
Fiore Di Cactus
il blog di Miss Dickinson
domenica, dicembre 10, 2017
IL GF VIP E LE MIE OPINIONI NON RICHIESTE

giovedì, settembre 14, 2017
NON MI SAREBBE BASTATO MAI
Succede che
accendi lo stereo in macchina e parte una canzone. Di colpo vieni catapultata
in momenti vissuti che ti spezzano il fiato per quanto sono intensi e in men
che non si dica ritorni ad un fotogramma preciso che, non si sa come, ricordi ancora alla perfezione. Te che rifai il tuo letto e pensi che questa canzone sarà per
sempre quella che ti parlerà di lui. Anche fra 100 anni tutte le volte che la
ascolterai saprai che “tu, tu non mi
basti mai” è per qualcuno che poi non è mai arrivato. Non è mai arrivato perché
il destino ha virato all’improvviso da tutt’altra parte. Perdite ematiche,
ecografia, e bum, tutto finito. Rimane la ninna nanna che avrei voluto cantare
a lui, perché inspiegabilmente era Samuel che sapevo doveva arrivare nella mia
vita e non Scilla. In quel periodo, che vorrei tanto fosse confuso invece ho ancora nitidissimo nella mente, la vita un po’ mi sorrideva e un po’ mi dava calci nel
sedere. Però avevo la prospettiva di avere qualcuno con me che sarebbe arrivato
a darmi tante di quelle cose che al confronto quelle che gli avrei dato io
erano briciole. Mi sentivo bella, magra, piena di energia e positività. Già
sentivo l’istinto forte di protezione per qualcuno che mi cresceva nella pancia
e ancora era un puntino minuscolo che, in realtà, nemmeno c’era. Perché c’era
ma non c’era davvero e in poco più di due mesi la felicità si è trasformata in
inferno in terra. Per anni la canzone di Lucio Dalla non ho potuto sentirla
senza farmi venire il groppo in gola. Poi, piano piano, dopo quasi 20 anni ho
trovato il coraggio di inserirla di nuovo nella playlist della macchina. Ancora
oggi, dopo tutto questo tempo, il primo pensiero va ancora a quel puntino mai formato
al quale avevo già dato il nome. Al momento preciso in cui ho scelto questa
canzone come ninna nanna per lui. A quanto questo sberleffo crudele ha
modificato il corso di tutta la mia esistenza futura. A come sarebbe stato
bello il mio Samuel, l’unico e solo vero gioiello della mia vita.
venerdì, settembre 08, 2017
IL TUTTOFARE JEREMIAS
Tra pochi
giorni, su Canale 5, avrà inizio la seconda edizione del “Grande Fratello Vip”,
ove per “vip” si intende anche, tra gli altri, chiunque abbia poca voglia di
lavorare, o un parente famoso, o una buona dose di faccia tosta. Il settimanale
“Sorrisi e Canzoni” naturalmente ha dedicato la copertina di questa settimana a
questo imperdibile evento ( del quale, ennesimo coming out, io mi cibo per mesi
e mesi) mostrandoci volti, nomi e professioni dei partecipanti al reality show.
Su tutti, spiccano due personaggi, vuoi per le facce non proprio conosciute a
buona parte del popolo italico, vuoi per la dicitura accanto al proprio nome di
battesimo. Sto parlando di “Giulia De lellis – esperta di tendenze e Jeremias
Rodriguez _ tuttofare.
E Jeremias ha
preso la palla al balzo quando gli è stato offerto di stare tre mesi rinchiuso
in una casa a chiacchierare, tramare, fumare e poco altro. Praticamente ha
trasferito la propria esistenza da Milano a Roma con l’aggiunta di un cachet e
di qualche telecamera a renderlo popolare e retribuito.
