venerdì, dicembre 28, 2007

SIMPATICISSIMA

In questo fine anno per me un po' surreale, funestato da sciagure che hanno toccato persone a me care, non voglio perdere il mio dente avvelenato, anche perchè in questo caso mi è stata servita su un piatto d'argento.
Lo sapete chi è la donna a mio avviso più antipatica del pianeta?
Eccola qui fotografata, orgogliosa di quel pancione che tante sfilate le ha procurato, tante interviste a questo o quel rotocalco televisivo e le varie foto posate con lei sorridente e gonfia di amore e trippa.
Oggi tutto questo non c'è più perchè è nato Louis Thomas, ennesimo nome riconoscibilissimo e poco comune, tanto per non essere da meno ai vari Tobias, Chanel e Oceano.
Ma, non è tanto questa gravidanza pubblicizzata più della Coca Cola a rendermi insopportabile la nostra Alena.
Forse mi sbaglio, perchè in realtà io lei la detesto dai tempi del film di Natale con Sconsolata e Ridge "Christmas in love", ma fate caso al video qui sotto.
Si tratta del backstage de "I Cesaroni" e, dopo un bacio sulla guancia da parte di Claudio Amendola lei si asciuga schifata come se avesse ricevuto uno sputacchio da Emilio Fede.
Secondo me è peggio pomiciare con Edoardo Costa e lei lo ha fatto per anni, ma questo suo essere così schifiltosa e pure maleducata, me l'ha resa ancora meno tollerabile.
E non sono gelosa perchè lei è una bella donna, su questo non discuto perchè è innegabile.
Ma quasi quasi mi sta più simpatica la Monica Bellucci e qui si sta parlando di una donna che ha l'umorismo di una corona di spine, non so se mi spiego.



venerdì, dicembre 21, 2007

LA RISATA PANETTONA

Anche quest’anno è arrivato il Natale e con lui i filmetti del periodo, quelli che il pubblico più raffinato guarda, anzi, critica a piè pari e reputa cinematografia per cervelli lobotomizzati. Come a dire che una parte dell’Italia che, prende la macchina, parcheggia, paga probabilmente il parchimetro, si prende il freddo di dicembre, spende un tot di euri e va a vedere l’ultimo di Pieraccioni, è solo una fetta di popolo il cui cervello arriva a malapena a digerire le battute di Ceccherini.
Lo sappiamo tutti, non sono dei capolavori, sono momenti di pura evasione, di risata liberatoria che fa anche bene alla salute, che c’è di male?
Non parlo di De Sica e Boldi, i quali, sia in coppia che separati, a me non sono mai piaciuti, ma che evidentemente a moltissime persone piacciono eccome. Eppure anche lì la risata c’è, c’è quella grassa, quella che scoppia fragorosa dopo la parolaccia di De Sica o la faccia a Cipollino di Boldi.
Ma Pieraccioni, che, se non ho letto male, sta molto dietro a “Natale in Crociera”e mi dispiace anche un po’, rappresenta quel cinema leggero, trullettino, mai volgare e rilassante.
Qualcuno storcerà il naso, forse coloro i quali seguono solo un certo tipo di cinema tormentato, profondo, dove la risata sgorga sincera solo grazie alla battuta intelligentissima e sarcastica di Woody Allen, ad esempio.
Però c’è anche quella di Pieraccioni. Non sarà piena di significato e nemmeno ironica e sagace al punto giusto. Però fa ride
re lo stesso e ugualmente qualcuno riesce anche a divertirsi.
E’ come se nel mondo dei blog, ci fossero solo quelli di denuncia come Beppe Grillo e molti altri, e quelli bischerini come il mio, ad esempio, fossero additati come esempio di stupidità assoluta.
Credo che esista il tempo di ridere, di sorridere, di riflettere e di allentare un po’ la tensione.
Per un Pieraccioni che cerca di farti trascorrere due ore di pacifici sorrisi, c’è qualcun altro che ti porta nella guerra in Iraq e ti racconta il dramma del soldato americano che uccide dei civili iracheni.
Non è che io che ho visto venti volte “
Il principe e il pirata”, sono più deficiente di qualcuno che gode guardando “Viaggio a Kandahar”.
E, in tema di cinepanettoni, vi faccio tanti auguri di Buon Natale e spero che questo fine anno porti a tutti voi tanta gioia e serenità da fare scorta per tutto il 2008.
Ci risentiamo tra qualche giorno, fate i bravi e , se non volete andare al cinema, un bel dvd fa sempre tanto bene. Anche uno di Pieraccioni.

