giovedì, maggio 29, 2008

UNA RAGAZZA CHE OPINIONA


Karina di professione fa l’opinionista a "Uomini e Donne". Lavora quei 3 o 4 giorni alla settimana, seduta su una seggiolina, bella truccata e imparruccata e imperversa un po’ a casaccio, tanto perdare un senso allo stipendio. Solitamente mangia la testa a un po’ tutte le donne, che siano corteggiatrici o troniste, per lei è uguale, basta che abbiano il ciclo una volta al mese a lei non piacciono per principio.
In queste ultime puntate dell’edizione 2007/2008, Maria De Filippi ha pensato bene di tenerla un po’ sulle spine, invitando durante i troni maschili che sono mosci e rallentati da far paura, la prima opinionista della trasmissione, Tina Cipollari.
Karina ha accusato un po‘il colpo, anche perché il suo livore in confronto all’ironia casereccia e buffa della Cipollari, sembra sempre di più un preoccupante segnale di acidità da zittellaggine.
La ragazza sarebbe carina, avrebbe anche ottime proprietà di linguaggio, ma è così acidula e arrogante che perd
e un 80% del suo eventuale fascino.
Hai voglia a dire che ora è fidanzata con Salvatore Angelucci e che finalmente ha coronato il suo sogno d’amore, nonostante si sforzi di apparire felice e gaudente, ha sempre negli occhi quel lampo di bastardaggine che le ha tenuto il posto di lavoro caldo per tutti questi anni.
Karina non ha un ruolo, o meglio, il suo ruolo è tramortire di parole qualsiasi donna le si pari davanti, salvo poi difendere Jack Vanore che è il tronista più soporifero e inutile nella storia dei troni.
Una professione, la sua, che qualcuno ha inventato e che annovera un sacco di personaggi spuntati dal nulla.
Lei riesce a svolgerla facendo meglio che può, le sue opinioni sono quasi sempre in disaccordo con tutti, eccetto che con Maria De Filippi. Se lei sbraita dicendo che l’erba è verde e Maria ipotizza che forse potrebbe essere gialla, ecco che le sue sicurezze vacillano. Abbozza un sor
riso amorevole e il tono della sua voce da stridulo diventa come quello di Jane Birkin in “Je t’aime moi non plus”.
Credibile come i capelli di Silvan, la ragazza è una che opiniona sempre e comunque con il preciso intento di non andare d’accordo con nessuno.
Però sono le donne che le stanno sullo stomaco, quelle proprio non riesce a digerirle e non perdona loro neanche un passo falso.
Televisivamente parlando la solidarietà femminile non è tra le competenze di Karina e se ne guarda bene dal far solo immaginare una lieve tendenza in quel senso.
Meglio bastonarle, sarà un ottimo motivo per essere riconfermata il prossimo anno.

mercoledì, maggio 28, 2008

ATTORI SI DIVENTA


Il cinema italiano è in difficoltà, lo dicono quelli che ci capiscono e non io, sia ben chiaro.
Però poi se qualcuno, molto coraggiosamente direi, decide di investire dei soldi in una produzione come quella che ho scovato in rete, allora veramente il denaro finisce sempre nelle mani delle persone sbagliate.
Intendiamoci, nulla da dire sul film in se e per se, ritengo solo che il cast, in certe sue parti, dovrebbe forse essere un attimo rivisto e corretto.
Andrea Spadoni e Francesca Di Meo, entrambi ex Grande Fratello; Carolina Rivelli, figlia d’arte; Susy Fuccillo e Marina Marchionne, appena appena ex Amici di Maria.
Dunque, Marina è bravissima e capisco che per iniziare a lavorare forse è anche giusto partire da queste produzioni un po’ innovative.
Susy Fuccillo, non saprei davvero, di certo ha dimostrato di essere versatile e probabilmente potrà anche lasciarci
tutti a bocca aperta.
Carolina Rivelli è la figlia di Ornella Muti, diciamo che forse ha avuto un po’ di sacro fuoco ereditato dalla mamma, ma anche in questo caso avrei le mie belle riserve.
Mi piace soffermarmi su Andrea Spadoni e Francesca Di Meo.
Lui è un giornalista, quindi potrebbe avere una carriera dignitosa e non si capisce per quale arcano motivo abbia deciso di improvvisarsi attore. Diciamocela tutta, oggi per diventare attori basta solo partecipare ad un reality e misteriosamente qualche produttore ardito di propone un film che nessuno vedrà mai.
Francesca, di mestiere faceva la guidatrice d’autobus, forse avrà intrapreso una scuola di recitazione e magari sarà anche più brava di Valeria Golino, ma ci credo poco. Comunque ha partecipato al Grande Fratello, evidentemente è bastata questa voce sul suo curriculum per far sì che scegliessero lei piuttosto che un’attrice più preparata.
O forse il budget a disposizione è un po’ bassino e questo cast cost
a decisamente meno di uno composto da attori veri, ma c’è solo una cosa che mi dispiace.
Marina Marchionne è un talento vero e lo abbiamo visto tutti. Voglio solo sperare che intraprendere un’avventura come questa non la allontani dal teatro o anche dal cinema di un altro tipo, al quale lei ha tutto il diritto un giorno di appartenere.
E poi c’è la solita domanda che mi attanaglia e non mi da tregua.
Come direbbe Di Pietro, ma che c'azzeccano lo Spadoni e la Di Meo?