Non è ben chiaro dove andrà la cosiddetta “carriera” del giovane Geremia, la
cosa sicura è che guadagnerà senza aver mai fatto nulla nella vita e
continuando imperituro a farlo. Cosa che non ci è nuova ma con quella dicitura “tuttofare”
si è aperto il pentolone delle vergogne vips, dei mantenuti che nemmeno hanno
la dignità di tenere il profilo più che basso, sottoterra. In casa Rodriguez
comunque la timidezza non è mai pervenuta, i fratelli di Belen si fregiano di
questa parentela come se fossero i figli di lady Diana, orgogliosi e tronfi di
questo successo conquistato a suon di scandali e accoppiamenti.
La prima è
la compagna di Andrea Damante, concorrente della precedente edizione, nonché tronista
di Maria De Filippi. Ed è proprio ad “Uomini e Donne che il giovanotto scelse
Giulia, all’epoca, disoccupata e corteggiatrice. Oggi, per una serie di motivi
a noi oscuri, a parte ospitate dalla D’Urso, qualche apparizione a “Bring The
Noise” su Italia 1 e un canale Youtube nel quale insegna l’arte del make up, la
De Lellis diventa “esperta di tendenze” dalla sera alla mattina.
Ma la
professione che più ci incuriosisce è quella del giovane Jeremias: “tuttofare”.
Costui è il fratello di Belen Rodriguez. Nessun lavoro, nessuna apparente
attitudine, qualche foto su Instagram in cui urina a cielo aperto per le vie di
Milano in compagnia del cognato Francesco Monte, una amicizia con Andrea Iannone ed ecco che di botto, oltre che a “vip”
diventa anche “tuttofare”. Anche perché dire “vagabondo mantenuto dalla sorella”
pareva brutto e poco attinente con la “vippitudine” che per partecipare a
questa edizione del Gf è fondamentale. Del ragazzo sappiamo pochissimo, la cosa
che salta agli occhi che lavorare non è una delle sue ambizioni. E’ arrivato
dall’Argentina ed ha capito che alzarsi presto la mattina in casa Rodriguez fa
male alla salute, quindi tutti i membri della famiglia hanno deciso che basta
uno di loro a portare a casa la pagnotta. E Belen, che è riuscita a diventare
ricca sfondata solo facendo due cretinate alla tv e sui giornali, si è presa l’onere
di farsi carico di fratello, sorella e genitori regalando loro una vita agiata
e lontana anni luce da quella di noi poveri cristi costretti a sgobbare da
mattina a sera.

Quindi,
aspettiamoci scintille da questo ragazzo catapultato così per grazia ricevuta
nel rutilante mondo della trash tv. Capiremo dunque se lo abbiamo giudicato a
prescindere o se in realtà costui sia un pozzo di scienza, di talento, di
simpatia, di garbo e di educazione. Le foto di lui che urina per la strada
forse hanno un po’ fuorviato il mio giudizio, chi di noi non ha mai dato sfogo ai suoi
bisogni proprio in centro città? Suvvia, non facciamo troppo le persone civili.
giovedì, agosto 24, 2017
C'ERANO: MISS DICKINSON, UN FRANCESE E UN CANTANTE..
Raggiunta e
superata la boa di un’eta nella quale la discesa è più vicina della salita, succede di guardarsi indietro e di passare in rassegna i vari incontri più o
meno importanti della propria vita. Recentemente mi è capitato di trovarmi tra le mani alcune
foto dei miei 20 anni. Riallacciandomi al post nel quale parlavo di AsiaNuccetelli mi è venuto spontaneo fare un confronto fra i miei anni di ragazzina
e i suoi. Partiamo dal presupposto che, altro coming out, per quanto mi
riguarda stiamo parlando del 1986; mettiamo nero su bianco che “ai miei tempi”
la chirurgia estetica era roba da jet set ma neanche poi tanto; di internet
nemmeno era nato il termine; le dive dell’epoca erano la Cuccarini, la Goggi,
la Carrà. Altra ciccia.
