Negli anni 80 il mio cuore batteva per lui, ma forte proprio. Non sapevo nulla di tutto ciò che questa serie maledetta mi sta raccontando, nemmeno che si era innamorato di Giannina Facio portandola via al suo amico Julio Iglesias. Nemmeno che al Festivalbar, l'estate in cui stravinse con la sua spina nel fianco che era "Bravi Ragazzi", accanto a lui c'era proprio lei, lontana anni luce da noi, da me e da tutto quello che io credevo ci accomunasse. Miguel è stato una persona discutibile, ha fatto scelte discutibili e detestava quello che io ho tanto amato durante gli anni della mia gioventù. Ovvero, la sua musica. Ha cercato di fuggire da quello che lui percepiva come "disgrazia", odiava essere quello che gli chiedevano di essere ma che io ho sempre creduto fosse realmente. Oggi, che sono adulta e vaccinata sul serio con 3 dosi, mi si è aperto un mondo inaspettato su un sogno che mi ha accompagnata per tanti anni.
Poco mi importa delle sue relazioni, chi se ne frega se Marco Pannella è stato un suo compagno di bisbocce, la tragedia è che odiava la sua musica e noi, nello specifico, me che ero nella mischia. Alla fine, come per le mogli tradite, a volte è meglio non sapere e accidenti a me che ho scelto con coscienza di vedere queste 6 puntate infernali che hanno aperto la porta su un Miguel Bosè che avrei preferito non conoscere.
Però, e qui torno ad essere la sedicenne con i capelli a spaghetto e la macchina fotografica nella borsa, un posto nel mio cuore lui ce lo avrà sempre: perchè è stata un'illusione bella, felice e piena di momenti che non dimenticherò mai. Anche se era una specie di romanzo recitato da un cantante che avrebbe preferito essere da tutt'altra parte e che, probabilmente, ci avrebbe usato volentieri per accendere il caminetto, al posto della legna, durante le giornate fredde nella
sua Madrid.
sua Madrid.