martedì, maggio 27, 2008

IL SECONDO CAZZIATONE

Non sono una vera fan di nessuno, ormai ne ho la certezza assoluta.
Le baglioniane, come
è successo per le ammiratrici di Alessandro Preziosi, hanno preso questo post, lo hanno messo qui ,e poi hanno iniziato a straparlare.
Okay, per una ragazzina infatuata ci può anche stare di non capire completamente che ognuno ha un’opinione propria e non è detto che se una persona ti piace e ascolti la sua musica, poi non tu possa criticare qualche sua scelta professionale.
La mia paura è che non si tratti solo di ragazzine, il che è anche peggio.
E’ stato preso il post, è stato copiato su un sito di ammiratori fedelissimi e da lì sono partite le discussioni e le bordate: quella non si abbassava al mio livello, quell’altra scriveva che a cose del genere è meglio non rispondere e poi, dopo un mio intervento, mi è stato detto di non insegnare loro come si fa il web.
No, spiegatemi voi, se qualcuno utilizza un tuo post e ti linka ma non ti dice di averlo fatto, è una cosa normale? Se non mi avvertiva
Polveridiluna io non lo avrei mai saputo!
Le baglionane e i baglionani si sono un po’ incazzati, e sì che anch’io sono una fan di Claudione però devo riconoscere che quando sbaglia, sbaglia.
Per loro no, fa tutto bene e anche se scrivesse l’inno della piscia a letto avrebbe sempre e comunque le sue buone ragioni.
E poi parlano come lui scrive: “non smettere di trasmettere” “buon viaggio della vita”, citazioni baglionesche che probabilmente fanno parte del loro frasario comune.
Buon per loro, io apprezzo e comprendo qualsiasi tipo di passione a patto che non si avvicini troppo al fanatismo o a una specie di idolatria, perché altrimenti la situazione cambia.
E comunque, dopo la storia con le fans di Preziosi, ho capito che bisogna andarci piano con le considerazioni personali: o almeno mettere in conto che può succedere che qualche volta i fans imbufaliti e anche un po' esaltati, ti facciano dei solenni cazziatoni…

domenica, maggio 25, 2008

LO SCRIGNO DELLA MEMORIA

Il fatto di aver scoperto il fantastico mondo di internet un po’ di anni fa, lì per lì mi sembro sì una conquista, ma da assaporare a piccole dosi. Anche perché non avevo l’adsl e navigare liberamente costava l’ira di Dio.
Poi è arrivata Alice, il mulo, You Tube e lì veramente mi si è aperto un mondo. Non so come avete reagito voi la prima volta che la schermata di Emule si è stagliata d‘innanzi ai vostri occhi: per me è stato come per un bambino avere un negozio di giocattoli tutto per se. I primi giorni ero come invasata, la lista era lunghissima e la mia mente pensava costantemente a cosa cercare e cosa poi archiviare come un tesoro dal valore inestimabile.
Ma in questi giorni un tesoro ritengo di averlo trovato per davvero. Lo so, se vi dico che riguarda Miguel Bosè, quelli che ascoltano la musica seria forse non comprenderanno questa mia passione giovanile e non solo, ma per me che lo aspettavo da secoli, è stata una grande scoperta.
Dovete sapere che nel 1982, quando io avevo 16 anni e Miguel era all’apice del successo, ci fu questo concerto evento a Misano Adriatico, di lui, Loredana Bertè e i Matia Bazar che in quegli anni andavano fortissimo.
Il mio fidanzatino di allora, quando venne trasmesso in tv, pensò bene di registrarmi il tutto su una musicassetta, in modo che, non avrei potuto rivederlo, ma almeno lo avrei riascoltato tutte le volte che avrei voluto.
Ebbene, grazie a YouTube prima e il magico mulo poi, questa perla oggi è nelle mie mani. Forse non per intero, ma che importa? L’importante è che i i miei 16 anni sono lì impressi nel dvd e i ricordi e le em
ozioni che ho provato e che provo ancora, anche se in maniera diversa, riguardandolo, mi commuovono e mi divertono allo stesso tempo.
Ed è anche per questo che amo internet alla follia. Mi ha permesso di ritrovare volti, voci e ricordi che mai e poi mai avrei pensato di poter rivedere.
Dunque non finirò mai di amare questo web spesso così demonizzato, anche perché a me ha dato moltissimo sotto tanti punti di vista.
Il mio scrigno della memoria in continua evoluzione, questo blog che mi riempie di soddisfazioni, i miei amici bloggers, oltre ai commentatori e lettori che, manco a dirlo, sono i più belli del mondo.