Era l’anno
delle mie prime vacanza sulla riviera romagnola, nello specifico, Cesenatico,
in compagnia della mia amica del cuore di allora, Paola. Ebbene, i 20 anni che
ho vissuto io erano ricchi di cotte a lungo e brevissimo termine. Sono partita per le
vacanze con la foto in valigia della recente fiammata per il cantante del momento.
Una bella avventura che ho già raccontato qui su questo blog, una specie di
infatuazione, innamoramento adolescenziale, non saprei nemmeno come definirlo.
La foto incorniciata è finita sul comodino dell’hotel Dolores e per i primi due
giorni ho sognato le mie vacanze con lui mentre la cara Paola le sognava col
suo collega canterino. Era tutto perfetto, sulla carta.

Il punto
focale però è che i 20 anni che ho vissuto io erano pieni non di botulino ma di
cotte a tempo determinato. Nello stesso momento in cui agognavo un incontro col
cantante un po’ famoso, ecco che arrivava
il parigino biondo a travolgere la mia vita già piena di emozioni belle forti.
E se prima di partire sognavo Milano ad occhi aperti, al ritorno nei miei
pensieri esisteva solo Parigi ed un mio eventuale trasferimento in loco. Già, perché
nella mia mente infoiata andavo in Francia e lo cercavo per tutta la città
convinta prima o poi di trovarlo in qualche romantico bistrot. Asia Nuccetelli
e il suo culo in fuori non so che vita conducono in realtà, ma credo che
questi amori travolgenti che ti frullano e ti lasciano senza fiato, neanche abbia idea di cosa siano. Troppo concentrata su punturine e Instagram per patire queste
pene sentimentali che allora sembravano dolorosissime ma che oggi rimpiango e
ricordo con tanta tenerezza. Anche perché il bel Patrice, del quale non conosco
nemmeno il cognome, oggi è una figura sbiadita che non incontrerò mai più nella
vita e che sicuramente neanche riconoscerei. E’ un po’ come Dorian Gray, oggi
avrebbe 50 anni ma per il ricordo che ho di lui ne ha ancora 20 ed è biondo, alto
alto e magrissimo.
Ed è anche
per questo che non invidio i 20 anni di Asia e di tutte le ragazze come lei. La
ricchezza, gli ambienti che contano, la tv, non daranno loro mai lo stesso
stupore che ho provato io al primo incontro con il cantante un po’ famoso e con
il parigino Patrice. Il batticuore, l’emozione della mia amicizia con Paola e
la condivisione di queste cose bellissime valgono 1000 volte di più dell’ammissione
al Grande Fratello Vip o il primo selfie con il naso nuovo e la faccia
rinfrescata dal chirurgo. Per non parlare della spiaggia di Cesenatico di
notte, io e Patrice mano nella mano nel buio della notte romagnola.
Formentera
al confronto è una bacinella con le papere di gomma.
domenica, agosto 20, 2017
ODIARE PROFONDAMENTE IL KARAOKE
Il karaoke è diventato famoso in Italia per colpa di Fiorello (mortacci sua). Ci ha fatto credere che i cosiddetti “diettanti” in
realtà altro non sono che delle versioni sconosciute di Elisa e Mario Biondi
quando poi sono solo degli emuli del famoso Pavarotto di “Striscia la Notizia”.
E se ne parlo, so cosa sto dicendo, perchè sotto casa mia il più sfigato dei
bar me lo propina per tre sere alla settimana come se fossero le serate di
Sanremo.
La
particolarità del karaoke sta nel fatto che anche i latrati più latrati
ottengono una manciata di applausi. Ragione più che valida per proporre tutto
il repertorio di Vasco Rossi come neanche la cover band ufficiale. E mentre sei
lì che mugoli un “Oh Toffee, Toffee, Toffee”, il gruppo che ti supporta incita,
applaude, ride e ti fa credere di avere le potenzialità inespresse. No, ma sei
uguale a Vasco, sputato. Intanto continui a gridare a quella povera Toffee che
non ti risponderebbe neanche se fossi l’ultimo uomo sulla faccia della terra.