giovedì, dicembre 20, 2007

QUANDO IL DOPPIAGGIO FERISCE

Mi sono domandata un sacco di volte, se il doppiaggio aiuta o uccide il nostro immaginario.
Il più delle volte credo che sia del tutto necessario, perché mi è capitato di sentire le voci originali degli attori e scoprire che quella di
Francesco Pannofino è decisamente più sensuale di quella dell’attore americano che sbiascica anche un po'.
Capita però che uno spot, per quanto bello che sia, perda gran parte del suo fascino grazie a delle voci inadeguate e assolutamente inascoltabili.
Mi riferisco a Nicole Kidman e Rodrigo Santoro nello spot del fascinosissimo profumo, Chanel N.5.
A parte la sceneggiatura un po’ così, qui si parte dal presupposto che la Kidman sia una star a livello planetario. E mi sta anche bene. Ma l’avete sentita in italiano quando dice al tassista: “
vaaaadaaaa…” con quel sospiro che non si capisce bene se è asmatico o di piacere?
Nell’originale, è sempre un po’ ansante, ma sarà che “
driiiiveee...” ha tutto un altro suono o che la sua vera voce sembra più adatta alla sua faccia, oppure sono solo io, fanatica di doppiaggio e doppiatori, che sto un po’ troppo a vedere il capello.
Infatti in questo caso entrambe le voci sono inadatte come lo sarei io vestita da Jessica Rabbit. Anche il fascino del bel Rodrigo, con quel vocione italiano da signore di mezz’eta, col sigaro in mano e il bicchiere di brandy sul tavolo vicino, poco si sposa con quella maschia bellezza da naufrago che noi spettatrici assidue di Lost abbiamo potuto ammirare in tutto il suo splendore.
In questo caso, due voci hanno fatto la differenza, a dispetto di una Nicole Kidman un po’ mummificata ma sempre di gran fascino, e di un giovane attore che anche in “Love Actually”, completamente sconosciuto, ha lasciato in me un gran bel ricordo.
A volte è molto meglio tacere, anzi no, un sottotitolo in più sarebbe stata quasi la perfezione.

martedì, dicembre 18, 2007

UNA DI NOI

Questa non è una notizia proprio freschissima, però, credetemi, sarebbe dovuta finire in prima pagina su tutti i quotidiani e inviata tramite sms ad ogni cliente di telefonia mobile.
Avete presente il Codacons? Bene, cercate di fare mente locale e di riflettere su cosa rappresenta questa associazione e quali sono le sue finalità.
Fatto?
Ecco, ora pensate ad un calendario. Ma non uno qualsiasi, ma quello proprio del Codacons, che dovrebbe stare dalla parte dei consumatori e difenderci da tutte le varie magagne.
Ci vuole un testimonial. Non so se abbiano pensato a lungo su questa cosa, forse hanno scelto una bella donna per rallegrare i molteplici uomini che si rivolgono a loro, mentre le donne si attaccano al tram e rosicano a denti stretti.
Ma in questo caso, dopo aver scelto l'essere meno rappresentativo di tutto il panorama..panorama..non so di che panorama faccia parte questa signora che fa simpatia alle donne quanto ai maschi piace Raul Bova, mi sa tanto che i signori del Codacons hanno perso gran parte della loro credibilità.
Ma dico io, come si fa a scegliere Elisabetta Gregoraci come personaggio da calendario di una associazione a tutela dei consumatori, associazione votata un po' più a sinistra che altro, piuttosto che un'operaia, o un'impiegata, o una commessa, o una colf, o una postina, o una massaia?
La cosa simpaticissima, e qui sta il guizzo geniale di Gianni Ippoliti (ideatore dello scempio) e tutta la banda dei cervelloni, è che tutti i mesi dell'anno si fermano alla terza settimana. Avete capito bene, questo calendario non serve assolutamente a niente se non a dimostrare che la Gregoraci è una di noi. Anche se ha fatto viaggetti sulle auto blu, se vive con un milionario dai milioni di dubbia provenienza e se sta in tv, pare, grazie ad una raccomandazione da parte di un tappino di damigiana che si occupa più di soubrettine e attricette che di qualsiasi altra cosa.
Ma vedere questa Gregoraci, che sghignazza piena di denti, con in mano un cartello con la scritta"affittasi", e pensarla spaparanzata sullo yacht di quel trombone del fidanzato di mezza età, ditemi voi se è una cosa sopportabile.
E soprattutto se non è una sfacciata incitazione all'espatrio.