giovedì, maggio 22, 2008

L'INSPIEGABILE DONNA DEL POMERIGGIO

Caterina Balivo quest’anno condurrà "Miss Italia nel mondo", lo sapevate?
Caterina Balivo è una delle conduttrici di Rai 1, colei che, non miete successi come Antonella Clerici e non ci si capacita del perché continua a stare in video tutti i giorni da qualche anno a questa parte.
Il suo sabato sera, quel “Dimmi la verità” che ricorda terribilmente il rimpianto “Tra moglie e marito” condotto da Columbro, ha fatto sì che "La Corrida", trasmissione recentemente un po’ in calo, vincesse la gara degli ascolti.
Questa ragazza ha un modo di condurre un po’ tipo la Toffanin: con un nonnulla resta spiazzata.
A parte”signori e signori ecco a voi”, mi sembra che per il resto sia un po’ la ragazza della porta accanto prestata alla televisione. Non credo nemmeno che si tratti di inesperienza, lo vedi subito quando una persona ha predisposizione per qualcosa, la Balivo è educata, graziosa ma è impensabile affidarle un sabato sera.
Nonostante la mia opinione, che in questo caso ha la valenza del telespettatore medio che ci capisce quel che ci capisce, mi risulta che anche il prossimo anno ci sarà qualcosa in serbo per lei.
Poi
leggo che lei e la novella ministra, amano guardare insieme i film per adolescenti tipo quelli di Moccia, e mi rendo conto che in fondo la ragazza ha ancora voglia di sognare.
E allora, che sognasse con Babi e Step o con Vaporidis e la Capotondi, lei e la sua amica avranno un sacco di opportunità e sarebbe carino se andassero a fantasticare magari in un altro paese.
Non tanto lei, quanto la ministra coscialunga, che ha appena iniziato a far finta di lavorare e già mi sta antipatica quasi quanto il suo Sommo Capino Pelato.

mercoledì, maggio 21, 2008

LA TELESPETTATRICE MANCATA

Premetto che non sono una spettatrice assidua de “I Cesaroni”, mi è capitato ogni tanto di guardare qualche episodio e di trovarlo irrimediabilmente diviso in due parti. E’ un peccato, perché in questo caso, l’annosa battaglia “vecchi contro giovani”, vede questi ultimi perdere clamorosamente per 100 a 0.
Non so bene se è colpa della sceneggiatura o proprio degli stessi attori. Ma, ad esempio, il personaggio di Eva, interpretato da Alessandra Mastronardi, è stucchevole quasi quanto una carrellata di caramelle gommose. Lei è molto carina, ma mi sembra che nella straripante simpatia di tutto il contesto, la sua storia d’amore con il fratellastro Marco, sia una palla al piede che di più non si potrebbe. In casi come questi, mentre con Fassari, Amendola e Tortora, potrei sorridere e passare una serata all’insegna del disimpegno, con le vicende di questi ragazzini, mi sono trovata sempre, ma proprio sempre, costretta a cambiare canale.
Sarà che non ne posso più di amorazzi adolescenziali, dopo aver visto “Tre metri sopra il cielo” e “Notte prima degli esami”, credo di aver esaurito la mia disponibilità in
quel senso. Ne “I Cesaroni”, ci sarebbe da divertirsi sul serio, ma i siparietti dei ragazzini proprio mi sono intollerabili.
Ma, scusatemi, dopo aver sviscerato questo amore proibito tra due fratellastri, con lui che si è, nel frattempo, innamorato della professoressa Martina Colombari, lei che si mette con un cuoco belloccio, litigano ma si amano, la canzoncina d’amore, i fratellini che fanno le marachelle, i primi impulsi sessuali e via con gli ormoni in ebollizione, cos’altro si può raccontare?
Ma come sempre, prendo atto di essere una caprona e di non capirci nulla. La serie ha successo indipendentemente dai ragazzini, gli album delle figurine e i dvd vanno a ruba, e credo di essere solo io a lamentarmi e a chiedere la soppressione della nuova generazione dei Cesaroni.
E ora non mi venite a dire che dovrei dedicarmi ad altro e che è una gran fortuna per me non essermi appassionata a questa roba qui.
Se non fosse per la gioventù che imperversa a dismisura, posso dire per certo che sarei la telespettatrice numero 1!

