“Ritieniti
fortunata che hai un lavoro” è la frase che accompagna un po’ tutti noi che,
gran botta di culo, un lavoro ce l’abbiamo davvero. E in effetti è proprio
così, in momenti storici come questo già il fatto di avere una busta paga a
fine mese è un po’ da paragonare alla vittoria della Lotteria della Befana il 6
Gennaio. Il problema però è che spesso tutta questa fortuna non viene vissuta
poi come tale, nel senso, sì ho un lavoro e riesco a pagare mezze bollette, ma
il resto della vita?
Dieci ore di
lavoro con turni massacranti a pochi spiccioli più di 1000 euro, davvero è
tutta questa gran fortuna? Okay, peggio non avere neanche quelli. Perfetto,
allora vedendo la questione in quest’ottica, meglio ancora avere ereditato 3
milioni di euro dallo zio d'America e vivere di rendita. Tutto sommato ognuno
di noi è ben contento di lavorare per poco o per molto, guardandoci attorno
vediamo solo disperazione, sfacelo e lotta agli immigrati anche quando non ci
hanno fatto nulla personalmente. Però capita che, quando capisci, prendi
coscienza e ti rendi conto che non ti potrai mai permettere il viaggio dei tuoi
sogni a New York e lavori 9 ore al giorno come un pazzo, un po’ senti che forse
tutta questa gran fortuna in realtà è piovuta sopra qualcun ‘altro. Di questi
tempi se osi solo pensare una roba come quella che sto scrivendo in questo
momento quasi quasi potrebbero fucilarti nella pubblica piazza e magari, sotto un
certo punto di vista, la cosa sarebbe anche giusta. Ma vivendo sulla propria
pelle una realtà che non ti regala nulla e nemmeno te lo presta, a volte ti
poni delle domande e non trovi mai le risposte che cerchi. Il lavoro è un
diritto di tutti noi, ma è anche un nostro diritto guadagnare in proporzione al
lavoro svolto. La fatica, l’impegno, la volontà di arrivare a fine giornata a
volte sono sottovalutati e impliciti in un contesto che non è quello giusto. Io
lavoro per vivere e vivere costa una cifra che non percepisco, o perlomeno che
non mi consente di vivere in maniera
dignitosa. E badate bene, ho usato la parola “dignitosa” che ha un significato
ben preciso. Pagare i conti, mangiare, vestirsi, far fronte alle emergenze e
ogni tanto pensare anche a se stessi ha un costo che con uno stipendio medio
non riesci a coprire nemmeno se fai il doppio salto carpiato. Però sei lo
stesso fortunato ed è proprio così che ci siamo abituati a ragionare. Riesci a
saldare tutte le spese di casa o quasi, vivi murato vivo perché una serata in
pizzeria porta via contanti alla bolletta della Telecom, ma ti ritieni un
eletto e non ti devi lamentare. E’ un po’ come dire, okay, mi manca un dito del
piede ma tanto la vita mi sorride perché ne ho altri 9. Una magra, magrissima
consolazione.
3 commenti:
Io me lo sento ripetere in continuazione.
E giu' con la tiritera : " Sei fortunata, tienitelo stretto"....sara', ma io non mi sento poi cosi' fortunata, mi sento sfruttata e sottopagata ed e' vergognoso che un lavoro sudato e strasudato e sottopagato in Italia venga considerato una fortuna. Il lavoro e' un diritto non una fortuna e noi ce ne siamo scordati alla grande .Siamo proprio alla frutta.
Scusa lo sfogo,
Annalisa
Ciao Annalisa, non ti devi scusare assolutamente per lo sfogo, qui siamo sulla stessa barca. Non sto a dirti come sfruttano anche me, ormai è un mal comune e NON mezzo gaudio, ma dicono che siamo fortunate, quindi, teniamoci questa fortuna che potrebbe esserci anche di peggio.
Finche' reggiamo.....
Un baciotto e grazie per i complimenti!
Annalisa
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