C'era una volta un mondo quasi normale, un mondo in cui non c'erano figure da idolatriare, in cui ognuno era il migliore amico di se stesso e in cui nessuno era migliore di nessuno.
C'era una volta la personalità, quella cosa astratta che dava ad ognuno di noi un'identità precisa, un ruolo utile a noi stessi che non ci faceva uscire la lingua a tappeto a leccare culi di persone con le quali non abbiamo mai nemmeno mangiato una pizza.
C'era una volta un tempo in cui Facebook serviva solo per esprimere opinioni personali e non per compiacere estranei, personaggi pubblici, anche solo di riflesso, che sbagliano e dicono cavolate come tutti noi, persone comuni senza velleità artistiche nè tantomeno parentele famose.
C'erano una volta le opinioni. Quei pensieri personali che assomigliavano sì a quelli di tante altre persone, ma erano proprie, sincere e per questo uniche. Robe tutte nostre che difendevamo con le unghie con i denti tanto ci erano care e preziose.
C'era una volta la passione sana, qualcosa che ci avvicinava a qualcuno o a qualcosa senza fare però di quel qualcuno o quel qualcosa un vangelo da non contraddire mai, nemmeno di fronte ad un evidente castroneria.
C'era una volta la persona pensante, lucida, appassionata e concreta. Una figura che un po' si sta perdendo di vista per lasciare spazio ad ideologie politiche e a fanatismi da adolescente che ottenebrano il pensiero personale.
C'era una volta un gregge. Menti mature che si perdono dietro a pseudo guru che regalano parole indiscutibili e condivisibili sempre e comunque, quasi a prescindere.
C'era una volta, e c'è ancora, Facebook. Con il gregge che adora qualcuno che non conosce ma che non sbaglia mai, che vede il sole come noi non lo vediamo, che sente i profumi come noi non li sentiamo e che conosce la gente come noi non la conosciamo. Ma soprattutto, ha un'opinione che combacia perfettamente con la nostra, una mente dentro la nostra mente che sviscera i nostri pensieri come nemmeno il nostro cervello riesce a fare.
E alla fine nessuno visse felice e contento, tutti si assomigliavano e chi vedeva la luna come noi non riuscivamo a vederla era indiscutibilmente il leader del nostro pensiero personale.
Una sopravvalutata luce riflessa, convinta, anzi, più che certa, di essere un illuminante raggio di sole.
2 commenti:
Ma sei sicura che tutte queste cose una volta ci fossero?
Ibadeth, ci saranno sempre state di sicuro, ma ora con l'avvento di Facebook i guru si sono moltiplicati.
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