martedì, maggio 20, 2008

LA FELICITA' E GLI EXTRATERRESTRI

Ha scelto di riprendere in mano la sua vita e di tornare a condurre un’esistenza quasi normale. Dico “quasi”, perché la neo passione per gli extraterrestri è motivo di scherno da parte dei media e gli avvistamenti che dichiara di aver fatto stanno girando il mondo, tra una risata e l’altra.
Robbie Williams, forse lo abbiamo perso come popstar, lui dichiara di essere felice e di non aver nessuna voglia di tornare a calcare le scene del pianeta e forse, dal suo punto di vista, ha anche ragione.
Pensiamoci un attimo: il successo, suppongo, sia molto piacevole da vivere ma difficilissimo da gestire senza rischiare di venirne travolti. Nel suo caso, era inevitabile non rimanere con i piedi per terra, dopo anni e anni di tournee, milioni di dollari e milioni di donne pronti a cadere nelle sue mani e tra le sue braccia; eccessi e solitudine, sono una costante nella vita privata di una star a caso, e non sto parlando di poploarità a livello di Amici di Maria, qui siamo su altri binari e le aspettative sono ben diverse.
Robbie, ad un certo punto, dopo un disco andato così così, ha scelto di fermarsi. Lo ha fatto e forse ha perso di vista altre cose, se è vera la storia degli avvistamenti, ma ha anche dichiarato di essere felice e di non aver alcuna intenzione di tornare.
Diceva che uno dei suoi problemi era quello di non riuscire a trovare una ragazza che lo amasse come Robbie, e non come Robbie Williams la popstar.
Ora che non è più sotto i riflettori e che il fiscio asciutto di una volta sta un po’ andando in malora, probabilmente avrà qualche certezza in più e qualche donnina in meno.
Potrà essere questo uno dei primi passi verso la felicità che andava cercando?

lunedì, maggio 19, 2008

IL RITORNO DELL'ABBAGLIO

Io e le romanticherie andiamo d’accordo come il diavolo e l’acqua santa, chi mi conosce lo sa. Ma proprio l’altra mattina, dopo una colazione pranzo in compagnia della desaparecida e Virgilio, sono stata vittima di quella che ho creduto essere una vera e propria allucinazione visiva. Condita, badate bene, da tachicardia, sdoppiamento della vista e vampata di calore tipo quella della menopausa. O almeno lo presumo visto che non ci sono ancora arrivata.
In questo post, racconto l’antefatto, un colpo di fulmine in piena regola, proprio nel momento durante il quale non era decisamente il caso.
Ma come NON accade nella vita reale, e le commedie americane di Julia Roberts ci hanno illuso e non poco, poi Marco è sparito nella nebbia, salvo averlo rivisto qualche anno dopo rigorosamente in compagnia di una ragazza.
Orbene, domenica mattina era ancora in compagnia
di una donna, ma non solo, anche di un bambino che, presumibilmente, è proprio il suo.
A Julia Roberts non succede mai: ad esempio, lei vede Hugh Grant, lui la guarda, si perdono di vista e si ritrovano dopo 2 anni. Ovviamente entrambi sono ancora single e, sempre ovviamente, di lì a due minuti dopo sono già davanti la porta di lei che si scambiano il primo bacio appassionato.
Nel mio caso, assolutamente cinematografico quanto la diarrea della Zoe, Marco nel frattempo si è sposato ed è diventato il bel babbino che ho visto l’altra mattina. Come non accade nelle commedie americane di cui sopra, tra me e lui non c’e stato un bel nulla, prima ci salutavamo e l’altro giorno avrei potuto sperare perché ci ha detto cortesemente “salve”, ma è stata tutta solo una pia illusione. In realtà, non appena l’ho visto ho dato un calcio alla Sara, ho guardato Virgilio con aria ammiccante e tutti e tre ci siamo trovati a fissarlo inebetiti. Il poveretto si è sentito un p
o’ osservato ed ha mormorato un saluto intimidito che secondo me stava a significare: “ma io questi li conosco per caso? meglio non rischiare, li saluto così taglio la testa al toro”.
Le mie palpitazioni sono state a senso unico, mentre nel caso di Julia Roberts o Renee Zellwager c’è sempre la rivincita che risolve un patema d’amore apparentemente irrimediabile.
In una commedia che si rispetti, non si sarebbe nemmeno dovuto sposare. Mi avrebbe aspettato, ci saremmo incontrati al bar e lui avrebbe dovuto abbordarmi con la classica frase “ma noi 2 ci conosciamo per caso?”
Si, come no, e due mesi dopo ci saremmo giurati eterno amore sulla spiaggia come Brooke e Ridge.

