e Vinci" fortunato, mi è capitato di sognare una storia d'amore con Miguel Bosè, una carriera da scrittrice, un viaggio in America coast to coast e via con altri desideri più o meno realizzabili.
Antonella Elia invece, che nella vita ha fatto diverse cose e tutte non proprio benissimo, sogna l'Oscar per un film diretto da Pupi Avati.
A parte il fatto che non sapevo neanche che avesse velleità da attrice, ma allora, mi domando, perchè perdere tempo prezioso a fare la valletta a Mike Bongiorno, a Raimondo Vianello, a Corrado e non dedicarsi al grande sogno della vita?
Ma non solo: perchè strappare i capelli ad Aida Yespica (VIDEO), cosa che, tra l'altro, l'ha marchiata a fuoco in quanto concorrente psicoptica di un'edizione a caso deL'Isola dei Famosi?
Ormai, a più di 40 anni, la carriera di Antonella Elia ha preso la piega della commentatrice de il "Processo a X-Factor" e a meno che non si scopra in lei un talento da urlo, non so come potrà uscire da questo limbo nel quale si è cacciata con le sue stesse mani.
Le manca quel po' di simpatia che potrebbe renderla un po' amica delle donne, ancora oggi è invelenita con chiunque le capiti a tiro e non risparmia nessuno, maschio o femmina che sia per lei è indifferente.
Ecco perchè quando leggo dichiarazioni tipo quella dell'Oscar con Pupi Avati, detto da una donna che non ha ancora reso chiaro al mondo di quale pasta è fatta, mi sembra di sentire me a 16 anni quando volevo diventare la fidanzata di Miguel Bosè senza averlo mai nemmeno conosciuto di persona.
E infatti a me non è andata per niente bene e forse me lo aspettavo anche, nonostante la verde età.
Sarà lo stesso anche per lei?