Odio
profondamente il karaoke perché è illusorio e cattivo. Fa credere ai cantanti
allo sbaraglio che per una serata o due alla settimana i latrati siano
incantevoli voci d’angelo perché qualcuno da loro un microfonino in mano. Sarà
che anche “La Corrida” per me era depressione pura, ma almeno lì c’era la
buonanima di Corrado che non illudeva, anzi, con una risata riusciva addirittura
a seppellirli tutti. I cantanti che porgono il microfonino ai dilettanti invece, dopo
ogni inequivocabile latrato, se ne escono con un bravo che è la versione
censurata di “mifaischifomamipaganotrelireechissenefrega”. Il dilettante
dunque, esaltato dalla spontanea e sincera lode del cosiddetto “professionista”,
figuriamoci se si ritira a vita silenziosa. No, continua a urlare con una voce
che più che pelle d’oca ti invita a prendere la carabina e mirare in mezzo agli
occhi. Le ragazze non sono da meno rispetto agli uomini, anche perchè amano
cantare in gruppo e di tre voci non ne esce nemmeno una decente. Hanno una
potenza nei polmoni che trovo in me solo quando mi affaccio alla finestra e
grido loro di abbassare il volume perché stanno dando sui nervi. Però, non so perché,
loro non sentono me mentre io invece le sento benissimo.
Il canto è
roba per pochi. O meglio, è roba per chi dona al pubblico qualcosa di bello e
piacevole da ascoltare. Così, all’aperto, ai danni di persone che dovrebbero
vivere le serate estive in tranquillità, è una specie di omicidio impunito. Perché
i latrati degli umani con l’esibizionismo alle stelle, non sono un incanto ma
un maleficio. Una tortura senza via di scampo. Un’offesa per le orecchie, per
il cuore e per la passione che ognuno di noi ha nei confronti della musica. In
tre ore di rumore fastidioso, arrivi ad odiare Vasco Rossi, Noemi, Celentano,
la Pausini e tutto il repertorio pop italiano. Intanto, gli urlatori convinti
di regalare al mondo circostante le loro ugole malate di protagonismo, continuano
imperterriti a starnazzare, lieti di trascorrere una calda serata
di metà agosto nell'illusione di essere qualcuno che non saranno mai.venerdì, agosto 18, 2017
VENTUNO POVERI ANNI
Avere 20
anni non da il passaporto automatico per andare da nessuna parte. Dovrebbe
invece darti la spensieratezza ovvia dell’età, quell’euforia che ti spinge in
più direzioni senza la consapevolezza di nulla. Si va, si fa e vada come vada.
Asia
Nuccetelli, 21 anni, professione “figlia di Antonella Mosetti ex ragazzina di
Non è la Rai”, ha tutto quello sopracitato in misura a dir poco spropositata. Il
suo avere 20 anni è diverso da quello che è stato il mio e di un miliardo di altre
ragazzine. Per lei non esistono regole di nessun tipo, ogni cosa è possibile,
anche la più stupida. Intanto la ragazza non ha un ruolo preciso in questa fottuta
società. Vive di rifacimenti fisici come noi vivevamo di discoteche la domenica
pomeriggio. Come noi ci prendevamo cotte ogni tre per due lei si pompa le
labbra e si assottiglia il naso. Come noi andavamo a fare le prime vacanze
della nostra vita a Cesenatico, lei partecipa al Grande Fratello Vip con la
mamma e ne esce malissimo. Nonostante ciò, la bimba non si dispera. Inflaziona
i social, nello specifico, Instagram e inizia a postare foto a pioggia beccandosi
lodi e insulti e dichiarando che molte ragazze la imitano cercando di essere
fisicamente come lei. O meglio, come l’ha conciata il chirurgo, perchè da
ragazza molto molto carina è diventata una specie di Loredana Lecciso versione
coniglietta sexy che dubito fortemente possa avere così tante ragazzine al
seguito. I suoi 21 anni sono i 50 anni di
una disgraziata qualunque che non riconosce il tempo che passa. Lei non accetta
se stessa e si nasconde dietro ad una ragazza che di lei non più neanche lo
sguardo. Come possa una mamma avallare simili decisioni dovremmo chiederlo alla
Mosetti che difende a spada tratta le scelte di quella figlia tristissima che
ormai di se stessa ha solo il nome. E gli atteggiamenti volgari, la sigaretta
sempre in mano da femme fatale ormai superata come il biondo platino da
pornostar, sono ormai quello che Asia è voluta diventare per andare non si sa
bene dove. Sicuramente ovunque basta che non ci sia da lavorare. Dove “Asia
Nuccetelli Mosetti” come si firma su Instagram per fermare nero su bianco la
sua professione di “figlia di”,e l’immagine che ha costruito con tanta fatica, abbia finalmente un senso compiuto.