venerdì, maggio 16, 2008

BACIATE DALLA SORTE

Sembra anche brutto, ma spesso sono le donne dello spettacolo, a dispetto degli uomini, ad ispirarmi post un po' sullo stile critichino. In questo caso, Ilary Blasi, che è bellina e con una pancia piatta come se non avesse ancora partorito, si è messa in testa di essere una conduttrice vera. Dice che se le arrivasse una proposta dal cinema, la valuterebbe anche. Ma il suo sogno sarebbe condurre "Scherzi a parte".
Ora, ripensando a Le Iene e al suo modo di impaperarsi che sul momento fa anche simpatia, mi chiedo cosa possono avere in comune una presentatrice seria e preparata, e lei.

Inoltre, il solo fatto che "valuterebbe" una offerta dal cinema, quando riesce a malapena ad interagire con Luca e Paolo, mi sembra un affermazione leggermente pomposa.
Ma queste ragazze baciate dalla sorte sono così. Dai loro un dito e si credono in diritto di chiedere l'intero braccio, tanto sono sicure che non importa studiare più di tanto (lei infatti ha detto che per fare cinema studierebbe "un pochino") per arrivare da qualche parte.
Una ritoccatina alla pancia, due pompate agli zigomi, una dieta che ti ammazza lo stomaco e il marito giusto, ed ecco che diventi la conduttrice regina della rete giovane di Mediaset.
Non solo Ilary, naturalmente, in maniera diversa siamo pieni di aspiranti qualsiasi cosa che di botto diventano personaggi importantissimi ai quali affidare anche la prima serata. O la seconda, o la terza o quello che vi pare.
Ma quando si ha la dizione e la voce della Chiabotto, forse sarebbe più intelligente fare solo la modella muta.

giovedì, maggio 15, 2008

MARCO C'HA I SOLDI MA ANCHE DUE PALLE COSI'

A chi dobbiamo credere? Ai politici, la vedo dura, ormai si sono giocati anche l'ultima possibilità di recupero, e, per quanto mi riguarda, questo governo che da la caccia allo straniero, non sarà certo quello che mi farà scoprire improvvisamente un' anima votata a destra.
Però poi c'è Marco Travaglio. Non è un politico, è solo un giornalista che non ha paura di dire quello che si nasconde dietro la faccia, che non promette niente di buono, di SchifOni.
Ma la cosa che più mi piace sottolineare di questo putto riccioluto dall'aria furbetta e saputella, è proprio l'atteggiamento.
Avete notato l'aria sprezzante? Pare non avere paura di nulla e di nessuno, si becca denunce a destra e a sinistra e non si perde d'animo quando arriva il momento di pagare.
Proprio stasera Castelli della Lega Nord ha tirato in ballo la sua (di Travaglio) denuncia dei redditi. Con quello che ha dichiarato, dice, può anche permettersi di perdere una causa in Tribunale, il denaro per risarcire chicchessia non gli manca di certo.
Non so per voi, ma per me non è stata certo una sorpresa. No, perchè pare che scoprire che un personaggio come lui ha guadagnato un bella montagnola di euri, lo renda meno credibile ai nostri occhi. Per quanto mi riguarda, non è assolutamente così.
Mettiamoci in animo che Travaglio, così come la Littizzetto, Santoro, Grillo e tutti quelli che parlano la lingua del popolino, hanno più denaro di noi. Ma proprio tanti di più, credo che se conoscessimo l'effettivo ammontare dei loro averi ci prenderebbe uno sturbo a tutti quanti.
Ora il povero Marco è nelle beghe perchè si è messo contro il panorama politico intero, destra e sinistra in questo sono un'anima in un nocciolo, e a parte Di Pietro che lo difende e sta dalla sua parte, il resto della Banda Bassotti si dissocia completamente dalle sue parole. Qualsiasi esse siano.
Bella roba, mi viene da pensare, a questo punto non so nemmeno più se ho fatto bene a votare a sinistra, come del resto ho sempre fatto da quando ho avuto diritto al voto.
Qui si vogliono tutti un gran bene, Uolter ama SilvioCribbio e non si permetterebbe mai di fargli la guerra. E toccare SchifOni è un po' come toccare un parente prossimo, anzi, secondo me è la paura dell'"oggi a me e domani a te".
Il 13 aprile forse avrei fatto meglio ad andare a Gardaland.