domenica, dicembre 16, 2007

I TRONI INCANTATI

E alla fine, tutta quella mobilitazione per la chiusura della fiction "Incantesimo", ha dato i suoi frutti. Nessuno aveva dei dubbi, però le intercettazioni di Berlusconi e Saccà, hanno reso noto che Vallettopoli è stato solo uno sfizio di Woodcock e nulla di più.
Camilla Ferranti, ragazzetta sconosciuta a molti ma non alle esperte di trono defilippiano come me, è stata arruolata di diritto nel cast della fiction di Rai 1. Sicuramente a discapito di un'attrice vera e più talentuosa, ma se i due vecchietti paciosi decidono di dare qualche innocente spintarella, c'è poco da fare, hanno ragione loro.
E, sempre secondo il mio modesto parere, tutti quei drammi sulle tante famiglie che sarebbero rimaste senza lavoro, tutti i tecnici che avrebbero perso la busta paga e via discorrendo, nel caso in cui avessero sospeso la fiction, a questo punto mi suonano più false della mia cintura di Louis Vuitton.
Non ho visto tutto questo sdegno dopo quello che è successo alla ThyssenKrupp, ma lì probabilmente non c'era il centro di smistamento femminile che invece c'è ad "Incantesimo".
Dove avrebbero potuto infilare la Camilla senza dare nell'occhio, se non in un prodotto per famiglie su cui vigila, con tutta la sua maschia tracotanza, Fabrizio Del Noce?
E sempre a proposito di ex troniste, ricordate il post su Silvia di Treviso, colei che poi sarebbe diventata una escort?
Bene,molti di voi non se la ricordavano, così mi sono data da fare e ho cercato una sua foto. Pensate che ai tempi del trono era bionda ed aveva i capelli corti e ricci.
Sto cercando di caricare anche il video della sua storia su YouTube, così vedrete con i vostri occhi lo squallore della sua vita e del suo personalissimo percorso.




venerdì, dicembre 14, 2007

LE AMICHE


In questo periodo sto molto riscoprendo quanto le amicizie siano fondamentali e nel momento in cui mi sono trovata a sviscerare questo concetto così complesso, mi è capitato tra le mani un giornale con le foto di alcune donne che nella vita di tutti giorni, se le conoscessi, le eviterei come la peste bubbonica.
Una si chiama Vanessa ed è spagnola. Dietro quella faccetta semolosa e quel sorriso bianco e folgorante, si cela colei che ha
soffiato il marito alla futura cognata.
Non è proprio una bella cosa. Io non mi riprenderei mai più, anche perché è il tipico tradimento bastardo che non ti aspetti. Erano amiche e uscivano spesso insieme, perdipiù, in coppia, come si può? Ma la Vanessa, sotto quell’aria simpatica e scanzonata, nasconde un’anima da chioccolina, come si dice dalle mie parti, quindi, da donna, piuttosto che avere per amica una tipa del genere, mi chiudo in una torre per il resto della mia vita
in completa solitudine.
L’altra, si chiama Michelle. Come la precedente, ha fatto del sorriso la sua arma di forza, e, come la precedente, dietro quella dentatura troppo bella per essere vera, nasconde un’anima complessa.
Dunque: fidanzata, diventa molto amica della quasi suocera, la quale a sua volta, è fidanzata con un giovanotto molto più giovane. Il quartetto è stato molto affiatato per un periodo, la sua amicizia con la suocera era sulla bocca di tutti, due anime in un nocciolo, dicevano in molti. Ma alla fine, sempre con la dentatura a vista, la cara Michelle ha mollato il fidanzato e si è
messa con l’uomo della suocera. Così, come se avesse deciso di mangiare un piatto di lasagne al sugo e quindi sorridere alla vita.
L’ultima, ma forse avrei dovuto metterla in cima alla classifica, è Cristina.E’ sposata e pure cornuta, ma avete presente quando proprio una persona ti procura l’orticaria e nemmeno il talco mentolato riece a lenire un po’ il prurito? Niente, non provo solidarietà e nemmeno partecipazione per le sue disavventure col marito che
l’ha tradita in passato anche con la Simona, anzi, se è possibile faccio il tifo per l’altra. Chiunque sia, non bado ai dettagli.
E dunque, se le prime due fossero mie amiche, sarebbero state raggiunte all’istante dall’epiteto di “zoccola”, perché ritengo che lo sia di più una donna che per un uomo calpesta qualsiasi altro tipo di valore, piuttosto che quella che va a letto con 10 maschiacci senza fare assolutamente del male a nessuno.
Zoccola è l’amica che ti frega il marito o il fidanzato, zoccola è colei che te lo soffia in maniera subdola e poi si para dietro la parola “amore”, zoccola è quella che sparisce perché sotto sotto si vergogna come una ladra,
La Vanessa e la Michelle, diciamo la verità, nel nostro mondo di Very Normal Person, sarebbero le zoccole ad honorem, però nel mondo dei vips sono simpaticissime.
Come dice Crozza, io non ci vedo la relazione..