Peccato per
te e per i tuoi genitori che hanno permesso questo disastro, perché proprio di
disastro si tratta. E ogni foto che posti è sempre peggio, oggi non sei quella
di due mesi fa e domani non sarai quella di oggi. Povera ragazza e povera,
poverissima la tua vita.
domenica, agosto 06, 2017
DONNA DI PANZA, L'UOMO LA SCANSA
“Uomo di
panza, uomo di sostanza”, diciamo noi donne amanti dell’uomo che non ci importa se sia depilato o con la tartaruga. Non amiamo particolarmente le sopracciglia
disegnate e nemmeno il torace glabro da adolescente. La pancia non ci spaventa,
qualcuna di noi ama quel simpatico adipe sporgente che fa tanto Jim Belushi. Ci
sentiamo protette e rassicurate, anche perché poi non è che lui ci può
rimproverare il rotolino sui fianchi dovuto alle abbuffate festive, prefestive
o vacanziere, Ci dovrebbe capire e amare così come noi facciamo con la sua
trippetta che ci avvolge e ci travolge. Invece no. Partiamo dal presupposto che
una single con la pancia è tagliata fuori a priori. Puoi avere la faccia di
Mariangela Fantozzi ma se porti la 42 e hai il giro vita di una bimba di 5 anni
sei automaticamente ammessa nel rutilante mondo dell’acchiappo feroce. #nonèbellamahaunbelcorpo è il mantra del secolo. Mentre noi donne andiamo molto
oltre due ciccette appoggiate dovunque, per l’uomo la forma fisica non è
fondamentale ma quasi. La novella delle donne curvy è una specie di leggenda da
sfatare. Se sei Jennifer Lopez puoi avere le coscione e il culone. Se sei
Vanessa Incontrada già un po’ meno. Se sei Mariah Carey ti distruggono all’istante.
Se sei Miss Dickinson, la parola d'ordine è "grassa". Punto e basta.
La pancia è
una roba che non controlli e che ti capita principalmente dopo aver goduto dei piaceri
della vita: mangiare e bere. Oppure nel periodo in cui noi donne diventiamo
mature sulla carta, ovvero, la menopausa. In ogni caso la comparsa della pancia
non è improvvisa e non ti coglie tra capo e collo come lo starnuto. Ti avvisa,
ti dice “guarda che sono a metà strada” e te non ci credi perché sei convinta
di correre più forte di lei. In realtà la tua vittoria è irrimediabilmente una
pia illusione perché le sue gambe corrono più veloci delle tue. E allora si,
una mattina ti svegli e lei è lì che ti impedisce di indossare la maglietta che
fino all’anno prima era la tua preferita. Ti guardi nello specchio e ti
riproponi di camminare, di non bere, di evitare il pane e i carboidrati. E’
tardi. Lei ti ha acciuffato e non ti mollerà tanto facilmente. Anche perché se
ti prende a 20 anni non è niente: a 30 ce la puoi fare. A 40 hai un po’ da
lavorare. A 50 te la tieni.

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