martedì, maggio 13, 2008

FACCIAMO PREVENZIONE ( IN INGLESE )

In questi giorni mi è capitato di vedere uno spot, anzi, una di quelle Pubblicità Progresso, per la prevenzione del tumore al colon.
Ora, non so voi, ma a me capita anche di tenere accesa la televisione senza guardarla, magari mentre mi trova affaccendata in altre faccende, o mentre sto leggendo, o addirittura mentre mi trovo in un'altra stanza.
Mi chiedo cosa abbia spinto il creativo che ha inventato questa divulgazione (spot mi sembra brutto), a farlo in inglese, anche se, sottotitolato (qui il video).
Dico io, non stanno pubblicizzando il Mastrolindo, con tutto il rispetto per il Mastrolindo. Ci stanno invitando a fare prevenzione, a controllarci, a non trascurare determinati particolari che ci riguardano e come vogliono aiutarci?
Facendo canticchiare alla Ferilli e a Samuele Bersani "let's screen", affinchè la mia mamma, ad esempio, non capisca mezza parola e se è voltata di spalle alla tv, manco sa di cosa stanno parlando.
E' questo che non capisco: una cosa del genere deve essere chiara, di facilissima comprensione, di modo che anche una persona che non conosce neanche una parola di inglese o che non ha la vista poi così buona, possa capire immediatamente di cosa tratta questa campagna, tra l'altro, pure molto importante.
Io lo chiamo razzismo culturale, perchè è vero che l'inglese è la lingua quasi universale, ma molte persone non lo conoscono, altri hanno un'infarinatura a livello scolastico e solo per questo motivo devono essere tagliati fuori anche da uno spot che ci dovrebbe aiutare?
Invece di metterci le faccette simpaticone di Iacchetti, Bergonzoni, Ferilli e tutti gli altri, avessero cantato in italiano e senza quei maledetti sottotitoli, forse avrebbero avuto più immediatezza e anche la mia mamma avrebbe capito subito il senso della canzoncina.
Per lei, e per molte altre persone, "lezcri" è una parola a caso, e secondo me questo la dice lunga sulla reale riuscita di questo invito alla prevenzione riuscito solo per metà.

domenica, maggio 11, 2008

LA COPPIA CHE NON SCOPPIA


La coppia terribile del momento, ma anche di ieri e forse di domani, è una sola.
E’ un duo agghiacciante, stronzetto quanto basta, nifido a livelli stratosferici e, mettiamocelo pure, anche sgradevole da vedere.
Sto parlando di Silvia e Alfonso.
Ogni sabato ci deliziano a Verissimo, e lei mi appare costantemente fuori luogo, sempre col sorriso un po’ storto, senza nulla da dire che non sia scritto sul copione e continuamente aggrappata ad Alfie, al quale non pare vero di salvare con la sua possente dialettica pettegola, la fanciulla nuora del tappo dalle grinfie dello strafalcione costantemente in agguato.
Lui, completamente assorbito dal suo ruolo di spalla sal
vavita della conduttrice che meno conduce al mondo, è sempre pronto a lodarla per qualsiasi cosa, sfottendola ogni tanto con bonaria lecchinaggine, e parandole il deretano come solo lui sa fare.
Il modo di condurre di Silvia, è un po’ alla buona. Ridacchia guardando qualcuno fuori campo, e solitamente si trova del tutto spiazzata quando un ospite straborda un po', e per lei strabordare vuo dire parlare senza che lei possa controbattere qualcosa che non sia scritto sul copione. A quel punto interviene Alfie che la salva in calcio d’angolo e lei, riconoscente e gongolante lo chiama Alfonsino, dimostrandogli così tutta la confidenza che lui si è meritato anche grazie al settimanale che dirige con ossequiosa reverenza.
Mi sento di afferm
are, che le braccia di Silvia sono davvero rubate all’agricoltura, forse il suo futuro è dietro le quinte, davanti ad un computer, con un taccuino in mano, tutto, ma non davanti le telecamere.
Eppure, sta proprio dove non dovrebbe stare, impavida e tronfia è la dimostrazione che in tv il talento è veramente un optional, e stavolta non è nemmeno colpa di un reality a caso.
La conduttrice giornalista ha scalato l’Everest ed è arrivata vittoriosa alla vetta.
Anche se questa vetta è alta poco più di un metro e sessanta.