lunedì, dicembre 10, 2007

LA COPULA FEDIFRAGA

Non ci si può fidare di nessuno, mai e poi mai.
Vi ricordate questo post nel quale parlavo dell’amore smielato di Michael Bublè nei confronti di Emily Blunt e dicevo che ci aveva rotto i corbezzoli a forza di portasela sempre dappertutto e dichiararle amore etrno ogni 3x2?
Dicono, e badate bene, lo dice una tizia che può avere la medesima attendibilità di Mastella che dichiara di essere completamente votato a sinistra, che il nostro Michael ha rapporti con lei da circa 10 anni e l’ultimo incontro risalirebbe all’agosto di quest’anno.
Diciamo la verità, tutta quella melassa era oggettivamente un po’ diabetica e di conseguenza deleteria anche per la salute.
Eppure, vi dirò, da lui non me lo sarei aspettato. Sarà che canta quelle canzoncine così rassicuranti e dolci che non ti verrebbe mai in mente che uno come lui possa arrivare a copulare.
Al limite il sesso si, ma solo se accompagnato dall’amore, chi se lo aspettava di vederlo nudo, addormentato in un letto e la tizia che ci svela che quel letto è proprio il suo e lui è reduce da una notte sfrenata di ribaltamento dei materassi?
Stai a vedere che ci si potrà fidare più di Marilyn Manson che di Michael Bublè e il vecchio detto "l'abito non fa il monaco" continuerà imperituro ad avere il suo bel perchè.

domenica, dicembre 09, 2007

POLITICAMENTE SCORRETTE

Lo ridico subito: io non sono una mamma, perché il treno è passato e, per cause indipendenti dalla mia volontà, l’ho perso. Ora, la mia bimbina è la Zoe, quindi, il mio senso di maternità sta sfogando come può nei confronti della mia biondina pelosona.
Ed è proprio per questo motivo che ho iniziato a stabilire una nemmeno tanto sottile affinità con tutte le “mamme canine” che incontro durante le passeggiate o che vivono la mia stessa situazione.
Di conseguenza, spesso il vocìo dei bambini che solitamente mi rallegra, capita che mi faccia uscire gli occhi dalle orbite. Come ad esempio, stamattina al centro commerciale dove sono andata a fare la spesa e nel quale c’era questo mondo e quell’altro. In sottofondo, tutta la disco anni 70 che ascoltata mentre scegli l’olio per condire l’insalata, ha il solo potere di farti odiare i pantaloni a zampa d’elefante e anche Tony Manero.
E i bambini ch
e ti si parano davanti ai carrelli, che ti scorrazzano intorno mentre la signora ti spintona per agguantare il wurstel della Wuber prima di te, ti fanno sentire la versione femminile di Erode e senza nemmeno provare un minimo di vergogna.
O mentre sei al comprare i regali di Natale in un negozio pieno di gente e la bambina si pianta a giocherellare con un oggetto del quale probabilmente le frega meno di zero e tu sei costretta ad aspettare muta, perché sua mamma deve prima finire di farsi i cavoli suoi per poterla richiamare un minimo all’ordine.
Oppure nel parco della mia città, dove vado tutti i giorni nel primissimo pomeriggio e sono solita lasciare libera la Zoe, perché tanto, penso io, fa freddo e i bambini sono sicuramente tutti a scuola.
Invece no, anche con - 21, c’è sempre la mammina ro
mena indomita, che porta la creatura assiderata a scorrazzare nel prato, e il mio cane, innamorato dell’infanzia, fa il diavolo a quattro per poter giocare con lei.
In quel momento io e la Sandra imprechiamo come due vecchi camionisti incazzati e politicamente scorrettissimi, ma non abbiate paura, siamo sempre le solite personcine buone che qualcuno di voi conosce da un po'.

