mercoledì, febbraio 18, 2009

ANCORA VIVA

Ciao a tutti ragazzacci.
Non sono defunta e nemmeno in procinto di defungere, questa mia prolungata assenza è solo dovuta alla mancanza di tempo e a qualche preoccupazione in più, ma niente di grave.
A dire il vero le mie serate che un tempo erano dedicate al blog, ora sono assorbite dal divano e dalle fetecchie che ho iniziato a vedere in tv. Credetemi, una sequela di oscenità che quasi quasi mi dispiace non poter condividere con voi, ma alla sera sono sfranta e non ce n’è per nessuno.
Naturalmente è chiaro che tornerò, vi dico la verità, sto iniziando a sentire la vostra mancanza ma vengo bloccata dal sonno e proprio non ce la faccio.
Però ci tengo a dirvi che ieri sera, a casa di una mia amica in possesso di Mediaset Premium, ho visto circa un’ora e mezza di diretta del Grande Fratello e sono rimasta a dir poco basita.
Mi sono soffermata sulla Cristina, la tipa con la sesta di reggiseno e sul nuovo arrivato, Paolo. A parte che lui è di una bellezza imbarazzante. E, ci tengo a dirlo, in
questo post, ne avevo già parlato e mi aveva colpito al cuore.
Ieri sera però l’ho sentito conversare con la suddetta piena di puppe e c’è m
ancato poco che mi mettessi a piangere. Una tristezza senza pari, quasi un dialogo tra sordi, fidatevi, niente di più noioso e triste.
Detto questo, dopo la mia somma malinconia per lo sfaldamento del PD e la sconfitta di Soru in Sardegna, vi lascio piena di speranza. Ci tengo a dirvi però che non sono stata rapita da Facebook, a dire la verità anche lì frequento pochissimo e in maniera molto discontinua. Di sicuro tornerò al vecchio e caro blog, tornero a divertirmi con voi e a raccontarvi la valanga di inutilità che sono ormai la caratteristica primaria di questo mio spazio.
Statemi bene e grazie per avermi cercato nei commenti dell'altro post.

A presto.

domenica, febbraio 01, 2009

TIRA PIU' UN POLPACCIO DI KAKA'..


Il lunedì sera, televisivamente parlando, è un vero sfacelo.
Mettiamo caso che non siamo abbonati a Sky: le reti generaliste non offrono nulla, quindi per forza di cose, se il lettore dvd è rotto e siamo in astinenza da televisione, non ci resta che optare per le altre reti. Regionali e non.
A quel punto conviene armarsi di santa pazienza e mettere in conto che esiste una carovana composta da personaggi dai nomi non notissimi, che passa circa 3/4 ore a parlare di calcio.
Non esagero, questi salottini sono pieni di facce incazzate o innamorate che analizzano il campionato azione per azione. Per loro lo stadio non ha segreti, i calciatori ne capiscono sicuramente meno di loro e la cosa bella è che nemmeno la Bellucci sortirebbe loro lo stesso effetto di Amauri.

E’ anche stupefacente vedere che i più accaniti sono i signori di mezza età. L’altro giorno ho visto uno spezzone de Il Processo di Biscardi, durante il quale l’esimio SilvioCribbio ha telefonato per annunciare che il solito scassapalle di Kakà non avrebbe lasciato il Milan. Un giornalista baffino, quasi in estasi mistica nel sentire la voce del Nano, si è commosso fino alle lacrime e in pieno delirio ha esclamato un “grazie Presidente” che avrebbe potuto dire solo un condannato a morte al quale hanno concesso la grazia.
Per un gol
annullato o un rigore non concesso, ci sono uomini belli che attempati che sia contorgono come se avessero una lucertola imprigionata nelle mutande.
Sono serissimi quando prendono il posto dell’allenatore, sono fermamente convinti che al posto di Mourinho di sicuro porterebbero l’Inter a livelli stratosferici. E’ chiaro che tutto questo talento nasce e muore sulla poltrona di uno studio televisivo, però i signori del calcio pensato sarebbero capaci di qualsiasi cosa per affermare la loro sapienza calcistica.
Per non parlare poi delle donne che, cartellina d’ordinanza in mano, si atteggiano ad espertone strizzate in vestitini guaina, le quali, non riuscirebbero a distrarre questo branco di allenatori mancati nemmeno se si sedessero nude sulle loro ginocchia.
Mi viene da dire che tira più un polpaccio di Kakà che una carovana di buoi, quindi è proprio vero che tutto cambia e tutto si trasforma, dobbiamo farcene una ragione.