mercoledì, maggio 07, 2008

ABBASSO I GRUGNI !


Non mi vergogno a dirlo, io e la Sara, stiamo vivendo un momento non proprio bellissimo, economicamente parlando. Lei si è presa una pausa, mentre io non mollo e insisto a scribacchiare da queste parti con il preciso intento di svagarmi un po’ la mente.
Ma, la questione è un’altra.
Chi mi conosce, e conosce la mia parente, sa a grandi linee la nostra situazione. Non è semplicissima, siamo sempre sul filo del rasoio, non facciamo una vacanza da anni e ce ne lamentiamo pochissimo.
Virgilio e Piccolè, che ci amici, possono confermarlo: ci piace ridere, evitiamo di vomitare addosso agli altri il nostro disagio e cerchiamo sempre e comunque di prendere la vita dal lato migliore.
Ci siamo riuscite dopo anni di studio, ve lo dico subito. Non è facilissimo, ma alla fine, incazzati una volta, piangi un’altra volta, abbiamo finalmente deciso che non ne vale la pena, mai. A meno che non ci sia di mezzo la salute, a quel punto la situazione prende tutt’altra piega e ci sarebbe veramente poco da stare allegri.
Comunque, tutto questo per dire come mi comporto io.
Poi, incontri il conoscente che: si è sposato da poco, ha una bambina di 2 mesi, un lavoro remunerativo, la salute, e ti risponde a malapena, ti saluta a stento e se ne sta ingrugni
to, neanche avesse un emorroide che gli penzola dall’ano.
I musi lunghi vanno per la maggiore, così come anche la svogliatezza di un saluto, di un sorrisino anche solo per educazione. Tutti incazzati, proiettati chissà dove e assolutamente presi da problemi che, se li vai ad analizzare, il più delle volte si riducono a decisioni difficilissime, come ad esempio, dove andare a cena il sabato sera successivo.
E vi garantisco che chi veramente non sa dove sbattere la testa, ha davvero poca voglia di lamentarsi.
Parlo per esperienza, con i guai che ti rincorrono e le rinunce a tutti i costi, non puoi star lì ad ammazzarti il cervello con la faccia mogia mogia e la lacrima in tasca.
Anzi, hai voglia di sorridere, di parlare con qualche amico, di pensare ad altro, tanto i tuoi problemi non ti mollano e stanno lì a fissarti anche se stai sbattuto sul letto con le persiane chiuse.
Ed è per questo, proprio perché lo vivo e lo conosco, che non sopporto i grugni e la maleducazione da giramento di scat
ole. Che c’entro io se la tua vita va a scatafascio o se ti sei sposato mentre avresti preferito vivere di discoteche e di donnine?
Lo stesso principio vale per me: che colpa ne ha la signora che incontro al parco quando vado con la Zoe e che ha tanta voglia di parlare, se le mie cose non vanno proprio per il verso giusto?
Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dice qualcuno, ma un sorriso ti illumina il viso e la giornata.
E una parola detta con gentilezza, sempre e comunque, non costa un accidente e sicuramente male non può fare, soprattutto al nostro umore.

martedì, maggio 06, 2008

CHE VITA BASSA, CHE BASSA VITA!

