Siamo invase
dai selfie di chiunque, compresi i nostri, ma forse le più magre e le più belle
non sanno cosa si cela a volte dietro una foto in apparenza scattata così,
giusto per ammazzare quei dieci minuti di tempo libero. Innanzitutto partiamo
dal presupposto che, puoi anche avere l’ultima versione dell’Iphone, ma se non
sei un filo magra e un pelino fotogenica,
su Instagram è meglio che lasci perdere. Quindi, noi persone normali e non
propriamente da passerella, dobbiamo adottare degli escamotage, a volte anche
un po’ penosi lo riconosco, ma necessari per tenere in vita un account che
altrimenti sarebbe pieno di foto dei tuoi cani o di personaggi famosi bellocci
che ti avvicinano pericolosamente all’ultima delle bimbeminkia.
Il segreto
di Pulcinella è la famosa asta da selfie, rigorosamente cinese così si spendono
4 euro e male che vada non ne risente né l’orgoglio né il portafoglio. Lì
dobbiamo assicurarsi la giusta pendenza, dall’alto verso il basso sfila la
figura e allontana i rotolini a vista
oltre che non prendere proprio la faccia da vicino visto che nessuna di noi è
Belen Rodriguez che si ritocca anche le orecchie con Photoshop.
I selfie
come quelli della Marcuzzi, primo piano senza trucco per noi sono una
complicanza dalla quale ci teniamo consapevolmente lontane. A parte quando ci
brillocchiamo tutte di filtri che più che esseri umani sembriamo cloni di
Barbara D’Urso baciata dal faro. Non siamo credibili e nemmeno normali, la
compianta Silvana Pampanini nelle ultime apparizioni fotografiche era
praticamente così, meglio evitare. Non per altro, aveva 90 anni e noi qualche
decennio meno, solo per questo.
Quindi,
prima di postare su Instagram, ci sfiniamo col ritaglio. La foto mia (senza
ritegno ne vergogna ma questo è un blog verità) è stata accuratamente ridotta
per evitare l’effetto “braccia lottatore di sumo” che, vuoi per la posizione
senza asta di supporto, vuoi perché forse non sono proprio un gambo di sedano,
era prepotentemente messo in evidenza. La faccia seria e apparentemente pensosa
è stata studiata per evitare fossette, pieghette, allargamenti facciali
nonostante il mirabilante “volto affilato” spuntato sullo smartphone. La
didascalia sarebbe potuta essere molto profonda, magari corredata da una
citazione culturalmente elevata e forse qualcuno l’avrebbe anche bevuta.
Poi ti
imbatti nei selfie di Elisabetta Canalis, Ambra, della mia preferita,
Alessia Marcuzzi e ti sembrano così naturali. Sì, forse qualche filtrino
innocuo, ma con quelle bellezze indiscutibili non c’è storia. Anche appena
sveglie sono belle, senza trucco sono belle, al mare sono belle, ci tengono a
farci sapere che con loro la natura ha lavorato bene e con noi invece si è
riposata un’oretta.
Vabbè,
fiinchè però Instagram ci da una mano e i nostri cellulari ci permettono di
affilare, mascherare e coprire, diciamo che ci possiamo ancora stare.
Naturalmente per me di naturale ci sono solo io prima dei filtri e dei tagli (che qui onestamente mi sono scordata di usare ma confesso che la stanza era in penombra),
però perlomeno indipendentemente dai vari accorgimenti, se ci incontriamo per
strada, siamo sempre noi, A mezzobusto siamo diverse rispetto all’intero?
Macchè, i nostri selfie ci migliorano ben poco, forse è una nostra idea che il
filtrino Sierra ci abbellisca rispetto al temibile Normal. Quello è roba per la
Marcuzzi, l’hashtag #nofilter lasciamolo
ai fumatori. Noi siamo più donne da #belladentro, anzi, ormai questo è diventato
il mio nuovo mantra.
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