E' solo che ognuno ha i figli che c'ha, la nostra ha 4 zampe e non ci chiede nemmeno la Barbie per Natale, pensate un po' che fortuna..

giovedì, dicembre 06, 2007

CHILOMETRI DI PELLICOLA

Francamente non riesco a farmene una
ragione.
Ma non per qualcosa di personale nei loro confronti, ci mancherebbe altro, ma proprio perché oggi basta veramente poco per essere protagonisti di una biografia o addirittura di un film su”la vita di”.
Parlo, innanzitutto, di Marco Baldini, il socio di Fiorello a “Viva Radio 2”, che ha scritto un libro sulla sua esperienza di giocatore d’azzardo dal quale è stato immediatamente tratto un film. Ma proprio un film vero, con l’autore interpretato da Elio Germano, naturalmente, attore super gettonato nonché stella del momento.
Con tutto il rispetto, ritengo che leggere e sue vicissitudini personali su carta, sarebbe stato più che sufficiente. Che poi vogliano anche invitarci a vederle, come se si trattasse della vita segreta di un personaggio di livello mondiale, mi sembra un po’ azzardato ed esoso.
Ma ora funziona così e ci meravigliamo del successo dei tronisti che imperversano un po’ dovunque. Nel loro caso c’è la bellezza e successivo nulla, come nel caso di Marco Baldini, oltre la simpatia e presumo una certa dimestichezza con l’italiano, cos’altro ci può essere di così interessante?
Se proprio vogliamo star lì a fare il capello in 4, anche Pupo ha vissuto l’esperienza negativa del gioco d’azzardo e, se non sbaglio, anche lui ha scritto un libro. Ha perso tutto, ha patito la povertà, è caduto e si è rialzato, ma forse lui si chiama Pupo ed è un po‘ più bassino della media. E poi non lavora con Fiorello, altro dettaglio non insignificante.
Oggi ci vuole poco a regalare al pubblico un’autobiografia.
Perfino i Negramaro, nati, perlomeno a livello nazionale, circa 3 anni fa, si sono meritati un documentario sulla loro carriera.
Neanche fossero i Beatles o i Rolling Stones, dai, sono usciti da Sanremo pochissimi anni fa, hanno successo, questo è indubbio, ma cosa mai si celerà dietro tutto ciò di così importante da giustificare una produzione tanto ambiziosa?

Per me tutto questo è onestamente esagerato, dopotutto sono persone ancora in vita, giovani e, sopratutto questi ultimi, hanno un percorso artistico talmente breve che raccontare gli esordi è come parlare di quello che hanno mangiato l'altro ieri.
Ma forse nel film ci dicono anche questo, tanto per farcelo sapere.