Le mode vanno e vengono, ormai si sa. Ma, a rifletterci con attenzione, non è proprio così, perché ci sono tendenze , che io definisco maledette, che stanno immobili a triturarci i santissimi, per decenni interi.
Sto parlando, nell’ordine, dei pantaloni a vita bassa e delle magliettine scopri ombelico.
Anche quest’anno, abbiamo avuto le natiche spiaccicate, ragazzine con le gambe lungo mezzo cm, che ostinatamente indossavano la peggiore moda degli ultimi 20 anni. La vita bassa va bene alle gazzellone con lo stacco tipo Gemella Kessler, ma la donnina alta 1,50, con il sedere tipo Jennifer Lopez e forse qualcosa di più, forse non dovrebbe osare così tanto.
Però è anche comprensibile, nei negozi non si trova nulla se non quello; se vuoi un jeans che valorizzi un po’ la natica importante, te li fai cucire su misura sennò ti attacchi al tram.

La vita bassa , a mio avviso, è stata una delle sciagure più immani dopo quella delle scarpe a punta.
Praticamente è stato l’annullamento totale del fianco e del sedere, anche la sopracitata Jennifer, con i jeans maledetti schiaccia natiche, perde il 50% del suo perché.
Non vale lo stesso principio per le magliettine scopri ombelico, che qualcuno chiama anche, top.
Lì siamo proprio nel razzismo puro e semplice, perché il pancino tonico di fuori è un previlegio del quale molte di noi non possono assolutamente beneficiare, causa ciccetta in eccesso non proprio gradevole da vedere.
Quindi, l’alternativa per essere un minimo fashion, è quello di: o smettere di mangiare da gennaio in poi, oppure intabarrarsi in t-shirt maschiacce che a volte ci fanno assomigliare a tutto fuorchè a ragazze con tanta voglia di palesare femminilità.
Si, perché, l’altra opzione al trippino al vento, è lo spauracchio dell’elasticizzato, ennesimo spettro che fa più paura di Nosferatu con la faccia di Klaus Kinski.
Quest’anno, vivaddio, sta tornando la moda che serve un po’ tutte, le linee morbide iniziano a vedersi nei negozi, l’ombelico di fuori resiste imperituro, ma, stranamente, siamo anche in grado di scegliere altro. Mi correggo, ci hanno messo in condizione di farlo, visto che non vogliono strizzarci le vergogne a tutti i costi.
L’unica cosa che non cambia mai, è la vita bassa maledetta. Che fa male alla pancia, che schiaccia il culo, e ammazza il fianco alla Sofia Loren.
Non siamo tutte longilinee come Kate Moss, sarebbe il caso che i signori che si inventano le tendenze cominciassero a rendersene conto e che imparassero a volere un po' di bene anche a noi.

Abbiamo i fianchi e le gambe più tornite della Gisele, che fate, ci volete abbattere o basta solo chiuderci in cantina a pane e acqua?

domenica, maggio 04, 2008

UNA GRAN BOTTA DI CULO, E NON E' SOLO UN MODO DI DIRE

Forse dovrei avercela con lei, questa Valeria Marini, presidentessa dell’inutilità, sacerdotessa del nulla e vincitrice assoluta del trofeo della fortuna.
Fortuna, perché non è capace di fare nulla, e lo dico tranquillamente, sicura di non avere problemi di smentita, e nonostante questo, continua ad imperversare e ad apparire, fregiandosi oggi anche del titolo di stilista.
Invece, non me la sento di darle proprio tutta la colpa.
Se a Riccione, invece di decidere di invitare lei e le sue crazioni di moda, avessero chiamato uno stilista giovane, sincero, bravo e vero, forse questa signora avrebbe risparmiato di arrivare con la limousine come una diva d’altri tempi; avrebbe evitato di pretendere invano un elicottero che la portasse a destinazione per evitare la coda dei vacanzieri, e probabilmente piano piano di lei non avremo sentito
più parlare.
Però la Marini tira, arriva, traballa un po’ sui tacchi a spillo, dice 2 paroline in sardo che lei spaccia per romano e non si capisce perché, imita maldestramente Marilyn e passa all’incasso. Sia che si trovi a Cologno Monzese negli studi di Mediaset, sia che si trovi alla sagra della salsiccia di Santa Maria.
A questo punto la colpa non è più sua, giustamente se ci sono persone che affidano a lei al suo non saper fare, le sorti di uno show o di una manifestazione, è chiaro che il suo ego vola dove non è mai arrivato nessuno. E pretende. Pretende di essere trattata come una diva, credendoci fermamente, e finchè qualcuno non prende il coraggio a 4 mani e le dice che in realtà lei non è altro che una 40enne che ha solo avuto una gran botta di culo, e non è un modo di dire, da questo ginepraio non ne usciamo più.