Che nessuno
mi tocchi Don Matteo o divento una belva. Ogni critica che leggo per me è una
stillettata al cuore, non so perché. Sono diventata preda di una dipendenza che
non mi lascia scampo, ormai la canonica di Spoleto è un po’ anche casa mia. E
pensare che detesto i preti, non sopporto i carabinieri e i miei beniamini sono
proprio 2 di loro. Naturalmente lontani anni luce dalla realtà, ma forse è proprio
questo senso di novella che mi piace così tanto. Che dire, in odor di menopausa
mi trovo appassionata e fedele a una fiction che probabilmente sulla carta
avrei schifato peggio del fegato alla veneta. In questi ultimi mesi, grazie a
Cubovision, mi sono fatta di quelle maratone che nemmeno ai tempi di Lost. Sarà
Nino Frassica che mi ha sempre fatto tanta simpatia, sarà Terence Hill che
ormai, come le signore di una certa, ho identificato in un prete vero, saranno
Natalina e Pippo, sarà il Capitano Tommasi, non lo so. Quando guardo una puntata di Don Matteo, vengo
presa da una specie di rilassamento totale, rido, ascolto le sue parabole e le
capisco tutte alla perfezione, si vede che gli sceneggiatori riescono a toccare
le corde giuste. O sono io facilissima preda. Rimane il fatto inconfutabile che
da qualche tempo patisco l’astinenza. Se non guardo almeno una puntata al giorno,
mi deprimo. Il periodo è abbastanza triste a livello personale, ma le
disavventure della caserma e della canonica mi rallegrano e rendono meno difficili
queste faticose e interminabili giornate. La cosa un po’ mi preoccupa perché fino
a qualche tempo fa parlavo di Dexter,di Lost, di Friends, tutte robine da ggiovani con
due G, mentre ora eccomi qui a scrivere di un sacerdote in bicicletta amico di
un carabiniere. Detta così sembra
brutta, lo riconosco, ma Terence e Nino hanno fatto il miracolo e per me ormai
non c’è più scampo. Ci sono entrata con tutte le scarpe, sento di aver perso l'ormone e il mio prossimo
obiettivo sarà una visita a Spoleto per incontrare i miei due nuovi idoli sul
set. Puristi delle serie tv, lasciatemi al mio destino, a questo punto sono una
donnina perduta. Addio.
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