lunedì, dicembre 03, 2007

LA TERZA ETA' CI AMA


E con questo post , cari lettori abituali o di passaggio, sono sicura di tirarmi definitivamente la zappa sui piedi, nonché di perdere per sempre la credibilità ai vostri occhi.
Vogliamo parlare di Paolo Limiti?
Lo so, per moltissimi di voi è solo un signore di mezza età che promuove Nilla Pizzi e Giorgio Consolini, o al massimo Manuela Villa e Giovanna, però dovete riconoscere quale pozzo di sapienza hollywoodiana sia quest’uomo qui.
Innanzitutto, io per la mia famiglia sono il Paolo Limiti della situazione, perché sono informatissima sulle cose in assoluto più inutili della vita. Ad esempio, so chi è Tommaso Buti o come si chiama l’ex marito di Enrica Bonaccorti. Robe che non servono a niente, lo riconosco, ma che mi fanno assomigliare leggermente a quell’enciclopedia vivente che è l’ometto di cui sopra.
Intendiamoci, lui sa veramente tutto. Conosce un sacco aneddoti sui vecchi attori americani e come racconta le cose lui, nemmeno Carlo Lucarelli in Blu Notte.
Mi rendo conto che il suo genere televisivo è un po’ da terza età, infatti quando imperversava nei pomeriggi di molti anni fa, io mi rifiutavo categoricamente di seguirlo, salvo restare incantata quando iniziava a parlare della Hollywood che fu, in maniera garbata e circostanziata.
E qui voi penserete che ormai ho già mezzo piede nella fossa se rimpiango il buon Paolo Limiti, eppure, lo riconosco, è prop
rio così.
Mi dispiace che un personaggio come lui, sia costretto a rimanere fuori dalla porta per far spazio a quel cammellone di Luca Giurato o a quel rincitrullito di Michele Cucuzza, il quale, tra l’altro, ha la personalità televisiva di una zanzara spiaccicata sul muro.
Nonostante gli ascolti e nonostante la simpatia che riscuoteva tra le signore non più giovanissime, il direttore di Rai 1 non ha più voluto confermarlo nel palinsesto.
Dicono per una più che sottile forma di antipatia che nutre nei suoi confronti, non si sa bene se questa sia la verità, ma di sicuro c’è che il volto di Paolo Limiti è quasi completamente scomparso dalla faccia della Rai.
Siccome io sono una donnina che spazia un po’ tutti i generi di qualsiasi cosa, ho voluto ricordare questa figura televisiva così sottovalutata, ma così portatrice sana di una tv rilassante, parlata, cantata e mai urlata.
Inoltre, so di farvi cosa (s)gradita, invitandovi a guardare il video della sigla di una delle ultime trasmissioni di Paolo Limiti, per darvi anche modo di pensare che ormai sono definitivamente andata e che per me la dentiera sarà il passo successivo.


domenica, dicembre 02, 2007

METTI UNA SERA A CENA

A volte il pettegolezzo è sempre uguale a se stesso e un po' ci viene a noia, siamo sinceri. Anche a me che ci sguazzo come un maiale nel fango, sapere che Francesco Coco è ancora innamorato di Manuela Arcuri, non è che mi stuzzichi poi tutta quella curiosità. Ma vi dirò di più, nemmeno mi tira fuori quella vena romantica che riesce a farmi uscire solo il film "Love Actually".
Sono due strafighi che si sono amati e che ce lo hanno detto continuativamente per dei mesi. Alla fine anche la più impicciona vip come potrei essere io, li avrebbe volentieri serviti in tavola con una mela in bocca, con tutto il rispetto.
Ma venire a sapere che quel gran pezzo di Francesco Coco ha deciso di diventare un acculturato signore delle notti milanesi, credetemi se vi dico che mi lascia alquanto perplessa.
Seratina all'opera con Alessandro Cecchi Paone e successiva cenetta a casa di quest'ultimo. Io non penso male perchè sono una personcina di larghe vedute, però mi viene da supporre che Coco abbia deciso di dare una reale svolta alla sua vita.
Tanto per cominciare, niente Hollywood e annesso privè, ma un palchetto alla Scala in compagnia di un divulgatore scientifico che nemmeno ci immaginiamo quante cose gli potrebbe insegnare.
E dopo, altro che discoteca, una simpaticissima cenetta a due, annaffiata da un vinello che non è certo come quelli della Dico che bevo io, e quattro chiacchiere sul divano come due buonissimi amici di vecchia data.
Però poi sotto casa ad aspettare Coco c'è la sua mamma.
Ed io è solo a questo punto che non ci vedo chiaro.